"MI hai chiuso dentro!" Ryo fissava Claudia attraverso le sbarre del cancello che li separava, chiuso inavvertitamente.
"No..." Lo corresse scuotendo la testa. "Ti ho chiuso fuori."
Lui si guardò intorno e allargò le braccia a mostrarle la realtà dei fatti: "Mi sembra di essere abbastanza chiuso e abbastanza dentro. Dentro un cortile dal quale non posso uscire."
"Ma fuori rispetto a dove vuoi andare.""Ma... dentro. un. cortile. chiuso." Ribadì scandendo le parole.
"Però..."
"Come vuoi!" La interruppe spazientito. "Ora mi apri?"
"Non ho le chiavi." Ammise con una smorfia.
Ryo allargò ancora le braccia, questa volta in segno di stupore. "Ma è casa tua!"
"Non mi servivano..." si giustificò.
"Conti di non tornare più?"
"Qualcuno mi aprirà."
Lui la liquidò con uno svolazzo della mano e si guardò intorno alla ricerca di una soluzione. Ignorandola.
"Potremmo..." Iniziò Claudia, ma fu interrotta da una sirena. Una delle tante che suonavano negli ultimi giorni. Un attacco? Un'esercitazione che non ricordavano fosse pianificata? Ogni volta che sentiva quel suono lento, ondeggiante e penetrante, una mano ghiacciata si stringeva attorno al suo cuore. "Ecco," gli disse, "ora vorrei stare anche io là dentro con te."
***
Ryo si svegliò con il muso umido di Epona che gli spingeva una guancia. Non aveva dormito, era sprofondato piuttosto in un sonno profondo che sapeva quasi di coma: quegli strani luoghi in cui si ritrovava suo malgrado continuavano a drenargli le energie in modo estremo.
"Hey, calmo, calmo, ora mi alzo!" Disse al cavallo mettendosi a sedere sul letto che aveva trovato in una stanza di quella casa abbandonata. Si era lasciato andare con serenità, tranquillizzato dalla perlustrazione eseguita tra quelle stanze vuote e ordinate, nonché dalla serratura funzionante della porta, che gli aveva permesso di chiudersi all'interno insieme al nuovo compagno di viaggio a quattro zampe.
Si alzò, si stiracchiò e si avviò alla porta. "A caccia di cibo, amico mio..." Mormorò girando la chiave, "prima di crollare a terra privo di forze."
Riattraversò la casa con moderata cautela, rassicurato dal silenzio che li circondava e avvolgeva, quindi uscì dal portone seguito da Epona, si strofinò le mani sulle braccia per grattar via quel freddo umido che l'attanagliava e fece un rapido controllo del piccolo giardino di quella villetta: nulla, come il giorno prima. Lo stesso abbandono che faceva echo all'identica luce spenta nell'aria.
"Non cambia nulla in questo posto..." Mormorò ancora, strappando il solito riverbero sfilacciato all'ambiente che lo circondava. "Proprio nulla."
Andrò al cancello, tirò un battente per aprirlo e dare ufficialmente il via a quella nuova giornata... ma non si mosse. Impiegò qualche secondo per processare quello che stava succedendo, per capire che il cancello di quella villetta disabitata era chiuso e che lui ed Epona erano bloccati all'interno.
"Ma... l'ho chiuso io?" Chiese perplesso al cavallo.
"No," gli rispose una voce decisa, "l'abbiamo chiuso noi."
***
"Ora ci dici tu chi diavolo sei!" Lo ammonì una delle due figure che li fissavano attraverso le sbarre: era un giovane sui venti, mediamente alto, mediamente robusto, con i capelli scuri di media lunghezza e occhi come tanti. "Medio" era la sua parola chiave, che ben rappresentava il classico tipo che lo sguardo ignora quando lo incroci per strada. Al suo fianco un tipetto attivo, basso e magro, piccolo e vivace. Si muoveva avanti e indietro come un animale in gabbia, anche se le sbarre che li dividevano imprigionavano Ryo e non loro.
"Chiedigli da dove cazzo arriva!" Sbraitò al suo compagno, a Ryo e al mondo intero, strappando liquami di eco e gettando occhiate nervose a casaccio. Si passò una mano tra i capelli corti e neri, ne strinse un ciuffo e lo tirò nervoso. "Chiedigli chi lo manda!"
"Guarda che ti sento", lo schernì Ryo, al sicuro dietro le sue sbarre. "Me lo puoi chiedere tu."
"Ma intanto te lo chiedo io" gli disse il Medio con aria di sfida. "Chi sei? Come sei arrivato qua? Chi..."
"Calma, calma!" Lo interruppe Ryo. "Sono Ryo, ma è l'unica domanda a cui so rispondere." Li guardò con attenzione. "E scommetto che è così anche per voi due." Fece una pausa, guardò Epona, poi azzardò: "siete arrivati qua anche voi ieri?"
"Ieri un cazzo!" Sbraitò ancora il piccoletto, agitando le braccia, "è una settimana che stiamo qua! Una cazzo di settimana!" Incrociò le braccia sul petto e lo fissò con aria di sfida. "Questo posto è nostro!"
Ryo spostò l'attenzione da lui al Medio, che gli appariva più affidabile e attese una risposta che non mancò di arrivare: "una settimana, giorno più, giorno meno." Si strinse nelle spalle. "È tutto un po' confuso qui." Fece una smorfia e si guardò intorno. "Senti anche tu i suoni di questo posto, no?"
Ryo mosse le dita nell'aria, mimando strisce ondulate. "Sfilacciati", disse.
"Ecco... come il tempo."
Si guardarono, sospesi su questa considerazione condivisa, incerti sul da farsi. Poi fu Attivo a rompere l'incanto, con la sua irrequieta volgarità. "E quindi? E allora? Che cazzo si fa?!"
La domanda delle domande.
***
"Prima di tutto mi aprite." Disse Ryo, calmo e perentorio allo stesso tempo.
"E chi lo dice?" Lo sfidò Medio, facendo un passo in avanti, arrivando a sfiorare le sbarre del cancello con la fronte.
"Chi? Chi?" Gli fece eco Attivo, la sua voce acuta che si frantumava nell'aria.
"Ragionate un attimo, ragazzi." Li invitò Ryo, lasciandogli qualche secondo per farlo effettivamente. "In questo posto ci siamo io e voi. Ed Epona. Nessun altro. Sono andato in giro, non ho incontrato un'anima. Se non collaboriam..."
"È qui che ti sbagli." Lo interruppe Medio. Con lo sguardo lo sfidò ancora una volta, poi fece un cenno verso le scale della casa alle sue spalle. "Non l'hai visto, eh?"
Ryo guardò, ma non vide. La sua perplessità emerse nel suo sguardo smarrito. "Visto che..?"
"La Luna, cazzo, la Luna!!!" Urlò Attivo saltellando impazzito. "La Luna! Là sulle scale, sugli alberi, sui palazzi."
La Luna. Ryo guardò e vide un cerchio scuro disegnato sul lato della scala d'ingresso. "Quel cerchio? È una Luna secondo voi?"
"È una Luna sì. Lo capiresti se avessi visto le altre in giro. Quelle a spicchio." Gli spiegò Medio.
A spicchio. Le Lune a spicchio. "Cioè Lune calanti e crescenti?"
"Quelle, sì."
Quelle. Quelle che aveva visto a Napoli. "Ce ne sono anche qui?"
"Anche?""Anche..." mormorò con un filo di voce. "C'erano dov'ero prima."
"Quanto ne vuoi!"
Ryo tornò al cancello e li fissò, prima uno, poi l'altro. "Ci sono Lune rosse?"
I due si guardarono per un attimo, poi fu Medio a rispondere. "Una."
STAI LEGGENDO
Red Moon People
Science FictionRyo era con la sua ragazza Claudia quando la fine è arrivata, quando l'accecante esplosione ha riempito il cielo e cancellato tutto. Ma ora ha riaperto gli occhi in un luogo che non riconosce. Solo, senza la sua compagna e senza nessun punto di rife...