Erano passate due settimane da quella notte d’amore, e alla fine di ogni lezione, il Professore di Pozioni ricordava alla signorina Granger di essere in punizione.
Ogni volta che glielo ricordava Harry sogghignava, ed Hermione che faceva la scenata della studentessa offesa dentro di sé gioiva instancabilmente.
Come i castighi dell’insegnante, i gufi di Draco non tardavano ad arrivare puntualmente ogni giorno. Lettere a cui lei si rifiutava di rispondere. Non le leggeva nemmeno, a volte le rimandava indietro. Non ne voleva sapere, ormai il suo cuore apparteneva a Severus.
La ragazza, girovagava per il castello, con aria assorta e stralunata. Si fissava i piedi, senza badare molto a dove andasse. Come previsto, andò a sbattere contro qualcuno. Il suo migliore amico.
<< Harry!! Scusami, scusami tanto. Non ti avevo visto. >>
<< Nemmeno io. Cosa ci fai al settimo piano? >>
<< Facevo un giro. E tu? >>
<< Ero nella stanza delle necessità, ehm.. con Ginny. >> diventò paonazzo mettendo in risalto gli occhi color smeraldo.
<< Ma il dormitorio, il bagno dei prefetti e il pontile sul Lago, non vi bastano? >> l’imbarazzo dell’amico, scatenò l’ilarità della Grifondoro.
<< Abbiamo voluto provare. >>
<< Non voglio sapere i particolari. >>
I due amici, si diressero verso la torre di Grifondoro parlando del più e del meno.
<< Allora con, ehm… Piton? >>
<< Oh Harry, è tutto così fantastico. Spero finisca in fretta l’anno così potremmo stare insieme senza doverci nascondere. >>
<< Le punizioni? >>
Rise la riccia. << Le punizioni sono, ehm… particolari? Non so dirtelo nemmeno io, siamo instancabile e lui è così…>>
<< BABABABABA, non voglio sentire nulla su quello che tu e la serpe fate. >>
Si misero a ridere tutti e due, e lei colta dalla felicità lo prese sotto il braccio. Svoltarono l’angolo e si trovarono davanti proprio il professore di Pozioni, che a primo impatto si illuminò, ma notando la posizione della mano della sua studentessa si rabbuiò, impostando uno dei suoi tipici volti teatrali, andandosene via.
<< Signorina Granger, le volevo comunicare che le punizioni sono finite e lei potrà tranquillamente stare in Sala Comune con i suoi AMICI. >>
Lo disse dopo averli superati. Hermione rabbrividì e divento immediatamente triste e affranta.
<< Siamo gelosi eh. >>
<< E ora? Ora come faccio? >>
<< Sta sera ti materializzi nel suo ufficio e gli parli tranquillamente. >>
<< Si, ma se mi dice che non mi crede? Cioè… Harry, credo di amarlo. >>
<< Credi? >>
<< Si, non ne sono certa. Ho paura. >>
<< Ti capisco Herm. Ora però rilassati e stai un po’ con i tuoi amici. >>
<< Grazie Harry. >>
<< Figurati Herm. Sei sempre la mia migliore amica. >>
Hermione, che era rimasta tutta sera con i suoi amici, disquisendosi in una lunga chiacchierata con Neville sull’utilità della radice di Belladonna, si sorprese a pensare a quanto volesse bene a Harry e a quanto gli fosse debitrice.
<< Hermione, smettila di guardare così il mio ragazzo, altrimenti penserò che provi attrazione per lui. >> Ginny le fece l’occhiolino.
<< Tranquilla Ginevra. Ho in mente tutt’altro. >> eccome se ce l’aveva.
Controllò l’ora e si rese conto che era terribilmente tardi. Doveva andare dal suo insegnante. Così si smaterializzò direttamente all’interno del ripostiglio con le scorte dell’uomo. Scostò la porta ed osservo Piton che lavorava ad una pozione. Borbottava qualcosa
Le uniche parole che la spia riuscì a percepire furono: Harry Potter, cruciato, le è mia.
<< Geloso? >>
<< Hermione!!! >> l’uomo si spaventò e fece cadere una quantità esagerata di Artemisia nel calderone.
<< Cosa ci fai qui? >>
<< Sono venuta per chiarimenti riguardo il tuo comportamento di oggi pomeriggio. >>
<< Non devo darti alcuna giustificazione. >>
<< Oh eccome se la devi. Cosa hai pensato eh? >>
<< Cosa può pensare un fidanzato che si ritrova davanti la sua ragazza a braccetto con Potter? >>
<< Ah quindi ora siamo fidanzati? >>
<< Non era già ovvio? >>
<< Non ne abbiamo mai parlato. >>
<< Hermione, non ti facevo così ingenua. >>
La rabbia la colpì in pieno.
<< Non cercare scuse Severus Piton! Tu sei accecato dalla gelosia. >>
<< No! >> negare l’evidenza prima di tutto.
<< Professore! Lei è possessivo. >>
<< Ho detto di no! >> lui si avvicinò pericolosamente alla ragazzina che arrossì immediatamente sotto lo sguardo così carico di possessione dell’uomo.
Era geloso, eccome se lo era. Voleva averla per se, desiderava non doversi nascondere da nessuno. Desiderava averla ogni notte con se.
Lei non proferì parola, lo guardava e basta aspettando che il suo insegnante si desse una regolata. Lui colpito in pieno dallo sguardo di Hermione, calmò il respiro e si arrese come non si era mai arreso davanti a nulla. quella ragazza lo stava cambiando radicalmente.
<< Si sono geloso. E allora? >>
<< Allora, per quanto mi facci piacere la cosa, devi darti una calmata. Harry è mio amico e se proprio lo vuoi sapere gli stavo parlando di te. Parlo sempre di te! >>
<< Ammirevole. >>
Si avvicinò ancora di più al viso di lei, sfiorando con le labbra il piccolo naso che la rendeva ancora più bambina ai suoi occhi. La abbracciò.
<< Perdonami. >>
<< Mi dispiace per te, ma non basterà a farti perdonare così. >>
<< Ah si? >>
Alzò un sopracciglio con aria di sfida. Poi la prese per la vita e la tirò con violenza verso il suo corpo. Era sua.
Le loro labbra si stavano per unire quando…
Crac.
Due teste dai capelli biondo platino e con una faccia sconvolta apparvero nell’aula dei sotterranei. Hermione si ritrasse immediatamente, pregando che non avessero visto nulla, ma dalla faccia sprezzante del ragazzo, e dal viso scioccato della donna capì che madre e figlio avevano visto tutto. Hermione si sentì svenire, mentre sentì Severus irrigidirsi come colpito da un “ Pietrificus Totalus”.
Questa era una delle tante cose che non dovevano succedere. Ma in particolare questa.
<< Allora è così Hermione? >>
La ragazza colpevole abbassò lo sguardo.
<< Si, Draco, è così. >>
<< Sei una… >>
<< Non osare Draco! >> il professore estrasse la bacchetta puntandola contro Malfoy.
Narcissa per tutta risposta tirò fuori la sua Hermione era in mezzo a quel triangolo di bacchette. Sapeva cosa fare.
<< Oblvion! >>
Colpì entrambi con l’incantesimo riportandoli con la memoria a qualche minuto prima.
<< Buonasera Narcissa. A cosa devo la visita? >>
Il figlio della Black si illuminò non appena si accorse che il viso incorniciato da quella chioma ribelle era quello di Hermione.
Lei mimò un saluto con aria passiva e distaccata.
<< Buonasera Severus, Hermione.. >> spostò lo sguardo sulla ragazzina.
<< Sono venuta per dirti che ho appena parlato con la preside che ha deciso di riammettere mio figlio a scuola. E spero non avrai nulla da ridire sulla cosa. >>
Alla ragazza e all’insegnante cascò il mondo addosso.
<< Certamente. Parlerò con Minerva che chiarirà la questione. Sono certo che se ha riammesso Draco è per un buon motivo. Ovviamente gli verranno date delle restrizioni, suppongo. >>
Restrizioni del tipo stare a più di venti metri da Hermione, cosa che non stava rispettando.
<< Draco, puoi andare nel dormitorio e lasciare me e il professor Piton finire la conversazione? >>
<< Certo, vado. >>
<< Signorina Granger, se non le dispiace. >>
Severus, a malincuore dovette mandar via la sua amata, che gli lanciò un occhiataccia. Voleva tener d’occhio Narcissa. Lei non si era data per vinta. Vedeva ogni giorno il gufo di casa Malfoy arrivare al tavolo degli insegnanti.
Uscì dalla stanza impettita, cercando di non calcolare Draco, che gli si parò davanti bloccandole il passaggio.
<< Eh no Hermione ora parliamo. >>
<< Cosa vuoi da me? >>
<< Voglio chiarire e sapere e capire cosa pensi. Non mi hai più risposto. >>
<< Non sono obbligata a rispondere ai tuoi gufi Draco. >>
<< Ho sbagliato Hermione, lo so, ma ti imploro di perdonarmi. >>
<< Ho un altro. >>
Draco fu colpito sul muso da un calcio invisibile. Si lasciò sorpassare dalla ragazza che spedita se ne stava tornando alla torre di Grifondoro.
Poi una rabbia lo prese e lo spinse a rincorrerla e sbatterla contro il muro.
<< Draco che diavolo fai? >>
<< Chi è? >>
<< Lasciami andare. >>
Non riusciva a muoversi. Draco la bloccava con tutto il corpo, e se anche avesse voluto smaterializzarsi, non avrebbe potuto. Si sarebbe portata con se il ragazzo.
<< Dimmi chi è Hermione. >>
<< No. >>
<< Dimmi chi è!!!!!!!!! >>
Urlò, e la ragazza si spaventò chiudendo gli occhi e sentendo l’orecchio sinistro fischiare per l’urlo inferocito del ragazzo. La ragazza scoppiò a piangere.
Perché Severus non veniva? Cosa stava facendo con Narcissa? Perché non era corso fuori dalla porta dopo l’urlo della serpe?
Il ragazzo batte una mano furibondo sopra la spalla di Hermione e poi se ne andò. Lei, rimasta al buio si accasciò. Singhiozzava.
Possibile che non le andasse una dritta quell’anno?
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Hermione e ...
FantasiaPremessa: Questa storia non è mia ma di Halfblood394 che ha deciso di abbandonare wattpad, per quel che ho capito io perché molti la insultavano nei commenti per la tipologia della storia nonostante nessuno di loro non conoscevano lei non conoscendo...