La faccia nascosta della Luna #3

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"Sono io."

La voce bassa, cauta, tremante. L'accento tedesco nascosto nell'ombra dell'insicurezza.

Lui sorrise, ma senza voltarsi. "Lo so, hai suonato tre volte." Gli fu inevitabile tradire la gioia di averla lì, ma fu altrettanto rapido a mascherarla e rimodellare la bocca in un'espressione seria e severa prima di dare le spalle alla finestra e guardare verso la porta. Verso Carola che tornava da lui dopo... quanti anni erano passati?

"Sono passati quasi tre anni." Mormorò lei, rispondendo al suo pensiero. "Perdonami."

Lui scosse la testa. "Conosco la situazione e ho accettato la tua scelta."

"Non potevo restare qui."

"Sì che..." iniziò con voce alterata, ma si costrinse subito alla calma. "Ripeto, ho accettato la tua scelta."

Si guardarono in silenzio per qualche minuto, poi l'uomo cambiò argomento e si spostò dalla finestra e la luce esterna che ne metteva in ombra i lineamenti: era invecchiato, ora Carola poteva vederlo, e segni nuovi si erano aggiunti ai vecchi nel tracciare la mappa degli anni sul suo viso semicoperto dalla folta barba grigia.

"Perché sei tornata?" Le chiese.

"Non sapevo dove andare."

"Per necessità, quindi."

"E per..."

"Non mentire."

"Non mento. Ho provato a viaggiare molto. Ho provato a fermarmi in tre posti diversi. Ma..." Scosse la testa. "Qui c'è la mia vita."

Lui rise. Un "ah" chiassoso e solitario. "Letteralmente, Carola. Letteralmente."

"Sei andato da lei?"
"No, non sei tu."
"Nemmeno una volta?"
"No." Categorico, quasi offeso da quella domanda.

Di nuovo in silenzio. Di nuovo in imbarazzo. Poi lui le chiese degli altri. "Chi c'è con te? Li ho visti dalla finestra."

"MI hanno salvata, non potevo abbandonarli."
"Che gente è?"

"Sembrano brave pers..."

"Sembrano o sono?"

Di nuovo Carola scosse la testa. "Mi hanno salvata, non so altro." Poi si affrettò ad aggiungere. "Non ci daranno problemi!"
E di nuovo lui rise in risposta. "Hanno un cavallo, Carola! Ci attireranno attenzioni addosso."

"E che può succedere?"

"I porti sicuri sono quelli che non si notano."

***

"Non ti manca mai?"

Claudia continuò a camminare a testa bassa, gli occhi fissi sui piedi che si alternavano nell'andatura costante. Non le piaceva guardare negli occhi la gente quando erano in quelle zone più popolari di Napoli. Non era in grado di gestire la loro evidente estraneità a quel posto e cercava di passare inosservata. Non sollevò lo sguardo, non diede segno di aver sentito la domanda di Lucille, anche se era così raro che la ragazza le parlasse. Era un pallido fantasma che la seguiva più o meno ovunque. Non rispose, né chiese di chi parlasse. Era ovvio.

"Non manca molto al tramonto e dobbiamo stare a casa quando cala il sole" disse invece indicando l'ombra lunga che si stiracchiava dai suoi piedi calzati nelle Converse viola. "Dobbiamo stare a casa." Aggiunse ribadendo l'ovvio e con un pizzico di ansia: per arrivare nel quartiere della loro sede avrebbero dovuto prendere una funicolare e poi fare qualche minuto di cammino. Il tempo c'era, ma meglio non rischiare.

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