La ragazza, si svegliò per nulla riposata. Era stata tutta la notte a pensare al patto che aveva stretto. Ma come le era venuto in mente?
Si guardava allo specchio, e vedeva un cespuglio al posto dei capelli. Era inorridita. Incantò la spazzola che le sistemò i capelli in una lunga treccia che arrivava a metà schiena.
Mentre addentava un pezzo di bacon, arrivarono i gufi con la posta. Una lettra le cadde davanti al piatto.
Era Draco.
Cara Hermione, mi dispiace non averti salutata come a dovere, ma mi è stato impedito da Piton. Sono due giorni che non ti vedo, e due giorni che non vivo. Mi manchi incredibilmente. Ti aspetto alla Testa di Porco sta sera alle nove in punto. Non dire a nessuno che vieni. Nemmeno alla Weasley.
Draco.
La ragazza, era felice di aver ricevuto la lettera. E quella sera sarebbe sicuramente andata da lui. Doveva vederlo, e sentire che qualcosa la legava ancora a lui. Non l’avrebbe data vinta a Severus. Per quanto ancora gli volesse bene, per quanto era stata bene con lui, lei era la ragazza di Draco.
I tre amici, si diressero nei sotterranei. Avevano due ore di pozioni quella mattina, per la grande gioia del povero Naville.
Tutti si sedettero ai loro posti e la lezioni iniziò. Hermione, non osava guardare il professore. Alle prime domande non alzava neanche la mano. Prendeva appunti e basta. Poi, vedendo che nessuno rispondeva alzò la mano, era più forte di lei.
<< Chi mi sa dire alcuni usi della radice essiccata di belladonna? >>
Ovviamente Hermione, parlò senza essere interpellata da Piton.
<< Bene signorina Granger. Dieci punti in meno e sta sera la aspetto alle sette nel mio laboratorio per la punizione. >>
Per un attimo boccheggiò, poi passò allo sguardo incendiario.
Gliel’avrebbe fatta pagare.
Dall’altra parte della stanza, invece, l’uomo sogghignava.
Finita l’ora la ragazza mise talmente tanta foga nel prendere la borsa ed uscire dall’aula tutta irata che dal libro di Difesa uscì la lettera di Draco, cadendo sotto il banco.
Severus, che era alla cattedra alzò lo sguardo e si accorse di quel foglietto ripiegato così accuratamente e lesse il contenuto.
No, Draco non avrebbe rovinato i suoi piani.
Il resto della giornata, trascorse tranquillamente. Per Hermione arrivò l’ora di andare di nuovo nei sotterranei. Avrebbe mangiato qualcosa alla Testa di Porco con Draco.
Arrivò davanti alla porta che trovò chiusa. Bussò.
<< Avanti >>
Hermione, entrò a testa alta e appoggiò borsa e cardigan sulla sedia vicino alla cattedra dell’uomo.
<< Bene, dovrai ripulire tutti i calderoni dei ragazzi del primo e del secondo anno senza magia. >>
<< A che ora hai intenzione di farmi andare a dormire? Facendo così non mi conquisterai. >>
<< Facendo così non andrai ad Hogsmeade >> gli restituì la lettera.
Era senza parole.
Con le lacrime agli occhi, si mise subito a pulire i calderoni. Alle otto e mezzo, aveva finito. Aveva mezz’ora per prepararsi e smaterializzarsi.
<< Non hai comunque ottenuto ciò che volevi, Severus. >>
Piton, non rispose. Si avvicinò, e spostò una ciocca di capelli che era uscita dalla treccia dietro l’orecchio. Lei non sapeva se essere imbarazzata oppure arrabbiata da quella sua arroganza.
<< Sei arrogante, e questo non ti aiuta. >>
<< E tu sei un insopportabile So-Tutto-Io. >>
<< Ora che ho finito prima del tempo, posso andare? >>
<< Per? >>
<< Per andare da Draco, ma è inutile che te lo dica. Lo sai già. >>
<< Oh certo, e credi che io ti lasci andare così? >>
<< Si. >>
<< No. >>
Si era fatto sempre più vicino, e ora la stava troneggiando. L’aveva inchiodato con il suo sguardo criptico, facendola arrossire.
Lei era immobile, con lo sguardo basso. Non voleva guardarlo negli occhi. Lui per tutta risposta all’imbarazzo che tanto gli piaceva della ragazza, avvicinò ancor di più il viso.
Il naso adunco di lui, le sfiorava una guancia. Inspirò quel profumo che gli mancò per molto tempo.
Lei, così bella e fresca. Si avvicinò alle labbra, sentendo il profumo di menta. Erano nel più completo silenzio, si sentiva solo il battito accelerato della Grifondoro, e il ghigno di soddisfazione del professore.
<< Lo sento l’effetto che ho su di te Granger. >>
<< Lasciami andare Severus. >>
<< Va bene signorina Granger, per sta sera abbiamo concluso. La rivoglio domani alla stessa ora per pulire i calderoni del quarto e del quinto anno. >>
Neanche un secondo dopo, entrò la professoressa Sprite con le riforniture per il laboratorio.
Hermione, salutò tutti e due e poi se ne andò. Appena fuori dai sotterranei, si smaterializzò in camera sua, fece una doccia si cambiò di nuovo, e si smaterializzò. Per fortuna Ginny era con Harry.
Si smaterializzò a qualche metro dall’ingresso del tetro pub e poi entrò. Appena vide il ragazzo, si illuminò, e passando in mezzo ai tavoli lo raggiunse.
<< Ciao. >> Draco era visibilmente frustrato.
<< Ehi, non mi vedi da due giorni, e mi dici CIAO? >>
<< Siediti Herm. >>
La ragazza, si sedette. E iniziarono a parlare.
<< Cosa succede Draco? Nella lettera sembravi tanto impaziente di vedermi. >>
<< Ed è così, mi sei mancata. >>
<< Ma? >>
<< Ma ho parlato con mia madre, e mi ha detto che probabilmente è meglio se cerchiamo di stare lontani. >>
<< E perché mai? >>
<< Perché se sto con te, sto male. Se non sto con te, non ho nessuna preoccupazione, scatti d’ira. Ed è meglio così. Non posso vivere lontano da te. È meglio stare senza di te. Ci abitueremo. >>
<< Capisco. >>
Hermione, si alzò, lasciando da solo Draco che non tentò di fermarla.
Le lacrime uscivano copiose. Pur cercando di fermarle, continuavano. In testa aveva solo Severus. Gliel’avrebbe fatta pagare. Le stava spezzando il cuore.
Camminò nella neve per quelle che le sembrarono ore. Sarebbe tornata al castello, ma a piedi. Sarebbe andata alla Stamberga Strillante e sarebbe uscita vicino a quello che qualche mese prima era il Platano Picchiatore.
Voleva sfogare tutta la sua rabbia. Non avrebbe permesso a Severus di fare nulla per conquistarla. Per renderla felice. Lo odiava. Odiava Draco, che si era abbattuto così facilmente al primo ostacolo. Dubitava dell’amore per lei. Eppure, l’aveva trattata così bene. Come una persona innamorata trattava il suo amore.
Non capiva più nulla. Era buio, e lei era da sola. Affondava i piedi nella neve alta, e ad ogni passo le gambe tremavano sempre di più. Le lacrime le offuscavano la vista. E i singhiozzi si facevano spazio nel suo petto. Non sapeva cosa fare. Non sapeva di chi fidarsi. I suoi amici la sostenevano, ma non approvavano.
Era quasi all’ingresso della stamberga strillante, quando le ginocchia le cedettero, e lei cadde sulla neve. Inerme.
Era in uno stato di completa confusione, teneva gli occhi chiusi, e si stava abbandonando al freddo, e alla neve che cadeva soffice sul suo corpo.
In lontananza, sentì dei passi. Cercò di vedere qualcosa, ma le lacrime, non smettevano di uscire. Mise a fuoco qualcosa che le sembrava una persona. Ma non ne riconobbe l’identità.
Si lasciò cullare dalla camminata dell’uomo? Che l’aveva presa in braccio. Si accoccolò sul petto. Aveva freddo, e bisogno di protezione.
<< Hermione! Hermione svegliati ti prego. >> l’uomo, la scuoteva delicatamente. Erano ora che la guardava dormire.
Lei aprì gli occhi, e un forte mal di testa la colpì. Le faceva ancora male la ferita sulla fronte.
Dov’era?
<< Hermione… >>
<< Sev- Severus! Cosa ci faccio qui? Dove siamo? >>
<< Hermione, ora calmati. Siamo ad Hogsmeade. >>
<< Perché no al castello? >>
<< Perché non potevo portarti lì nelle condizioni in cui ti ho travato. Cosa avrei detto? Che ti avevo trovato vicino alla stamberga strillante in un completo stato di disorientamento? >>
La ragazza non rispose. Non si spiegava nemmeno lei il suo comportamento da stupida ragazzina.
<< Cosa ti è venuto in mente? Mi volevi far prendere un infarto? >>
<< Tsk! Tu che ti preoccupi per me? >>
<< Non ti devo dare nessuna giustificazione. >>
Lei lo guardava. Era arrabbiata, frustrata e delusa da tutto.
<< Fra quanto potrò tornare al castello? >>
<< Ho scritto un gufo alla McGranitt, che saresti stata via per un paio di giorni per problemi personali. Che ne avevi parlato con me e che io avevo acconsentito. Appena ti sentirai meglio andremo ad Haft-Tower. Lì ho una casa, dove ti riprenderai. >>
<< Va bene. Sarò da sola? >>
<< Se lo vorrai si. Io ti verrò solo a curare la ferita e portare qualcosa che potrai cucinare. >>
<< Bene allora. >>
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<< Nulla. Una passeggiata. >>
<< Ok. >>
L’uomo, molto saggiamente, aveva capito che la ragazza non aveva voglia di parlare. Lui riconosceva di essersi comportato da vero bastardo con lei negli ultimi giorni. Ma se voleva riconquistarla, se voleva riaverla doveva esserlo.
E questa volta, avrebbe giocato la carta gelosia. E gli balenò per la testa solo una persona. Per quanto lo disgustasse, pensò solo alla madre di Draco.
Nella speranza che non se la fosse presa per l’espulsione del figlio.
Vide la ragazza riaddormentarsi, e la voglia di distendersi accanto a lei e proteggerla gli invase il corpo. Ma rimase immobile sulla poltrona.
Lui doveva rispettare i piani.
Lei doveva essere sua entro un mese, e ci sarebbe riuscito.
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Hermione e ...
FantasyPremessa: Questa storia non è mia ma di Halfblood394 che ha deciso di abbandonare wattpad, per quel che ho capito io perché molti la insultavano nei commenti per la tipologia della storia nonostante nessuno di loro non conoscevano lei non conoscendo...