Capitolo 15: Lezione di storia

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"Sei ignorante come una capra." Non c'era spregio, né accusa, in quell'affermazione. Solo un dato di fatto, freddo, asettico. Spietato. "Nemmeno il 25 aprile sai?" Claudia scosse il capo e gli spinse il libro davanti. "Leggi."

"Non mi interessa la storia." Dario si strinse nelle spalle. "A che serve?"

"Tutto serve."

"A cosa?"

Claudia agitò le mani per scacciare via il fastidio che Ryo le provocava. "E poi è bella, è appassionante! È come un bel racconto... ma vero!"

"Preferisco le storie inventate, sono meno banali e noiose."
"Che c'è di noioso nelle storie vere? Ti annoia la Seconda Guerra Mondiale, per esempio?"
"DA MORIRE!" La risposta pronta, decisa, categorica. Ma non era solo la storia il problema, a Ryo annoiava tutto lo studio, il concentrarsi su qualcosa che non fosse svago. Lo svago meritava attenzioni per essere il più proficuo possibile, che fossero romanzi, film o videogiochi. "Che me ne frega di..." sfogliò il libro che gli aveva passato Claudia e si fermò su una pagina a caso e lesse "la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo?"

"Bè, proprio questa magari ti riguarda come essere umano" lo prese in giro Claudia, un sorriso sulle labbra.

"Ma che mi frega che è del..." lesse ancora "1948?"

La ragazza s passò una mano tra i capelli non troppo lunghi. "Come mai sei così polemico oggi? Che hai?"

Dario si alzò in piedi, andò alla finestra e guardò fuori verso l'orizzonte scuro tagliato dalle scie degli aerei che andavano e venivano. "È che vorrei tanto uscire, vorrei tanto che tutto tornasse normale..."

"Anche io." Aspettò che si voltasse verso di lei e incrociò il suo sguardo. "E sai cosa dovrai fare quando accadrà?"

"No, cosa?"

"Un esame!" Agitò il libro che gli aveva passato poco prima. "Torna qua e leggi!"

***

Le mani sprofondate in tasca, un sorriso sconsolato a segnargli il viso, Ryo non riusciva a distogliere gli occhi da quella casa abbandonata. "Dovrò studiare?"

Michele rise di gusto. "Dio, no! Non sarei qui se me l'avessero chiesto!" Gli si fece accanto e guardarono insieme verso la villa che chiudeva il vialetto sul quale si trovavano. "Ma un po' di informazioni su questo posto assurdo in cui ci troviamo aiutano a farti capire la situazione che stai vivendo." Si voltò verso Tara e ricorse ancora una volta al suo rifugio dialettico preferito: le citazioni cinematografiche. "Senza studiare!" Le disse ammiccante.

La donna lo liquidò con un gesto e li raggiunse. "Lascialo perdere, Ryo, gli piace fingersi stupido." Gli sorrise, a dimostrazione di quanto stupido non lo ritenesse per niente.

Ryo fece un passo avanti, verso la casa abbandonata, poi si voltò verso di loro. "Vi rigiro la vostra domanda: ci può essere storia senza tempo?" Si tormentò i capelli sulla nuca. "Ha senso la vostra lezioncina di storia?"

"Nessuna lezione" si affrettò a dire Michele, "non ne saremmo nemmeno capaci. Siamo qui per due motivi: il primo è che vedessi dove tutto è iniziato."

"Il secondo è facile: dobbiamo venire qua sempre."

Michele fece un cenno verso la casa. "Prima abbiamo detto un crocevia, perché veniamo qua e poi andiamo altrove. Ma è più un perno, come quello di un vecchio giradischi, attorno al quale altri posti ruotano. L'ha scoperto il primo che ha iniziato a capirci qualcosa di tutto questo, il fondatore della Luna Rossa come la stai conoscendo."

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