Capitolo 52.

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Eren's pov.

Il ragazzo mi scostò da sopra il suo immacolato corpo, ma per la prima volta non ne sentì la mancanza, ero troppo curioso di sapere cosa si sarebbe tatuato per pensare ad altro.

Ci vestimmo una volta finita quella comoda e viziata colazione, ci coprimmo con vestiti pesanti, era comunque dicembre dopotutto.

Fu così strano vedere il corvino tanto coperto, da un lato mi fece sentire più distante, ma dall'altro, quel dannato cappotto lo fece sembrare un uomo di alta classe.

"Bhe? Vuoi rimanere a bocca aperta?"
Mi riportò alla realtà il ragazzo.

Si stava arrotolando le maniche del cappotto quando si accorse della mia ammirazione verso quel gesto.
Sbattei gli occhi e ripresi lucidità.

"Non penso sia un gran dispiacere per te che io rimanga con la bocca aperta"
Aggiunsi in tono provocatorio affiancando le mie parole ad un gesto poco casto con la bocca.

"Per quello ci sarà tempo non preoccuparti"
Mi ammonì infine il corvino afferrando le chiavi della sua auto con una mano e con l'altra la maniglia della porta.

Levi's pov. 

Avevo bisogno di distrarmi.
Non avrei mai immaginato di sputare tutto quello che avevo dentro, sopratutto con Eren.

Lo ritenevo una cosa preziosa, da tenere al sicuro, non certo renderlo partecipe di tutto quello schifo.
Sì, la mia vita prima di allora era stata uno schifo.

Stavamo scalando tutti i piani delle terme in ascensore e non potei non guardare con la coda dell'occhio il ragazzo mentre tutti quei pensieri mi balenavano nella mente.

"Che c'è? Che ho? Sapevo avrei dovuto mettermi il gel per i capell-"
Disse non appena si rese conto del mio sguardo, forse fin troppo pressante sulla sua figura.

"Eren"
Lo fermai prima che le sue paranoie prendessero il sopravvento.

"Sei perfetto così"
Continuai, percependo un senso di vergogna e lusinga da parte del moro che nel frattempo si era fatto tutto rosso.

Vidi il suo sguardo cambiare soggetto insistentemente, voleva guardarmi, reggere il mio sguardo, ma allo stesso tempo non ne fu in grado.
Non riuscii a trattenere un lieve sorriso di tenerezza, un sorriso che il ragazzo non scorse mai in quanto in quel momento a salvare la mia impulsiva espressione furono le porte dell'ascensore con un lieve scricchiolio, avvisandoci di essere arrivati al piano terra.

Raggiungemmo la macchina e in meno di venti minuti anche un tatuatore presente nella cittadina.
Entrammo nel negozio, il rumore assordante degli aghi e quello stile così eccentrico non mi dispiacevano.

"Salve, come posso aiutarla?"
Mi accolse un uomo, sarà stato sulla trentina, biondo e ricoperto di tatuaggi per tutta la lunghezza delle braccia forse volutamente scoperte da una canottiera.

"Si salve, sono qui per un tatuaggio"
Mi avvicinai al bancone seguito da Eren.

Era visibilmente a disagio da quel luogo, glielo si leggeva in viso, ma avrebbe dovuto fare uno sforzo.
Uno sforzo che poi sarebbe stato ripagato.

Il ragazzo biondo che dapprima mi servì si sfilò i guanti blu in lattice che sicuramente utilizzò per creare una qualche opera d'arte a qualcuno prima di me, e fui sollevato nel vedere usassero le giuste condizioni igieniche.

"Certo"
Mi rispose appoggiando i guanti sul bancone con entrambe le mani notando anchesse ricoperte da tatuaggi.

"Mi segua pure"
Mi disse poi facendomi cenno di seguirlo.
Prima di procedere mi voltai il giusto per lanciare un fugace sguardo al moro, uno sguardo che stava a significare che tutto quello lo stessi facendo principalmente per lui.

𝐌𝐲 𝐂𝐚𝐩𝐭𝐚𝐢𝐧 𝟐  ➣ ᴇʀᴇʀɪ    *in revisione*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora