"Sono preoccupato." Gli disse il padre di Claudia, così, di getto, non appena soli. L'aveva invitato a seguirlo nello studio con una scusa banale e aveva vomitato la sua ansia che ancora la porta si stava chiudendo alle loro spalle. "Come ti sembra Claudia?"
Come gli sembrava? Dario ci pensò su per un attimo, scavando alla rinfusa nei ricordi degli ultimi giorni. "Norm..." iniziò a rispondere, ma si fermò ricordando le ansie, le chiacchiere sul fuggire via... ma verso dove, poi? Non c'era angolo di quel mondo che fosse sicuro. "In ansia." Gli disse allora.
L'uomo annuì lentamente. La bocca che prendeva una forma che sarebbe stata buffa in un'altra situazione. La barba che vibrava leggermente. La gola che emetteva un brontolio sordo. Come un gatto che fa le fusa.
"Ma credo sia normale..." provò ad aggiungere. Lo era, in fondo, con quello che stava succedendo nel mondo, con lo scontro imminente.
"Lo è, lo è" si affrettò a rispondergli il padre di Claudia. "Lo sarebbe..." Continuò poi dopo una pausa ragionata "... se non fosse di mia figlia che parliamo." Fissò lo sguardo in quello confuso del ragazzo. "Scusa, ti sto mettendo in difficoltà, ma la conosci bene Claudia."
La conosceva, sapeva che infinite risorse aveva, che animo buono e nobile, puro. Una sognatrice che...
"È una sognatrice." Aggiunse l'uomo, dando voce ai suoi pensieri. "Non ha armature contro..." allargò le braccia con un velo di disperazione negli occhi "... contro tutto questo che sta per succedere."
"Sono sicuro che saprà affrontarlo." Lo tranquillizzò. Eppure...
"Ne sei sicuro?" Scosse la testa desolato. "Claudia non sa affrontare le difficoltà, non so come reagirà."
***
"No, ti ho detto che non..." Uscirono dallo studio e dall'incontro con i tre uomini interrompendo una conversazione a mezza voce. La luce esterna iniziava a farsi fioca e smunta. Il Sole stava già calando, una giornata stava per terminare.
Ryo vagò con lo sguardo nella stanza per cogliere chi stesse parlando e scorse Loris, quello che Tara aveva definito "Gigante buono" insieme a Tara."Ma qui siamo al sicuro, no?" Chiese invece Arturo guardando fuori una delle grandi finestre. Implicito il suo riferimento al giorno morente.
"Sì, qui non viaggerete. Non oggi, dobbiamo prima istruirvi." Gli rispose Bernard lanciando un'occhiataccia a due che stavano confabulavano in un angolo. Loris arrossiva e distoglieva lo sguardo, al contrario di Tara che smise di parlare e si fece loro incontro."Avete finito?" Chiese con quel soffio di accento a scivolarle tra le parole. "Venite con me", li invitò senza attendere risposta, brusca e frettolosa.
"Avete già composte le squadre?" Chiese Michele, fermandola. "Ognuno di loro insieme a due esperti. Forza, esperienza e leggerezza. Ricordalo sempre."
Ryo aggrottò le ciglia e sorrise. "Cos'è, il vostro motto?"
"Nostro, al limite." Commentò Bernard sorridendo a sua volta. "Ma no, è la linea guida per la composizione di una squadra di esploratori." Iniziò a contare con le dita di una mano: "Forza: qualcuno in grado di difendere il gruppo. Esperienza: qualcuno con le conoscenze necessarie e condurre la situazione. E infine leggerezza: qualcuno come voi, nuovo, che sappia guardare tutto con occhi nuovi."
Ryo guardò Arturo che si strinse nelle spalle, poi di nuovo Bernard. "OK, mi sembra sensato."
Tara, ferma sulla porta che portava via da quel salottino, li guardava con le braccia conserte. "Possiamo andare ora?"
***
Li condusse in una delle stanze con diversi letti, chiaramente una camerata in cui alloggiare un po' dei membri della Luna Rossa. C'erano quattro letti in quella stanza non troppo grande, tutti vuoti tranne uno su cui una ragazza esile e con i capelli chiarissimi giaceva rannicchiata. Al loro ingresso fissò gli occhi sbarrati su di loro, ma non disse nulla.
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Red Moon People
Science FictionRyo era con la sua ragazza Claudia quando la fine è arrivata, quando l'accecante esplosione ha riempito il cielo e cancellato tutto. Ma ora ha riaperto gli occhi in un luogo che non riconosce. Solo, senza la sua compagna e senza nessun punto di rife...