Infermeria

761 26 1
                                    

Il ritorno ad Hogwarts, fu tranquillo, tranne che per una discussione fra Hermione, che aveva deciso di rimanere nello scompartimento con i suoi amici, e Ron. Non era per niente contento del comportamento tenuto dalla ragazza, che aveva poi deciso di passare le vacanze a casa di Draco.
Il buffet, per il ritorno dei ragazzi, era fornito di qualsiasi prelibatezza possibile. Ma Hermione ancora pensierosa e triste per Ron, rimase a guardare nel suo piatto ancora vuoto per tutto il tempo. Le veniva da piangere. Era pur sempre suo amico, avrebbe dovuto capire e accettare le scelte della ragazza.
Ogni tanto, alzava lo sguardo verso il tavolo dei professori, e ogni volta che si soffermava più di due secondi sul viso del professore di Pozioni, arrossiva e tornava con lo sguardo sul piatto.
Fece caso solo dopo che Ginny glielo fece notare, che Piton, continuava a fissare con sguardo omicida il ragazzo della giovane Grifondoro.
In effetti era così, per tutta la cena, il professore, non aveva fatto altro che fissare Draco. E mentre mangiava, aveva escogitato almeno cento modi per farlo espellere. Lo odiava, gli aveva soffiato la ragazza. Si sentiva uno stupido ragazzino a pensare così, ma non poté fare altro.
Era furioso.
Lui voleva la ragazza. Come si era sentito con lui, non si era sentito con nessuno. Nemmeno con la madre di Malfoy, che la sera del ballo, l’aveva sedotto ed erano finiti nello stesso letto.
Ma era colmo di rabbia quella sera, e non fece nulla con sentimento. Solo attrazione fisica, che lo aveva portato ad essere violento, ma Narcissa non sembrava dispiacersi.
Non l’aveva più vista da quella sera, anche se lei continuava a mandargli dei gufi per invitarlo alla villa. Lui non poteva.
Non voleva sottoporsi alla tortura di vedere Hermione tra le braccia di uno stupido ragazzino viziato.
Hermione, a occhi sbarrati, osservò il professore alzarsi di scatto e uscire dalla Sala Grande, a passo spedito, facendo svolazzare con il suo solito fare teatrale il suo mantello.
Il suo cervello, avrebbe voluto imporre al corpo di seguirlo, calmarlo. Ma ordinò alle gambe di rimanere dov’erano.
Voleva sapere cos’aveva Severus, ma cosa poteva interessare a lei, la morosa di Draco?
<< Hermione, mangia qualcosa. >>
<< No. >>
<<  Si >>
<< Ron, smettila. >>
<< Herm, mi dispiace per quello che ho detto prima sul treno. Ma mi sembra impossibile. Tu con Malfoy?? >>
<< Si Ron. Io e Malfoy! Se la cosa non ti sta bene, bhè… io non so cosa dirti! >>
Hermione, si alzò dal tavolo e corse via con le lacrime agli occhi.
Teneva la testa bassa, cercando di trattenere le gocce salate che le annebbiavano la vista.
Inciampò, e poi buio. L’ultimo rumore che sentì, fu l’urlo di Mirtilla Malcontenta che le diceva di stare attenta.
<< Ma cosa gli è successo? >>
<< Signor Malfoy, si calmi. >>
<< Madama Chips!! >>
<< Minerva, i ragazzi, hanno trovato l’amica stesa a terra nel bagno al secondo piano. >>
La preside guardò Harry e Draco. Sospirò.
<< Potter, è mai possibile, che quando succede qualcosa ci sia sempre tu di mezzo? >>
Draco, soffocò una risata, ma fu subito soffocata dalla visione della sua Hermione, con la fronte sporca di sangue.
<< Signora, io e Potter eravamo andati a cercare Hermione. Non l’avevamo più vista dalla cena. >>
<< E ci eravamo preoccupati. >> Completò il ragazzo con gli occhiali.
<< L’importante è che l’abbiate portata qui, ora potete andare. Su via! Sho! >>
<< Madama Chips, la prego, mi faccia restare con Hermione. >>
<< Signor Malfoy, capisco il suo legame con la ragazza, ma non posso fare alcuna eccezione. E lei deve fare il turno con l’altro prefetto di Serpeverde. >>
I due ragazzi, uscirono dall’infermeria.
<< Malfoy, se vuoi stare con Hermione sta notte, ti lascio il Mantello di mio padre. >>
<< Lo… Lo faresti davvero? >>
<< Per quanto mi disgusti l’idea di lasciarlo a te, no. Se è per far felice la mia migliore amica si! >>
<< Grazie.. Harry. >>
Harry, rispose con un semplice gesto della testa.
Non gli interessava minimamente di Draco. Sapeva, che se Hermione si fosse svegliata e avesse trovato vicino Draco, sarebbe stata felice.
Come da programmato, Harry lasciò al Serpeverde il mantello.
Quando vide la ragazza,  in infermeria, il cuore gli si riempì di amarezza. Avrebbe dovuto seguirla quando l’aveva vista piangere e correre via dalla Sala Grande. Avrebbe dovuto lasciar perdere lo sguardo della Weasley che gli diceva di lasciarla stare. Non le sarebbe successo nulla di tutto questo.
Era quasi un’ora che teneva la mano della sua amata, quando sentì dei rumori provenire dall’ingresso dell’infermeria.
Si nascose sotto il mantello, i passi, si facevano più vicini. Tirò un sospiro di sollievo, quando vide che era Madama Chips, che veniva a curare la ferita alla ragazza.
<< La ragazza più distratta di questa scuola. Come si fa ad inciampare nei propri piedi? >>  Madama Chips scuoteva la testa con dissenso.
In quel momento, arrivò Piton. Nascondeva la sua preoccupazione.
<< Cos’è successo Madama? >>
<< Oh, il signor Malfoy e il signor Potter l’hanno trovata nel bagno del secondo piano. >>
<< E cosa ci faceva la? >>
<< Il signor Potter, sosteneva che fosse corsa via a ora di cena piangendo. E sa professore. Il bagno del secondo piano è perfetto per andare a piangere. >>
<< Si si certo. >>
Il professore liquidò l’infermiera e poi rimase a guardare la ragazza. Draco, era ancora fermo lì, nella speranza che non si accorgesse di lui.
Cercava di svignarsela via, ma non si accorse che il mantello, era rimasto impigliato nella sedia. Andò sul sicuro, ma successe l’inevitabile.
Il mantello, rimase attaccato alla sedia, e lui, con una faccia più che stupita terrorizzata. Uscì allo scoperto, sotto uno sguardo da prima accigliato e poi di ghiaccio di Piton.
Questa volta l’aveva combinata grossa.
<< Signor Malfoy, vada immediatamente nel mio ufficio. Li discuteremo della sua punizione. Valutando se espellerlo o meno. >>
<< Ma.. profess… >>
<< Senza proferire parola. NEL MIO UFFICIO! SUBITO! >>
Draco, uscì dall’infermeria, sbattendo porte e quant’altro. Arrivò nell’ufficio di Piton e si chiuse alle spalle la porta sbattendola con quanta più forza aveva.
Da fuori si sentivano le imprecazione dei quadri che si erano svegliati.
Avrebbe voluto distruggere tutto quello che aveva sotto gli occhi. Avrebbe voluto distruggere anche Piton.
Sembrava che le ossa delle mani stessero uscendo dalla loro sede tanto che stringeva i pugni dal nervoso. Poi la porta si aprì.
<< Bene signor Malfoy. Ho appena parlato con la preside, che riguardo alla tua situazione mi ha dato carta bianca. C’era anche lei quando Madama Chips ti aveva raccomandato di tornare nel tuo dormitorio. Oltre al fatto di aver infranto le regole, non hai rispettato il tuo dovere di prefetto. >>
Con un gesto brusco, il professore gli strappò la medaglia argento e smeraldo da prefetto.  Draco, guardava il professore dritto negli occhi, ma captando lo sguardo di Piton, abbassò la testa. Pensò al detto “ se gli sguardi potessero uccidere”.
<< Per quanto mi dispiaccia togliere punti alla mia casa, sono costretto a togliere cinquanta punti a Serpeverde e ad inviare un gufo a sua madre con la lettera di espulsione. >>
Il ragazzo, alzò la testa di scatto, sbarrando gli occhi.
<< Ma professore, per così poco? Mi espelle?? >> in quel momento non c’era nessuna parola per descrivere come si sentisse.
Stupito. Arrabbiato. Deluso. Triste.
<< Si Malfoy. Non ho nient’altro da dire. Può andare nel dormitorio e preparare le valige. Domani mattina alle undici, prenderà il treno per Kings Cross. >>
Il ragazzo, uscì dallo studio di Piton. Si stava quasi rompendo la mascella a forza di stringere i denti. Entrò nella Sala Comune, e lì trovò Astoria che leggeva un libro.
<< Oh Draco, mi hai spaventata. >>
Il ragazzo, non rispose. Lei si avvicinò a quella figura longilinea che si era fermato prima della scale per il dormitorio.
Gli appoggiò la mano sulla spalla. Tremava.
<< Draco cosa succede? >>
<< Sono stato espulso. >>
<< Tu cosa?  Ma perché? >>
<< Perché Piton, mi ha beccato in infermeria poco fa. >>
<< E cosa ci facevi in infermeria? >>
<< Hermione, lei..era lì. >>
<< E tu ti fai espellere per una Grifondoro? >>
<< Astoria. Smettila. È la mia ragazza. >>
<< Pensavo te la saresti dimenticata prima o poi. >>
<< No. >>
<< E quindi ti devi far espellere? >>
<< Non volevo andasse a finire così. Non doveva andare a finire così. >>
<< Draco, mi dispiace. >>
Il ragazzo, salì le scale, senza dire più nulla. entrò in camera e in religioso silenzio, preparò il baule. Avrebbe potuto salutare Hermione? Avrebbe potuto spiegarle tutto?
Doveva rassicurarla.
Dall’altra parte dei sotterranei, Piton era nel suo ufficio, che con l’amaro in bocca, toglieva cinquanta punti alla sua casa.
La sua unica consolazione, era che da domani Draco non ci sarebbe più stato.
Lo aveva espulso senza dover escogitare nulla.
Ora, aveva ancora tutta metà dell’anno scolastico davanti per poter riconquistare Hermione.
C’era solo una complicazione che aveva un nome ben preciso.
Narcissa Black.

Hermione e ...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora