Capitolo 9

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«Lasciami subito!» esclamo quando mi ritrovo sulle sue spalle.
Gli colpisco la schiena con una serie di pugni che sembrano non scalfirlo minimamente.

Mi posa sul sedile del passeggero senza dire una parola. Provo ad uscire e a fuggire da lui, immediatamente, fa scattare la sicura, impedendomi di portare a termine la mia azione.

«Dries, per favore lasciami andare» dico tra l'esasperato e il nervoso.

«No che non ti lascio andare» risponde prontamente, con il tono di chi non ammette repliche.

«Che vuoi? Dimmelo ora così la finiamo» guardo il finestrino, cercando di evitare qualsiasi contatto tra noi due.

So bene che, se solo lo guardassi, crederei a ogni sua parola come ho fatto fino ad ora.

«Puoi guardarmi?» chiede dolcemente, ma io continuo a tenere lo sguardo alla parte opposta alla sua. «Manu dai, non voglio litigare»

Adesso si comporta in modo accondiscendente e quasi quasi preferisco quando mi urla contro. Non so cosa mi voglia dire e, onestamente, non voglio nemmeno saperlo.

«Portami a casa» mi limito a dire.

Anche se appaio fredda e distaccata, ho una grande voglia di piangere e non smettere, fin quando tutto il dolore che provo non prenda finalmente la decisone di abbandonare il mio cuore.

«Manu» prova a prendermi la mano, ma io mi sottraggo dal suo tocco.

«Non mi toccare!» esclamo e mi volto nella sua direzione, restando senza parole.

Osservo il taglio a lato del labbro destro e l'unica cosa che vorrei fare è uccidere chiunque abbia fatto una cosa del genere.

Come ipnotizzata, avvicino le dita sulla sua ferita e lui chiude gli occhi. «Chi te l'ha fatto?» sussurro.

Sì, è un taglietto da niente, ma non posso evitare di preoccuparmi. Un po' come quando in campo qualcuno fa un fallo su Dries o Lorenzo: inveisco contro il calciatore avversario, anche se lui non può sentirmi, e gli mando le bestemmie peggiori.

«Il tuo amichetto» risponde sprezzante.
Ritraggo la mano e mi metto seduta diritta, come se le sue parole mi avessero ferita.

«Chi?» chiedo, fingendo di non capire.

«Il fotografo» guarda davanti a sé, con lo sguardo perso.

«E perché mai avrebbe dovuto picchiarti?» continuo con le mie domande, intenzionata ad andare a fondo della questione.

«Infatti non ha cominciato lui, sono stato io a cominciare» mi guarda in un modo che non riesco a decifrare e che mi fa tremare le gambe.

«Da quando sei un tipo manesco?» gli guardo ancora le labbra e la voglia di baciarlo aumenta sempre di più.

«Lo sono sempre quando si tocca ciò che mi appartiene» il suo sguardo, se possibile, si fa ancora più intenso.

Comprendo perfettamente ciò che sta dicendo, ma non voglio illudermi che sia realmente così.

«Ti ha rubato il pallone?» la butto sul ridere perché la situazione non mi piace per niente. O meglio, mi piace ed è proprio questo il problema.

«Quanto sei scema?» scuote la testa e trattiene un sorriso.

«Riuscirò mai ad ottenere una vera risposta da parte tua?» sbuffo e gli dò di nuovo le spalle.

Mi sono rotta di dover interpretare ogni suo singolo gesto, voglio che sia chiaro con me.

«Vuoi una risposta da parte mia?» alza la voce e mi volto nella sua direzione, trovandolo con un cipiglio sul volto.

«Sì» urlo a mia volta.

«E va bene, una risposta avrai» si passa una mano tra i capelli, come per cercare di tranquillizzarsi. «Quel coglione ha detto davanti a tutta la squadra che ormai pendevi dalla sue labbra, che ti aveva conquistato facendoti credere di essere il ragazzo perfetto è che presto tu e lui...» stringe forte gli occhi e assume un'espressione disgustata «cazzo, non riesco nemmeno a dirlo» colpisce il volante con una mano, facendomi sobbalzare.

«Ma questo sta male» mi passo una mano sul volto, stanca di tutto e tutti.

«Solo questo hai da dire?» alza ancora la voce.

«Non urlare!» esclamo e mi porto una mano alla testa, per cercare di attenuare il dolore.

«È vero?» chiede in un sussurro, come se avesse paura della risposta.

«Certo che non è vero» gli rispondo sincera.
Avrei potuto giocarci sulla cosa, portarlo al limite e capire se per me prova interessa o meno ma, ehi, si è preso un pugno per difendermi. Nemmeno io sono così stronza.

«Menomale» sospira e sorride, come se si fosse tolto un grosso peso dallo stomaco.

Ecco perché mi confonde, ecco perché continuo ad illudermi e a sperare che tra me e lui ci potrà essere qualcosa.

«Perché menomale?» mi avvicino al suo volto e i nostri nasi quasi si sfiorano.

Vedo il suo sguardo che cade sulle mie labbra, leggo il desiderio nei suoi occhi ma le sue parole distruggono tutte le mie convinzioni.

«Non è quello giusto per te» interrompe il nostro gioco di sguardi e mette in moto l'auto.

Torno a sedermi diritta e a non rivolgergli nemmeno un fugace sguardo.

Delusa, ecco come mi sento.
Delusa e arrabbiata.

Un attimo prima si comporta come se per lui fossi l'unica ragazza sulla faccia della terra e quello dopo mi tratta come un'appestata.

Non ci cascherò più, è una promessa.

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manuinsigne « Alla fine ti stanchi. Ti stanchi di andare a sbattere contro un muro che per tanto tempo, hai sperato diventasse una porta. » #noncicascopiù

kkoulibaly chi ti fa stare così male piccola Insigne?
| ↪️ manuinsigne una persona che non merita più niente da parte mia 😈

drosekm tu es magnifique ❤️
| ↪️ manuinsigne merci ❤️❤️
| ↪️ lorinsigneofficial ue, bello biondo, liev man
| ↪️ drosekm @manuinsigne ma sicura di essere sua sorella?
| ↪️ manuinsigne purtroppo 😭

fabianruiz52 hermosaaa 😍
| ↪️ manuinsigne gracias guapo ❤️

diegoesposito senza parole 😍
| ↪️ manuinsigne 🥰❤️

Direct
@driesmertens

E menomale che tra voi non c'era niente!

Accirt 😘

Nonostante tutti i nonostante » Dries Mertens Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora