Capitolo 34.

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Quello stesso giorno, a mezzanotte, anche Yoongi e Jin giunsero finalmente alla proprietà dei Park.
Tuttavia si resero presto conto che qualcosa non quadrava.

Infatti da lontano notarono che la porta d'ingresso era sorvegliata da due uomini che imbracciavano un fucile.

"E quelli chi sono, Yoongi?"

"Non lo so, Jin. Meglio chiamare la polizia: Hoseok e Jimin potrebbero essere in pericolo"

Così Jin prese in mano il telefono, che l'abate Taehyung aveva dato loro per poterlo contattare in caso di emergenza, e avvertí la polizia.

Una volta finita la chiamata, i due monaci udirono delle grida provenire dall'interno della casa, e riconobbero le voci dei ragazzi.
Capirono perciò che era necessario agire immediataemente ed entrarono di soppiatto nella casa. 

Intanto, Jimin e Hoseok tentavano di resistere al crudele trattamento subito da parte di quei criminali.

Ad un tratto, risuonò nella stanza il rumore delle sirene della polizia, che fece allarmare tutti i farabutti.

"Ho-sung! Ora che facciamo?"
Chiese uno di loro.

"Non possiamo certo lasciare che questo moccioso vada a raccontare tutto ai suoi genitori... Altrimenti altro che carcere, quelli ci ammazzano di certo"
Detto ciò, caricò la pistola e la puntò alla testa di Jimin.
Un secondo prima che il capo della banda potesse premere il grilletto, Jin gli corse incontro e gli saltò addosso, facendolo cadere a terra.

Tutti coloro che erano presenti nella stanza, compresi gli ostaggi, rimasero attoniti.

Qualche secondo dopo, la porta di ingresso si spalancò, facendo entrare un'orda di poliziotti.

In breve tempo, tutti i malfattori furono arrestati e condotti in prigione e Jimin e Hoseok furono liberati.

Non appena la casa fu sgombra, Jimin saltò al collo di Jin, abbracciandolo stetto.

"Non ci posso credere Jin!
Mi hai appena salvato la vita mettendo a repentaglio la tua.
Non ti ringrazierò mai abbastanza"

Jin strinse forte al petto il minore e gli disse:

"Non c'è bisogno che mi ringrazi, piccolo. Non avrei mai permesso a nessuno di farti del male.
Ti va di andare un secondo fuori in giardino? Devo parlarti di alcune cose"

Jimin annuì e i due uscirono.
Cominciarono a camminare insieme nel prato che circondava la casa.

«Jimin, nel tempo in cui siamo stati separati, ho pensato tutto il tempo a te »

« Come mai? » chiese l'altro.

« No, come sempre »

Il minore rise dolcemente a quella specie di battuta.
Anche in un momento simile, Jin non perdeva mai la sua genuinità e la sua capacità di farlo sorridere.

A quel punto smisero di camminare e il maggiore prese le mani dell'altro, il quale lo guardava, in attesa che proseguisse il suo discorso.
«Il modo in cui mi sono comportato non lascia spazio a nessuna giustificazione.
Posso solo chiederti perdono per aver messo da parte tutto ciò che abbiamo vissuto in questi mesi.
Però, in un certo senso, questa distanza, anche se breve, mi ha aiutato a comprendere quanto tu sia importante per me.
Quando poi ho visto quel criminale che stava per ucciderti, ho realizzato che, se ti avessi perso, la mia vita non avrebbe avuto più alcun significato.
Sarei stato disposto a tutto, anche a farmi sparare, piuttosto che lasciare che ti facessero del male.
Inoltre ho anche compreso a pieno ciò che mi è sempre stato insegnato, cioè che non esiste amore più grande che dare la vita per chi si ama.»
A quel punto qualche lacrima rigò il volto di Jin.
«Perciò ti prego, perdonami.
Non mi importa più nulla né del monastero, né di qualunque altra cosa.
Tutto ciò che voglio é stare con te...
Ti amo Jimin »

« Certo che ti perdono,sciocco. »disse l'altro.
A quel punto, il minore portò le mani dietro la nuca di Jin e lo avvicinò a sé, dando inizio a un bacio lungo e passionale.

Nel frattempo Yoongi e Hoseok si trovavano nel salotto della casa.
Il maggiore si avvicinò a Hoseok, che era seduto su una sedia intorno al tavolo, per accertarsi che stesse bene.
Infatti dopo quello che era accaduto era visibilmente sconvolto.

Mentre si posizionava accanto a Hoseok, Yoongi notò una cosa che lo sorprese.
Nascosta in una custodia posizionata sotto il tavolo della sala, c'era una pistola.
Immediatamente capì che doveva essere di proprietà della gang di Ho-Sung, ed evidentemente la polizia non l'aveva requisita perchè la sua posizione strategica aveva impedito loro di notarla.

Presto però, tutti i pensieri di Yoongi si concentrarono nuovamente su Hoseok.

"Come stai Hobi?" Gli chiese.

"Come vuoi che stia?" Disse l'altro con risentimento.

Allora Yoongi sospirò, si avvicinò ulteriormente e gli mise una mano sulla spalla, facendo voltare il minore verso di lui.

"Hoseok, lo so che ora mi odi, e ne hai tutto il diritto, però ti prego, ho bisogno di sapere come ti senti.
Non hai nemmeno idea della paura che ho provato quando mi sono reso conto che la tua vita era in pericolo"

Mentre diceva ciò, Yoongi aveva iniziato ad accarezzare dolcemente il volto di Hoseok, segnato da alcuni lividi procurati dai malfattori.

Hoseok, vedendo negli occhi dell'altro una sincera preoccupazione, si sciolse.

"Io... credo di sentirmi abbastanza bene, ma sono ancora un po' scosso."

"Capisco, non ti devi preoccupare, non è necessario parlare ora.
È tardi e hai bisogno di riposare."

Dato che era notte fonda, non potevano fare altro che restare a dormire in quella casa, anche perché non avevano un altro posto dove andare.

Salirono al piano di sopra e videro solo due camere da letto con un letto matrimoniale ciascuna.

"Immagino che Jin e Jimin vorranno dormire nella stessa stanza." Disse Yoongi "quindi se per te è un problema dividere la camera, posso dormire sul divano al piano di sotto"

Hoseok avrebbe voluto fargliela pagare per come si era comportato, tuttavia dopo ciò che era successo, sapeva che avrebbe avuto troppa paura per dormire da solo.

"No, nessun problema"

Così i due si sistemarono nello stesso letto.

Fuori cominciò a piovere a dirotto e i rumori dei tuoni non fecero che spaventare ulteriormente Hoseok, che continuava a rigirarsi nel letto terrorizzato.

Yoongi se ne accorse, e istintivamente lo prese tra le sue braccia per tranquillizzarlo.
Il minore subito si irrigidì, ma poi si lasciò andare appoggiando la testa sul petto dell'altro.
Abbracciato a Yoongi, si sentì finalmente al sicuro e riuscì ad addormentarsi.

My religion is you. || Yoonseok || Sope Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora