Fine di un incubo

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Draco, attese la reazione della ragazza dopo l’incantesimo.
La fattura, non aveva funzionato, e lei lo sapeva. Lui credeva di si. Non se lo seppe spiegare, forse l’amore forte nei confronti dell’uomo, forse la presenza del bambino che la proteggeva. O magari Malfoy non era capace di portare a termine gli incantesimi di memoria.
Avrebbe fatto credere a Malfoy che l’incantesimo avesse funzionato. Gli avrebbe fatto credere che lei lo amava, e in poco tempo, avrebbe avuto la possibilità di avvertire Severus, di avvertire tutti quanti.
Con ribrezzo lei buttò le braccia intorno al collo della serpe, fingendo di essere persa per il ragazzo, che come uno stupido cascò nel tranello della Grifondoro. Non fece domande, con un colpo di bacchetta sistemò tutta la casetta che in pochi secondi diventò più accogliente e pulita.

Draco aveva l’espressione soddisfatta, di uno che era ignaro a qualsiasi cosa gli accadesse intorno.
<< Shacklebolt, ti prego, aiutami. >> l’uomo dai capelli corvini era distrutto.

 
<< Severus, ho già attivato tutti e fatto il possibile. È difficile. Lui avrà sicuramente fatto degli incantesimi di protezione rendendoci invisibile il posto in cui sono andati. Ti sto aiutando, ma non posso fare altro. >>
<< Sono spariti da giorni, io non ce la faccio più! >> fece cadere la testa fra le mani, rannicchiato sulla poltrona dell’ufficio dell’uomo.
<< Abbi fede! >> Minerva gli poggiò una mano sulla spalla. Lui quasi non si accorse del tocco della strega. Non riusciva a perdonarsi il fatto che Hermione fosse stata presa, e portata via. Non era riuscito a fare nulla per impedirlo, se non rimanere a guardare quel vortice di colori che la stava risucchiando, mandandola chissà dove.
<< Lei, è la mia vita! Trovatela! >> tuonò l’uomo ancora più affranto.
<< Calmati Severus. >>
<< Non dirmi di calmarmi Albus. Sei morto, per Merlino. >>
<< Hai ragione, sono morto, ma questo non mi impedisce di darti consigli, e di aiutarti. >>
Piton sospirò. Stava ascoltando un maledetto quadro. Cercava di focalizzare il volto dei Hermione mentre gli diceva che aspettava un bambino. Mentre gli confessava l’amore che provava per lui. Invece, nella sua testa vorticava solo l’immagine della smaterializzazione.
Non poteva perderla così. Uscì dal ministero, sbattendo più forte che poteva la porta dello studio da dove era uscito. Poi si diresse sotto il primo camino libero, e arrivò nel camino della sua stanza da letto, dove crollò. Strinse con i pugni le lenzuola, dove loro due avevano consumato il loro amore. Non poteva farcela senza di lei. Non avrebbe sofferto un’altra volta nella vita. Non per un moccioso.
Prese una sacca rigorosamente nera, la incantò e ci mise dentro più fiabe curative e utili possibili. Dei vestiti. E una piccola tenda, dove ci si poteva accampare la notte. In quel momento, si ricordò delle avventure che le aveva raccontato Hermione. di come lei con Potter e Weasley erano andati alla ricerca degli Horcrux. Inconsciamente, erano stati quei ricordi a spronarlo ad uscire dal castello ed incamminarsi. Non sarebbe stato facile, ma se la ragazza era furma come lui sapeva, avrebbe fregato Malfoy e sarebbe riuscita a tornare da lui sana e salva con il loro bambino, che lui già amava quanto amava la madre.
***
<< Kingsley, come faremo? >>
<< Non lo so Minerva. Dobbiamo aiutarlo, e dobbiamo farlo alla svelta prima che prenda decisioni affrettate. >>
Non terminò la frase, che un patronus corporeo a forma di cervo si insinuò nell’ufficio. La voce di Harry Potter parlò.
<< Piton se ne è appena andato dal castello. Non aveva nulla con se, solo una sacca nera. Ho cercato di fermarlo ma mi ha scacciato via. Sta andando a cercare Hermione. Muovetevi a trovarla. >>
I due rimasero a bocca aperta. Minerva fu la prima a spezzare il silenzio.
<< Siamo in ritardo mi sa. >>
<< Dici? Per Merlino Minerva! Adesso dobbiamo andare alla ricerca anche di Piton! >>
<< No, se la sa cavare da solo. Attiviamoci per la Granger prima di tutto. Pensiamo dove potrebbe essere andato Draco per nascondersi. >>
<< Dobbiamo parlare con Lucius Malfoy. >>
<< E perché mai? In cosa può esserci utile? >>
<< Lui ci dirà dove può essere andato a nascondersi suo figlio. >>
<< A che condizioni? >>
<< Nessuna condizione, o quello, o il bacio. >>
***
I giorni passavano, ed Hermione continuava la sua messa in scena, l’unico a cui era permesso di smaterializzarsi, era Draco. Sicuro che nessuno l’avrebbe trovato, mise barriere protettive solo per i babbani, nient’altro. Erano nel nord della Scozia. Nessuno li avrebbe trovati. Almeno, lui credeva esattamente questo. Credeva anche che Hermione non ricordasse nulla. credeva che la giovane Grifondoro avesse abboccato alla storia che le aveva raccontato per giustificare il luogo in cui si trovavano, e cioè una gravidanza non accettata da parte di tutti quanti. Compresi i suoi amici.
Pensava di avere la situazione in pugno.
Non gli balenò sicuramente per la testa, che qualcuno si sarebbe spinto fino ad Azkaban per interrogare il padre che era visibilmente sciupato e messo male dopo il ritrovamento.
***
Lui, era in un angolo con lo sguardo perso nel vuoto di quella cella buia e puzzolente. Nervosi tic gli scuotevano leggermente il capo. Non era più il Lucius Malfoy di una volta. Non aveva più i lucidi capelli, lisci e setosi che gli ricadevano morbidamente sulle spalle. Al loro posto c’era un ammasso indefinito di capelli rovinati e sporchi. Era stempiato, e se prima i segni dell’età non si facevano notare, all’età di trentotto anni ormai era un vecchio. Barba lunga e malconcia. Occhiaie violacee che gli circondavano perennemente gli occhi, occhi nei quali la luce orgogliosa di una volta si era definitivamente spenta. Era marcio. E lui continuava a ripeterselo.
Alzò lo sguardo verso la porta di ferro che si aprì con un incantesimo. Un Auror lo attendeva sull’uscio.
<< Malfoy, deve essere interrogato. >>
<< Per cosa? >>
<< Suo figlio, e ora si muova. >>
L’ultima frase del capo Auror, lo colpirono allo stomaco. Non sentiva parlare di suo figlio da quando lo avevano rinchiuso ad Azkaban. Cos’era successo per far si che chiedessero a lui di suo figlio? Continuava a ripeterselo. In cuor suo sperava che fosse salvo.
Lo fecero sedere in una stanza vuota con uno sgabello malconcio al centro, e la luce che filtrava attraverso una piccola finestra situata all’estremità del muro.
Entrò Shacklebolt. Che guardò quel resto umano con disappunto.
<< Salve signor Malfoy. >>
<< Per cosa sono stato portato qui? Dov’è mio figlio? >>
<< Questo speravamo ce lo dicesse lei. Si è smaterializzato con una studentessa. >>
<< E cosa c’è di male? >>
<< Questa studentessa è Hermione Granger, signor Malfoy. E lui è scappato con lei senza la volontà della ragazza dopo aver attaccato due studenti e un professore. >>
<< Io in questa storia cosa centro? >>
<< Speravamo ci dicesse come trovarlo. >>
<< Non lo so Shacklebolt. Abbiamo diverse proprietà sparse nell’Europa babbana. Non saprei quale avesse potuto scegliere. >>
<< Ce le elenchi tutte, noi provvederemo a stanarli. >>
<< Io cosa ne ricavo da questa confessione? >>
<< Nulla Malfoy, se non ci dirà tutte le proprietà, o se mentirà noi lo scopriremo. Se troveremo suo figlio, sconterà la sua pena come giusto che sia, altrimenti lo manderemo dai dissennatori. >>
Ragionò su quello che il moro gli aveva detto. E il vero Lucius Malfoy uscì. Preferì tradire il proprio figlio, pur di andare a morire, se non peggio.
<< Ci sono diverse proprietà in Francia, ma dubito che si possa esser smaterializzato lì. Lui ha sempre detestato quelle Manor. Attivatevi, e scoprite se si è nascosto in una della Ville dove spesso si nascondevano i mangiamorte scappati dopo la guerra. >>
<< Nient’altro? Qualcosa di più utile? >>
L’uomo rise, scatenando in Kingsley un istinto omicida.
<< Mi sembra buffo come non abbiate pensato che possa essersi nascosto nello stesso punto dove avete trovato me e Narcissa. >>
Lucius aveva ragione. Lui, che era a capo dell’Ordine e che muoveva Auror a destra e a manca e si accollava la responsabilità della ricerca non ci aveva minimamente pensato.
<< Grazie signor Malfoy. >>
L’uomo rimase in silenzio. Guardando l’Auror uscire dalla stanza e dire alle guardie di riportarlo nella sua cella.
***
Severus, si spostava di luogo in luogo, conosceva tutte le proprietà dei Malfoy. Ogni volta che irrompeva e non trovava nulla, era sempre più disperato. Stava fallendo. E i giorni passavano. L’Ordine non si era ancora dato una mossa. Pensava a Draco, e a quanto odiava lui e la sua famiglia per averlo messo al mondo.
Pensò ad un'altra proprietà mentre usciva dall’ennesima villa. Poi si ricordò di un articolo sulla Gazzetta del Profeta che riempiva la prima pagina. Insieme ai nomi di tutti i Mangiamorte che erano riuscita a scappare, c’era il nome di Lucius Malfoy e sua moglie. Li avevano ritrovati nel Nord della Scozia. In campagna.
Si smaterializzò, proprio dove si ricordava di aver letto. A meno di un miglio di distanza da lui, si erigeva una casa. Era piccola in confronto alle enormi Ville che possedevano. Era semplice, spartana e piuttosto malconcia.
Sul volto dell’uomo si dipinse un ghigno pensando a quanto potesse essere in realtà ingenuo il ragazzo. Non aveva messo abbastanza incantesimi di protezione.
Sapeva di potersi smaterializzare direttamente nella casa. Si chiese come mai Hermione non fosse ancora scappata. Corrugò la fronte. Che l’avesse uccisa? Cancellato la memoria? Incatenata? Stava andando fuori di testa. Doveva avvicinarsi e valutare la situazione prima di fare cose avventate, come smaterializzarsi direttamente in casa e rischiare di essere colpito.
 
Intanto, nella casa, Hermione aveva escogitato un piano per stare il più possibile lontano da Malfoy. Appena qualche ora prima, lui le aveva fatto una dichiarazione d’amore che alle sue orecchie sembrava del tutto falsa.
Alla banale spiegazione della fuga lei finse di crederci.
Si rinchiudeva in una stanza, e rimaneva li tutto il giorno. A volte si faceva sfuggire una lacrima, ma doveva essere forte, se non per lei per il bambino. Il bambino che intanto cresceva e le formava un piccolo rigonfiamento sul ventre.
Per quanto Hermione si sforzasse di fingere, per lei era faticoso stare vicino a Draco, dormire con lui, e sentire le mani sul suo corpo durante la notte. Non dormiva, faceva fatica a mangiare. Quello che mangiava lo faceva per nutrire il bambino. E Draco, pieno di sé, non si rendeva conto di nulla. ormai aveva raggiunto il suo scopo e non pensava che nulla potesse andare storto. Hermione non si smaterializzava, se l’avesse fatto non avrebbero mai più preso Malfoy, e quello che lei voleva era che finisse a marcire insieme a suo padre.
Credeva che fosse cambiato. Sperava, ma il risultato era che comunque sia il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Era comodamente seduta sul divano, con un cuscino sulla pancia e un libro in mano che leggeva. Si stava mangiando le mani per l’impossibilità di studiare. Gli mancavano i suoi amici, non sapevano come stavano Harry e Ginny. Tutti. Gli mancavano le lezione e la biblioteca.
E tutto per colpa di un ragazzino pieno di se, e con la mente malata quanto quella del padre.
***
A Grimmould Place, tutto l’Ordine si era riunito. Erano in pochi, quelli morti durante la guerra erano stati sostituiti dai più fedeli Auror del ministero. Harry saltellava sulla sedia, era nervoso e si chiedeva perché non si muovessero ad ascoltarlo, invece di architettare cose che poi si sarebbero rivelate inutili.
Prese in disparte il suo migliore amico e Ginny, e concorde con loro si smaterializzarono direttamente dentro una stanza della casa. Al piano di sotto, si sentiva Draco che parlava con Hermione.
Ron, impulsivo com’era, si volle lanciare fuori dalla porta e ucciderlo. Ma Harry lo trattenne.
<< Ron, calmati, dobbiamo fare le cose con calma, altrimenti si accorgerà di noi. >>
<< Miseriaccia Harry! Hermione è rinchiusa qui da due settimane. Diamoci una mossa! >>
Il moro, tirò fuori il mantello dell’invisibilità e lo mise su tutti e tre. Li copriva, ma dovevano stare attenti.
Scesero nel salotto della casa e vi trovarono Hermione, che ignara continuava a leggere il suo libro. Draco, scrutava fuori dalla finestra della cucina. Si avvicinarono.
Harry, tirò fuori la bacchetta, e gli altri due fecero lo stesso.
<< Stupecifium! >> urlarono in coro.
I tre incantesimi colpirono il ragazzo di spalle, che dopo essersi schiantato contro il muro si accasciò a terra privo di sensi.
<< Incarcerarum. >> dalla bacchetta di Ginny, uscirono delle catene che avvolsero il corpo inerme di Malfoy.
Hermione, scattò verso la cucina, e trovò tre ragazzi. Si illuminò e corse ad abbracciarli. Nello stesso istante Severus si materializzò nell’ingresso.
Hermione corse verso il rumore e vide l’uomo. Scoppiarono insieme a piangere di gioia e si abbracciarono.
<< Hermione sei viva! >>
<< Si, sono qui. >>
<< Cosa t ha fatto? Ti ha toccato? Dov’è? >>
<< Oh Severus, è in cucina. >>
<< Si, non potrà liberarsi per un po’. >>
<< Ron comparve seguito dalla sorella e da Harry.
<< Grazie ragazzi. >>
Altri crac si sentirono, e sei persone comparvero nel salotto. Kingsley, era guardingo, con la bacchetta puntata. Appena vide gli altri la abbassò, e diede ordini precisi sul ragazzo che era ancora piegato in terra.
<< Harry! Sei stato un irresponsabile. >>
<< Probabile Kingsley, ma se non avessimo preso questa decisione ora non saremmo qui. >>
<< Grazie Potter. >> il professore era pienamente riconoscente al ragazzo. Aveva salvato la sua Hermione. L’aveva riportata fra le sue braccia, e finalmente poteva vivere.
Tre Auror, scomparirono con Draco che fu direttamente portato ad Azkaban.
<< Torniamo a casa? >> Hermione, guardava adorante il suo insegnante.
<< Certo. >>
Si presero per mano e ricomparvero all’ingresso di Hogwarts. Subito dopo arrivarono anche tutti gli altri.
Dopo qualche ora con Kingsley, Hermione tornò nella Sala Comune. Aveva risposto a tutte le domande e aveva raccontato quello che era successo, e aveva chiesto al suo interlocutore come mai l’incantesimo di memoria non aveva funzionato. Lui non seppe rispondere, ma che infondo era meglio così.

Hermione e ...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora