..The kitty has claws..

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Dopo un paio di minuti in cui i due tipi mi puntavano una pistola alla testa chiedendomi indicazioni, intravedo il tetto della villa. A guardare quelle pistole mi viene solo da ridere considerando che non potrebbero uccidermi. posso considerarmi immortale. Scendo dal furgone sempre sotto mira da quel tipo e Arrivo davanti all' ingresso, Gli frugo nelle tasche dei jeans per trovare le chiavi, il tutto sotto gli sguardi dei tre stronzi.

Apro la porta di casa e mi avvio verso il suo salotto. Lo appoggio sul divano cercando di non svegliarlo, ma lui si agita ed apre gli occhi. Faccio segno a quei tre di stare fermi, non voglio che trovino un pretesto per ucciderlo. Infondo gli voglio bene e non me lo perdonerei mai.

-Shh, Dormi Berry siamo a casa tua.- gli sussurro vicino al volto facendogli una carezza sulla guancia. Da quando sono così sdolcinata? Bho..

-Resti qui?- mi domanda ancora mezzo addormentato.

- No tesoro. Mi sono dimenticata che questa notte parto per un lungo viaggio e non so quando tornerò. Avvisa anche gli altri ok?- guarda cosa mi tocca fare per salvargli il culo.

-Si, spero di rivederti presto Vandal - oddio proprio adesso doveva dire quel soprannome? Si vede che è ancora ubriaco dato che l'ho minacciato di botte per dimenticare quel soprannome. È una lunga storia, questo nome mi identifica come vandalo della città. Sotto I miei graffiti mi firmo sempre Vandal.

-Non chiamarmi così. E ora dormi o mi incazzo- gli rispondo duramente. Ormai sa che non gli farei niente di male, ma mi ha vista in azione e credo di spaventarlo a morte.

- Si, capo- e finalmente richiude gli occhi per dormire sul divano.

Prendo un foglio di carta e una penna sotto lo sguardo attento di quei tre e comincio a scrivere che sono partita per scoprire le mie origini. Lui capirà il resto.

Esco dalla casa e aspetto i tre tipi dietro di me. Richiudo la porta a chiave e la imbuco nella sua cassetta delle lettere, la troverà domani se non sarà impegnato a vomitare per tutto l'alcool bevuto.

- Bene. Ora cosa volete da me?- chiedo rivota ai tizzi. Mi hanno rovinato la giornata.

- Vogliamo te. Ci seguirai senza fiatare o dobbiamo uccidere tutti e tre i tuoi amici?- chiede il bassetto che è uscito dal lato guida. Non so cosa fare. Potrei scappare, ucciderli, depistarli o andare con loro. Non voglio ritornare in prigione o in una cella. Non voglio perdere la mia libertà. Ma allo stesso tempo devo cambiare luogo altrimenti la bastarda mi troverà prima o poi.

Purtroppo mi accorgo troppo tardi del teaser che si scontra con la pelle sul mio fianco procurandomi una scossa abbastanza forte da farmi destabilizzare, ma non svenire. Faccio un paio di passi indietro appoggiandomi al furgone nero con la mano per mantenere un certo equilibrio. Alzo gli occhi color rubino verso il tipo che mi ha colpito e vedo uno sguardo stupito attraverso il passamontagna. Forse non si aspettava che restassi in piedi. Mi volto velocemente verso il basso per non mostrare I miei occhi, ma questo non mi permette di vedere la prossima mossa di quei tre.

Sento il meccanismo a ruota del teaser che si aziona alzando il voltaggio e una seconda scossa, più forte della prima, mi colpisce vicino al collo facendomi cadere a terra. Al momento è meglio andare con loro. In ogni caso sarei dovuta scappare da quella casa. Sono stata troppi anni qui e questo è il modo più discreto per andarmene. Rapita da tre tipi sconosciuti. Faccio finta di svenire anche se la sua scossa non mi fatto poi molto effetto ed entro in uno stato di dormiveglia per stare sempre in allerta.

Percepisco qualcuno che mi solleva a modi sposa mentre qualcunaltro mi lega i polsi e le caviglie con una corda spessa. Credo che mi abbiano messo nel furgoncino dato i sobbalzi che percepisco. Sento un parlottare di voci confuse e non riesco a distinguere da quale tizio viene una voce rispetto ad un'altra. Ho la testa appoggiata sulla gamba di qualcuno mentre questo mi accarezza il viso con la mano. Un rapitore che accarezza la propria preda è un po' strano e preoccupante allo stesso tempo. Con queste carezza mi passa per la mente il ricordo di Lui che mi accarezzava sempre prima di addormentarci insieme. Era uno dei pochi momenti che potevamo stare insieme. Meglio non pensarci.

Cerco di capire la conversazione ma ho le orecchie che fischiano, forse per una galleria, e sento solo brusio di sottofondo. la macchina sobbalza prendendo una buca profonda e avendo la mani dentro la schiena sussulto dal dolore. cerco di attirare la loro attenzione con le mie urla ma sono attutite dal nastro adesivo che ho sulle labbra. Comincio a lamentarmi per la slogatura alla spalla che ho preso durante la buca. In realtà non è la prima volta che succede ma dà fastidio. È come la sensazione di avere un crampo perenne al braccio.

Smettono di parlare sentendo il mio corpo muoversi e mi tolgono la benda dagli occhi. Ci metto un attimo ad abituarmi alla luce del sole che entra dal finestrino. Continuo a lamentarmi per la spalla stringendo gli occhi per il leggero dolore cercando di farlo capire a questi tre.

-Finalmente ti sei svegliata!- borbotta scocciato il tipo più basso seduto al posto del passeggero. Maledetto nano bastardo penso mentre alzo gli occhi al cielo. Il rapitore che mi accarezzava mi aiuta a sedermi e noto che è sempre quello con gli occhi azzurri che puntava il coltello a Berry. Sono molto simili a qualcuno quegli occhi, li ho già visti.

-Se non provi a scappare ti slego le caviglie d'accordo?- mi domanda il ragazzo accanto. Io faccio un cenno con la testa per accettare l'accordo e delicatamente mi taglia le corde che ho sulle caviglie. Non appena muovo il braccio sinistro sussulto per il dolore. Stringo forte gli occhi per far passare la fitta che mi ha preso la spalla. Il tizio accanto a me si allarma quando vede che trattengo dei lamenti. Mi strappa con uno scatto il nastro che avevo sulla bocca facendomi ferire al labbro inferiore.

- Cos'hai?- Chiede con menefreghismo cercando di nascondere il suo vero stato d'animo. – L..la spalla..- sussurro indicando la spalla con il mento e lui capendo il problema prova a toccarla. Caccio un gemito di dolore quando me la muove. lo so, sono una bravissima attrice. Mi taglia anche le corde che avevo sui polsi e per poco non urlo per la fitta che mi procura muoverla. Quanto mi sto divertendo a prenderlo per il culo. Ora ho le mani libere per lo meno.

-Ti sei slogata la spalla. Devo rimetterla a posto.- mi dice prima di afferrarla e di rimettere a posto l'osso che si è spostato. Gli altri due mi guardano con un ghigno divertito e con uno strano luccichio negli occhi. Sono più che sicura che quello sia un luccichio di piacere.

-Porca puttana!- impreco per il dolore che mi ha provocato "occhi azzurri". La delicatezza non è il suo forte, anche se la maggior parte dei miei versi era tutta una messa in scena. Gli altri due scoppiano a ridere e mi guardano divertiti per la mia situazione. Ma che problemi hanno questi?

-Allora la gattina ha gli artigli, mi piaci sempre di più- ma vaffanculo, vorrei risponde a quello più basso al posto del passeggero. Mi trattengo dal rispondere con un offesa molto pesante solo per evitare di farmi scoprire così in fretta, devo apparire timida e impaurita. Cosa che non sono. se non avessi bisogno di loro li avrei già uccisi, ma quegli occhi blu mi attirano come il miele per le api. Che cosa mi sta succedendo? Perché sento come una sensazione di déjà-vu

Failed experimentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora