"Sei mai stata a Londra?"
Claudia scosse la testa e si morse il labbro come se riflettesse, come se la risposta a quella domanda fosse ben più complessa di un semplice sì/no. "No, ma è come se ci fossi stata."
Ryo la guardò interrogativo.
"Storie! Ho letto tante storie ambientate a Londra e la conosco meglio di Ostia e Roma."
"Non è la stessa cosa!" Protestò lui, strappandole una sonora risata in risposta.
"Sì che è la stessa cosa! L'ho vista con gli occhi della fantasia ed è bellissima." Annuì soddisfatta, lo sguardo perso in un altro luogo. "Il Tamigi, la Torre di Londra, i parchi con gli scoiattoli, le guardie della Regina, il Big Ben..."
"Queste sono cartoline, non è una città vera."
"E le stradine! Quelle piccole e strette tra i palazzi, dove c'è sempre un pub in cui prendere una birra..."
Ryo sorrise. "Secondo me resteresti delusa dalla Londra vera."
"Ci sei stato?""No, ma..."
"E magari sarai tu a essere deluso quando ci andrai. Deluso dalla tua stessa immaginazione."
***
Il corpo di Ryo agì prima della mente. In un attimo si mosse verso l'unica fonte di luce che vedeva in quel vicolo strettissimo avvolto nella penombra: un'insegna tonda che richiamava l'attenzione su una vecchia porta in legno. Ye Olde Cheshire Cheese, diceva la scritta che indicava evidentemente un vecchio pub.
Vi si infilò, sentendo il bisogno di un momentaneo rifugio in cui radunare le idee, superando una ragazza con la camicia a quadri che sembrava aspettare qualcuno, e fu subito accolto da una cameriera sorridente.
"Drink or eat?" Gli chiese dopo il saluto d'obbligo. Parole dai margini netti, precisi, senza fastidiosi riverberi.
"Eat!" Rispose d'istinto, guidato dall'urlo di disperazione del suo stomaco, e si lasciò condurre a un tavolo, guardandosi intorno per capire la situazione in cui era piombato: niente di anomalo, non per un pub inglese, ma sicuramente folle nel contesto della sua vita dell'ultima trentina di ore. Si sedette a uno dei tavoli liberi, un paio su meno di una decina, e si sentì rassicurato dall'atmosfera calda del locale, dal tipico arredamento in legno, dalle decorazioni e dagli odori.
La cameriera gli porse il menù e gli chiese qualcosa che non capì. La fissò strappandole una risata. "A beer?" Gli chiese ancora.
"Oh, yes!"
"Lager or ale?"
Ryo non aveva idea di cosa significasse. Delle marche forse? "Ale" le rispose incerto e la guardò andar via verso una sala interna. Nessuno degli altri avventori sembrava aver notato la sua presenza e questo voleva dire che non appariva come totalmente fuori luogo per essere in un pub di una città inglese. Avrebbe detto che si trovava a Londra, ma per quanto poteva saperne poteva essere anche Manchester, Bristol o un qualunque paese delle Gran Bretagna.
Intrecciò le mani dietro la nuca e ragionò su quali sarebbero dovute essere le sue mosse successive. Nell'ordine: mangiare, esplorare il circondario e trovare un posto tranquillo in cui aspettare l'alba.
Arrivò la sua birra e iniziò a sorseggiarla sfogliando il menù. La sua bocca iniziò a pregustare la cena con ampia salivazione, ma la sua mente frenò l'entusiasmo scorrendo i nomi delle pietanze e i rispettivi prezzi: come avrebbe pagato?
***
Decise di rimandare quel problema a un momento successivo e soddisfare la necessità di cibo, a costo di pagarne le conseguenze. Ordinò un piatto a caso che gli sembrava contenere carne, l'attese e lo mangiò con gusto.
Nel farlo non smise mai di guardarsi intorno, ma per quanto si sforzasse, non riusciva a trovare nessun indizio che spiegasse le disavventure che stava vivendo, nulla che non si sarebbe aspettato di trovare trascorrendo una vacanza in Inghilterra: una coppia che si guardava amorevolmente tra le pinte di birra; un gruppo di ragazzi con maglie vintage di squadre di calcio che discuteva animatamente; un paio di uomini di mezza età che smaltivano lo stress del lavoro, ancora in giacca e cravatta.
Quando non mancavano che un paio di bocconi a terminare il suo piatto, approfittò della confusione creata dalle tre coppie al tavolo accanto che lasciavano il locale per sgattaiolare fuori con loro. A testa china e passo veloce si infilò nell'oscurità del vicolo e verso la luce della strada principale, travolgendo quasi la ragazza che se ne stava immobile al buio della strada, la stessa con la camicia a quadri che aveva notato entrando. Svoltò a destra senza fermarsi né guardare e gli sembrò di cogliere del vociare irrequieto alle sue spalle, ma non escluse che potesse trattarsi del suo senso di colpa che urlava nervoso. Continuò a camminare e camminare per un paio di isolati, svoltò a sinistra e camminò ancora, raggiunse un piccolo parco e si sedette su una panchina.
In attesa di un segno che non arrivò.
***
Riaprì gli occhi che era quasi l'alba. Il cuore di Ryo se ne sentì sollevato, perché il giorno gli avrebbe permesso di mettere nella giusta prospettiva quello che stava accadendo, di capire dove si trovava e, magari, anche come vi era arrivato. Scrutò il parco deserto e non vide pericoli in agguato, se non un barbone che dormiva su una panchina poco distante. Sorrise al pensiero che quell'uomo avrebbe potuto pensare lo stesso di lui.
"Are you stupid or what?!"
Sobbalzò a quelle parole, urlate da due passi, da una ragazza spuntata alle sue spalle. La stessa che aveva notato fuori al pub. Una morsa di preoccupazione gli serrò lo stomaco: l'aveva seguito per denunciare la sua fuga senza pagare il conto?
"Che vuo..." Iniziò, ma si rese conto che non avrebbe avuto senso parlare italiano.
"Oh, sei Italiano anche tu?!" E invece l'aveva. Il viso della ragazza si addolcì per un attimo, prima di farsi nuovamente serio. "Sei stupido?"
"Per il pub, dici?""Che pub! La maglietta! Devi stare attendo a queste cose."
Ryo scosse la testa confuso. "Non ho capit..."
"Baby Groot!" Gli urlò contro indicando il disegno. "Quella maglietta è almeno del 2015, devi stare attento a questi particolari."
La fissò con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata, incapace di ribattere.
"Sei avanti di una ventina d'anni!" Disse ancora con tono condiscendente. "Sei anacr..." e si bloccò con il viso che virava verso il preoccupato. "Ma..." E poi una mano tra i capelli corti e ricci. "Oddio, poverino, sei smarrito..?" Si guardò intorno. "Il Sole sta per sorgere, sai dove andare?" Si morse un labbro. "Io devo correre in posizione, ma tu..." Scosse la testa ancora una volta, gli afferrò una mano e lo guardò negli occhi, "cerca la Luna Rossa. Capito? La Luna Rossa!"
Corse via e Ryo la osservò sparire, incapace di reagire.
Era ancora immobile su quella stessa panchina quando il mondo fu di nuovo travolto da un'ondata di accecante confusione.
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Red Moon People
Science FictionRyo era con la sua ragazza Claudia quando la fine è arrivata, quando l'accecante esplosione ha riempito il cielo e cancellato tutto. Ma ora ha riaperto gli occhi in un luogo che non riconosce. Solo, senza la sua compagna e senza nessun punto di rife...