Capitolo 18

1.4K 60 1
                                    

La pausa del campionato per le nazionali è sempre stato uno dei miei momenti preferiti perché Lorenzo si toglie dal cazzo e io posso fare tutto quello che voglio senza la paura che possa sbucare dal momento all'altro senza rovinare tutti i miei piani.

Questa volta, però, la sto odiando e sono caduta in uno stato di depressione che sta preoccupando tutti. Non è mai capitato prima d'ora.

Dries è tornato in Belgio, dove c'è anche la sua ex. Questo è il mio pensiero fisso,  che non mi fa dormire la notte e non mi fa vivere di giorno.

Ho paura che lui possa ricaderci, che si possa accorgere di volere lei nella sua vita, una donna matura che può dargli tutto ciò di cui ha bisogno e di essersi scocciato di una ragazzina qualunque che gli sta tra i piedi.

«Non devi preoccuparti di nulla, io adesso voglio solo te» mi ha ripetuto innumerevoli volte prima di partire, ma queste parole non sono servite a placare il mio stato d'ansia perenne.

Adesso sono al bar perché Fabio ha insistito nel farmi uscire, ma con la testa sono altrove, magari con Dries su un'isola deserta dove possiamo vivere la nostra storia senza paura di essere scoperti.

«Manue', cazzo ma mi stai ascoltando?» urla esasperato, con i suoi modi un po', come direbbe Lorenzo, effemminati.

«No» sbuffo, scocciata dai suoi modi insistenti.

«E dovresti, non hai capito cosa ti sto proponendo» mi guarda con aria furba, di chi la sa lunga.

«Cosa mi staresti proponendo?» alzo gli occhi al cielo, convinta che si tratti di una delle sue solite cazzate.

«Un anno a Madrid, tutto pagato e con un lavoro da sogno» parla lentamente e a bassa voce, come se mi stesse raccontando il più grande dei segreti.

«Che cazzo stai dicendo?» mi illumino immediatamente sentendo quelle parole.

Madrid è sempre stato il mio sogno, da quando ero bambina e credevo che "il mondo di Patty" fosse ambientato lì. Non so perché, ma avevo questa convinzione e non facevo altro che ripetere di volerci andare per incontrare il mio Guido. Poi sono cresciuta e, al posto di Guido, ho iniziato a preferire Griezmann.

«Quello che hai sentito, cuore» mi fa l'occhiolino e io sento l'aria mancare.

Andare a Madrid significherebbe lasciare mamma, papà, i miei fratelli, Tonia, Christian e Carmine, Adam e...Dries.

«Quando dovremmo partire?» deglutisco, a disagio.

«Io ho dato la conferma per me e parto tra due settimane, se vuoi posso chiedere più tempo per la mia bellissima spalla che vi stupirà con le sua abilità» cita le parole che ha utilizzato con l'agenzia, suppongo.

«Che lavoro?» chiedo, mangiucchiando la pellicina del pollice per il nervosismo.

«Traduttrice» fa una piccola pausa e mi guarda come se avesse paura di dire ciò che sta per dire, probabilmente intuendo i miei disagi «Per il Real Madrid»

Nel momento esatto in cui Fabio pronuncia queste parole, lo schermo del mio cellulare si illumina, segnalando l'arrivo di un messaggio.

Belga del mio cuore 👫💙

Oggi mi manchi un po' più di ieri

Sono ufficialmente nella merda.

Nonostante tutti i nonostante » Dries Mertens Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora