Capitolo 21: Il grande e potente ZoZo

28 5 8
                                    


"Come si ritrova la via quando ci si perde?"

Dario la guardò incredulo e le sorrise. "E lo chiedi a me che mi perdo sempre?!"
"Proprio per questo!" Gli disse seria. "Sei esperto."

Era seria. Dario glielo leggeva negli occhi anche se la barriera del monitor filtrava la forza di quello sguardo vivo e curioso. "La mie esperienza è legata alla fase iniziale, non quella risolutiva..." provò a spiegarle. "Insomma mi perdo, ma poi non ritrovo la via."

"Ma avrai sviluppato una strategia per provare, almeno, a ritrovare la strada?"

Si strinse nelle spalle e ci pensò su. "Mi guardo intorno. Cerco punti di riferimento, qualcosa che possa darmi indizi su dove mi trovo."

"Per esempio..?"

A volte era snervante parlare con Claudia e di certo farlo a distanza non rendeva le cose più semplici. "Palazzi alti che puoi notare anche da lontano. Negozi particolari..."
"Particolari..?"

"Non le solite catene che trovi ovunque e possono sviarti."

Lei annuì decisa. "Capito, capito." Sorrise. "L'artigiano locale e non H&M per capirci."
"Esatto."

"Quando potremo andare di nuovo in giro, stabiliamo sempre dove ritrovarci se ci perdiamo." Gli disse tornando seria.

"Va bene, non c'è problema" la rassicurò. "Ma perché questa..."

"Non mi piace stare lontani." Era un mese che non potevano vedersi e non era mai successo da quando stavano insieme.

"Finirà, non ti preoccupare."

"E se nulla tornasse come prima?"

"Lo escludo."

"E se invece..." Lo sguardo sfuggente, incerto. C'era qualcosa di più sotto la superficie di quella richiesta, un'ombra scura che scivolava silenziosa e subdola.

"Su, dimmi cosa ti tormenta." Le disse e aspettò che trovasse il coraggio di approfondire.

"Se invece ci si perde... dentro?" Gli occhi bassi, lo sguardo triste, la voce sottile. "Se non si riuscisse più a capire..."

"Allora ti serve un altro tipo di punti di riferimento."

***

La porta si aprì e Dario fu schiaffeggiato dalla luce del corridoio.

"Preparatevi, dobbiamo andare." La voce dall'accento duro di Carola. Fu un attimo. La luce, la sagoma scura della donna, la voce. Poi la porta si richiuse lasciando Ryo seduto su uno dei letti a cercare di strappare dettagli al buio. Il nome ZoZo che scivolava sui pensieri.

"Ragazzi?" Chiese a mezza voce. Si alzò, attento a non urtare nulla. "È ora" disse raggiungendo la porta della stanza e aprendola a sua volta. Ne uscì, si guardò intorno e seguì il corridoio dalla parte opposta all'ingresso con passi fiaccati dalla stanchezza, fino a raggiungere un'altra porta aperta. Non riusciva a smettere di pensare a quel nome emerso dal suo sonno tormentato.

"Non c'è molto da mangiare" lo accolse Carola poggiata a uno dei mobili della cucina. Gli aveva parlato, ma la sua mente era assorta in pensieri lontani.

"Qualunque cosa va bene. Ma..." Si rese conto di non avere alcuna confidenza con quella donna. A parte l'averla salvata, era una perfetta sconosciuta e la sua richiesta gli morì sulle labbra.

L'esitazione del ragazzo però attirò l'attenzione di lei, che finalmente si voltò a guardarlo. "Dimmi pure" lo incoraggiò con un sorriso forzato: era evidente che qualcosa la turbava e le impediva di essere lì, presente e consapevole, con tutta se stessa.

Red Moon PeopleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora