Incomprensioni

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Niente di più stupido.
Il professore continuava a ripeterselo. Come poteva essersi innamorato di Hermione in così poco tempo? Oltre a non riuscire a spiegarsi questo, non riusciva a spiegarsi nemmeno perché ogni volta che la vedeva parlare con un ragazzo un filo spinato gli si attorcigliava intorno allo stomaco. Fitte di gelosia? Non lo voleva ammettere.
Sapeva di essere riuscito a conquistarla. Anche se voleva rendere questa sfida con se stesso un po’ più lunga, ma Draco, gli aveva dato una notevole mano. Povero ragazzino.
Da quella volta nel suo ufficio, era passata una settimana. Non si erano baciati, non era successo nulla. Solo sguardi rubati nelle ore che aveva con lei, e durante i passi. Gli sguardi, di giorno in giorno si facevano sempre più maliziosi. Quella ragazza lo avrebbe mandato fuori di testa.
La desiderava, ma voleva aspettare per rendere il tutto più bello.
Da quando era diventato un sentimentale?
Ogni volta che faceva questi pensieri scuoteva la testa e sorrideva tra se.
Hermione invece era sempre persa nei suoi pensieri. Non sapevo come realmente comportarsi con Severus. E le lettere di Draco continuavano ad arrivare, voleva sapere come stava, e come andavano gli studi. Ma lei rispondeva in maniera frigida e distaccata. Semplici informazioni. Doveva ammettere che le mancava, le mancavano le cose dolci di quel rapporto, che per ovvi motivi con Piton non poteva avere. Ma Draco era una storia chiusa, voleva chiuderla per lo meno.
Ogni tanto si perdeva nei pensieri. La sua mente era invasa da una sola persona, e quella era il professore. Lo desiderava, come quella notte nella sua stanza, dove lo aveva spudoratamente sedotto, lo aveva ammaliato con le sue capacità di giovane donna. Ma voleva fargli tirare la gola.
Si voleva far desiderare a tal punto da fargli perdere la testa. 
***
L’uomo era nel reparto proibito della biblioteca quando un gufo picchettò alla finestra vicino a lui, facendolo sobbalzare e maledire quell’ucellaccio.
Prese dalla zampina una pergamena con una scritta rossa e la firma di Narcissa Black. Come non avrebbe voluto ricevere quella lettera.
Ciao Severus,
non la tirerò per le lunghe con la storia dell’espulsione di mio figlio. Di quello ne parleremo a voce. Ci vediamo questa notte alle serre di Erbologia. Dobbiamo chiarire molte cose, tra cui la notte del ballo. Non hai risposto ai miei gufi, e se per caso lo facevi eri distaccato. Voglio solo un chiarimento.
Narcissa.
Ci sarebbe andato. Per semplice educazione e rispetto verso la donna che comunque non aveva fatto nulla di male, oltre che averlo quasi ucciso.
Si presento verso la mezzanotte ed entrò nelle serre.
<< Narcissa? >>
<< Severus, sono qui. >>
Raggiunse la donna che era molto elegante come sempre. Gli ritornarono alla mente le immagini di quella notte. Bello, ma non speciale. Semplice sesso. Lei gli aveva dichiarato il suo amore, lui da uomo insensibile che era stato fino a due settimane prima l’aveva semplicemente presa e adagiata sul letto penetrandola senza alcun commento. Senza alcun gesto d’amore, mentre lei si era completamente abbandonata a quell’uomo che tanto amava.
<< Ciao. >>
<< Ciao. >>
<< Cosa dovevi dirmi? >>
<< Non so davvero da dove iniziare Severus. Prima andiamo a letto insieme, poi espelli mio figlio e non rispondi ai miei gufi. Pensavo che dopo quella sera, si insomma… io e te… >>
<< Mi dispiace deluderti Narcissa, ma hai sbagliato a pensare. >>
Sulla donna si dipinse immediatamente un espressione di delusione e amarezza.
<< Forse ho fatto una stupidaggine a venire qui. >>
<< Se volevi dirmi qualcosa no, ma se volevi parlare di quello che è successo, sicuramente. >>
Mentre la conversazione andava avanti, un’Hermione molto assonnata, stava facendo la ronda per il castello, dalla finestra della torre del quinto piano, vide che le luci della serra erano accese. Era suo compito andare a vedere chi c’era, fosse stato anche un professore…
La donna, intanto che la discussione andava avanti, si avvicinava sempre di più al professore, che era costretto contro un tavolo pieno di piante. Gli aveva preso le mani, e si era avvicinato pericolosamente al viso del professore.
La ragazza aprì la porta che conduceva alle serre, e si ritrovò davanti la Black, con la mani intorno ai polsi di Piton e che si era avvicinata al viso dell’uomo. Mancavano pochi centimetri prima che le labbra si sfiorassero. Vedere quella scena fu come farsi prendere stomaco, cuore e tutto il resto del corpo a pugnalate.
Non si mosse di un millimetro.
Quando i due si accorsero della sua presenza, lei si riprese dal suo stato catatonico, e mormorando della scuse chiuse la porta.
Corse verso il dormitorio con le lacrime che scendevano. Non poteva essere. Non voleva crederci. Aveva passato una settimana a pensare, che ora che le cose erano andate nel verso giusto, lei potesse iniziare un rapporto seppur segreto con Severus. Invece si era solo illusa.
Si tuffò sul divano della Sala Comune e rimase a singhiozzare fino a quando il suo migliore amico, che dormiva nel letto di Ginny, non si svegliò e la raggiunse.
<< Ehi Hermione. >>
<< C-Ciao Harry. >>
<< Cosa succede? >>
<< Niente Harry. >>
<< Certo Hermione, e tu piangi per nulla. >>
<< Storia lunga, non dirmi che hai tempo! >>
<< Bhè, mi dispiace per te, ma ho tempo, quindi ora sputa il rospo. >>
Il ragazzo, riuscì a strapparle un sorriso, e lei sotto voce gli raccontò la storia dall’inizio. Harry era rimasto impassibile. Nemmeno quando gli aveva raccontato di Halloween non aveva fatto una piega.
<< Ascolta Hermione, io penso che probabilmente Narcissa è venuta qui solo per chiarire e che non abbia resistito alla tentazione di avvicinarsi a Piton. Come mi hai detto non era in atteggiamenti equivoci lui. >>
<< Si ma, non puoi capire come mi sono sentita. A me lui interessa davvero. Non sono innamorata, certo che no. Non lo ero nemmeno di Draco. Ma è sempre lui. >>
<< Chiarisciti, ok? >>
La ragazza annuì. Parlare con Harry l’aveva tirata su di morale. Ora c’era solo da andare a chiarire il tutto.
L’avrebbe fatto la sera dopo nel suo ufficio. Ora aveva solo bisogno di riposare e dimenticare il tutto.
Non fece in tempo a finire il pensiero che si addormentò sul divanetto di velluto illuminata dal fuoco che ancora scoppiettava nel camino.
Passò una settimana e lei non era ancora andata a parlare. Lui dopo ogni lezione trovava una scusa per farla restare, lei invece aveva sempre un impegno urgente e non si fermava.
Ogni giorno era sempre più triste e si convinceva sempre più del fatto che a Severus di lei non fregasse nulla.
<< Hermione, dimmi cosa succede? >>
<< Cosa dovrebbe succedere Ginny? >>
<< Da una settimana, ogni giorno che passa sei sempre più triste e non mangi. Ancora Draco? >>
<< No Ginny. Sono… sono solo presa dallo studio, tutto qui. >>
<< Ok. >>
La rossa si arrese. Hermione non era mai stata una brava attrice, ma non voleva insistere. Dall’altra parte del tavolo Harry guardava la ragazza negli occhi, e con uno sguardo le fece capire che dovevano parlare.
Uscirono dalla Sala Grande tutti insieme. Harry prese  in disparte la riccia.
<< Hermione? >>
<< Si? >>
<< Devi parlare con Piton. Ieri sera, la McGranitt mi ha convocato, dicendomi che lui le ha detto di voi. Dovete chiarire se davvero lo vuoi. Lei per affetto nei confronti di Severus e sotto consiglio di Silente ha intenzione di coprirvi. Se hai intenzione di stare con lui, chiarisci. >>
<< Piton? Ha detto alla preside di me e lui? Quando? >>
Hermione era basita.
<< Mi ha chiamato subito dopo la sua confessione, quindi… >>
Senza aggiungere altro, Hermione che doveva andare alla lezione di Antiche Rune, corse verso i sotterranei, entrò nell’aula di Pozioni ringraziando il cielo di essere da sola. Da sola con l’uomo.
<< Hermione! >>
La ragazza era affannata e rossa in viso. Non riusciva a parlare.
Con un gesto della bacchetta chiuse la porta.
<< Hermione, mi dispiace. Non so cosa tu possa aver capito quella sera nella serra, ma non è come pensi. Narcissa era venuta a chiedermi spiegazioni, e poi si è avvicinata, ma io non l’ho lasciata fare. Quando sei entr… cosa fammmbb >>
La ragazza si avvicinò all’uomo silenziosa, e mettendo una mano dietro il collo avvicinò il viso al suo e lo baciò con impeto.
Se prima Severus era rigido sotto le labbra della ragazza ora era morbido e accogliente, lasciando entrare la lingua dolce della studentessa. Lei continuava a baciarlo, si spostò sul collo e gli prese il lobo mordendoglielo.
<< Scusa. >>
<< Non ti devi scusare, mi dispiace tu abbia frainteso. >>
<< Mmm… >>
Gli occhi della ragazza erano illuminati dalla malizia.
<< Punizione signorina Granger. Questa sera dopo cena la voglio nel mio laboratorio per rendere felice un uomo che la attesa per molto tempo. >>
Lei lo baciò e senza dire nulla se ne andò a lezione con un sorriso ebete dipinto in volto.

Hermione e ...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora