..New home, new life..

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Sono in una cella di isolamento situata in un ospedale per malati mentali. La stanza è molto piccola e non ha finestre solo una porta d'acciaio. Alla fine ho deciso di farmi trovare dalla stronza. Non potevo reggere da sola e speravo che trovasse il modo di uccidermi, o almeno di cancellarmi la memoria. Mi sono fatta trovare ai piedi dell'edificio in cui mi aveva rinchiuso in precedenza.

Da quando sono scappata dalla mia famiglia non sono più riuscita a tornare me stessa. Ho ancora la pelle bianco latte e la mappatura di vene blu, verdi sotto pelle.

Adesso ho un collare di piombo collegato al circuito elettrico della cella. Questo collare manda delle scariche elettriche ogni cinque minuti. La stronza pensa che mi ribellerò ancora ma ormai ho perso le speranze. Il rumore del metallo della porta che si apre mi risveglia dai miei pensieri e sulla soglia appare la donna che mi ha rovinato la vita.

- Ciao bestiolina come va? - mi chiede con quel suo fare elettrizzato. A guardarla non sembra malvagia anzi sembra molto attiva e piena di vivacità. Ma in realtà in quel corpo minuto si nasconde vera e pura malvagità. Come al solito non rispondo. Ormai sono tre mesi che sono rinchiusa qua dentro a pensare allo sguardo terrorizzato di Killian. Ero convinta che lui mi capisse, infondo anche lui ha ricevuto il mio trattamento. Ma lui è più normale di me.

- Ancora non ti degni di parlarmi? Sei tu che ti sei fatta catturare di tua spontanea volontà. - mi risponde mantenendo il suo sorriso sornione sulle labbra.

- Questo non vuol dire che io debba fraternizzare con te. - rispondo con la voce cupa e apatica. Ho deciso di spegnere del tutto i miei sentimenti e il mio cuore non batte più da due mesi ormai. Il primo mese l'ho passato sempre con gli occhi grigi quindi stare male per stare male ho deciso di spegnerlo. Non ero mai riuscita a fermarlo per così tanto tempo, e non penso di farlo ribattere presto. I miei occhi vitrei lo dimostrano. Anche la doc si è accorta di questa mia abilità, ma non mi ha ancora fatto domande al riguardo.

- Purtroppo il mondo non è un posto per quelli come te. Nessuno ti capisce. Tutti hanno paura di ciò che non conoscono e tendono a tenerlo alla larga. So che è successo qualcosa in questi anni in cui sei scappata da me. Non voglio esserti nemica. Sono solo una scienziata curiosa di ciò che non conosce e voglio scoprirne ogni sfaccettatura. Non ti resta altro posto in cui andare. Ti concedo la libertà di essere te stessa in mia presenza. Potrei fare tutto quello che vorrai se collaborerà con me e non ti tirerai indietro per gli esperimenti che voglio provare sul tuo corpo e sulla tua mente. - mi dice mentre mi accarezza la testa con fare gentile. Mi scosto bruscamente. Mentre cerco di mantenere il respiro calmo.

- Non sopporto di essere toccata. Uno dei tuoi medici che ho ucciso si divertiva ad accarezzarmi con i coltelli prima di pugnalarmi. Mi è rimasta una specie di fobia. Comunque va bene... Starò ai tuoi ordini ma tu mi lascerai libera di fare quello che voglio. Ok? - chiedo mentre un altra scossa mi invade il corpo facendomi irrigidire tutta. Vedo Emily che si avvicina per toccarmi la spalla ma mi sposto di lato mentre la corrente continua ad invadere il mio corpo.

- Non mi toccare, La scossa- riesco a balbettare mentre la carica aumenta di intensità per poi smettere all'improvviso. Mi appoggio al muro e mi rilasso chiudendo gli occhi e riprendendo il mio stato catatonico

- Avevo dimenticato che ogni cinque minuti ricevessi la scossa. Scusa. - sussurra prima di avvicinarsi lentamente a me. Poggia una mano sul collare e grazie al lettore di impronte me lo sgancia liberando il mio povero collo.

- Grazie- rispondo esausta per la scossa elettrica.

- Non ne hai più bisogno. Vieni con me- mi ordina in modo gentile e pacato. Con un po' di fatica mi alzo dal freddo pavimento e la seguo fuori dalla mia cella buia. Sotto al sole la mia pelle sembra ancora più bianca e le vene blu gli danno dei riflessi azzurrini. Sono un mostro. Continuo a seguirla anche quando passiamo vicino ad un cortile pieno di gente che mi fissa in modi diversi. Chi con disgusto, chi con curiosità, chi con astio..

Non mi soffermi molto sugli sguardi perché voglio evitare di incrociare degli occhi terrorizzati da me.

- Adesso potrai vivere qui. Le persone che hai visto in questo cortile sono tutte speciali. Non quanto te visto che tu fai parte della prima generazione di esperimenti, ma ognuno ha delle qualità singolari. Diciamo che ognuno di loro ha una tua qualità- mi spiega mentre mi porta dentro ad un cancello. Dietro di esso si apre una distesa di villette molto carine... Ognuno ha la sua villa compresa di piscina e giardino.

- La tua sarà la numero 1 visto che sei il primo esperimento riuscito. Prima di entrare in casa però devo impiantati un codice sottopelle in modo da poter interagire con la casa. -

Vuole rimettermi il cip.

- Vuoi mettermi di nuovo quel cip vero? - chiedo in un sussurro. Non voglio. Mi manda in confusione il cervello.

- No. Voglio solo poter controllare i tuoi parametri vitali e questo sensore mi permette di farlo. É installato dentro al polso, Sotto la superficie della pelle. Tranquilla, voglio provare a fidarmi di te e tu dovrai fidarti di me. - mi risponde mentre prende una pistola strana. Mi prende il polso e lo gira verso l'alto. Mi punta la pistola e preme il grilletto. Il colpo brucia un sacco ma non è il dolore causato da un proiettile. Ritira la sua pistola e mi pulisce il polso con un fazzoletto dal sangue. Mi fisso il polso e riesco a vedere il microchip inserito sottopelle.

- Ora ti manca solo il codice. -

Mi risponde prima di prendere un apparecchio ad aghi e dopo aver inserito un codice gli aghi cambiano posizione formando uno 00.

- Dove lo vuoi il tuo Tattoo? - mi chiede euforica. A quanto pare mi considera il primo esperimento in assoluto.

Gli indico dietro la spalla sinistra e aspetto che mi tatui.

Il dolore è minimo anche se gli aghi affondano per quattro centimetri sotto pelle rilasciando inchiostro rosso sangue.

Molto carino.

- Ora tutti sanno che tu sei la prima persona speciale. Sei libera ora. Quando avrò bisogno di te ti chiamerò io. - mi dice felice mentre mi lascia davanti a casa. Forse non é così male come pensavo.

Failed experimentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora