..first failed attempt..

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- Zoy fermati!- sento urlare dietro di me. Mi giro a guardare lauto che mi sta per raggiungere e vedo lo squartatore con una pistola fuori dal finestrino. Ora sono ufficialmente fottuta.

Comincia a sparare nella mia direzione e per poco non mi sfiora la testa. Purtroppo un colpo raggiunge il mio polpaccio restando bloccato nellosso. Per questo sparo perdo lequilibrio e cado ai lati della strada tenendomi la gamba ferita. Mi lamento per il dolore mentre i miei occhi diventano con sfumature verdone di paura verso quello che mi faranno dopo questo tentativo di fuga. Lauto accosta accanto a me e lo squartatore e Alfa scendono puntando una pistola contro di me.

-Sai, ci hai stupito. Nessuno è mai riuscito a scappare da quella prigione. Tu sei la prima che riesce a scappare e a raggiungere questa strada. Ora, dato che hai provato a fuggire, ti dobbiamo punire.- dice guardandomi in modo strano. Che cosa vuole farmi? Intanto vedo il ragazzo al posto guida che mi osserva senza intervenire, sembra pensieroso e preoccupato.

-Io direi di tornare a casa intanto.- dichiara lo squartatore mentre mi trascina per un polso.

Mi alzo in piedi a fatica visto il proiettile nella gamba. Insieme al verdone, nei miei occhi, si sono aggiunte sfumature blu di dolore. Salgo nei sedili posteriori con alla destra Alfa e alla sinistra lo squartatore. Mentre lauto viaggia sento le mani dello squartatore appoggiarsi sulla mia coscia e palparla. Tutto ma non questo vi prego. Cerco di spostarla ma Alfa mi afferra il busto e mi immobilizza con un coltellino puntato alla gola. Se mi muovo rischio di ferirmi con la lama premuta sul collo. Lo squartatore riprende a palparmi le cosce salendo sempre di più verso il mio pube e mi accarezza da sopra i pantaloni della tuta.

I miei occhi diventano viola scuro per il disgusto che provo in questo momento. Non voglio essere toccata da lui. Le sue mani scendono verso le gambe e quando arriva alla ferita causata dal proiettile comincia a scavarla. Gemo dal dolore mentre le fitte di dolore si espandono dalla gamba. So che vuole togliermi il proiettile ma ha scelto il modo peggiore per farlo. Va sempre più a fondo nella feria causando vari gemiti di dolore da parte mia.

-eccolo qua.- esordisce felice di aver preso il proiettile dalla ferita.

Cerco di regolare il mio respiro che si è fatto affannoso ma Alfa non vuole lasciarmi in santa pace.

- questo non è niente rispetto a quello che ti faremo ora.- intanto lauto parcheggia e Alfa mi trascina verso la porta ancora scardinata.

Sono fritta adesso. Che cosa mi faranno? Di certo non mi puniranno come in quell istituto. Non potranno mai arrivare a quel livello di sadicità.

Mi trascinano dentro la cella e mi attaccano a delle catene che pendono dalle pareti. Ho la faccia rivolta verso di loro mentre li vedo prendere una frusta particolare. Attaccano una presa alla corrente e la frusta emette una specie di sfrigolio, come una friggitrice.

Credo sia elettrificata. I miei dubbi vengono confermati dal colpo che mi procura una bruciatura su tutto il ventre. Urlo molto forte cercando di resistere al colpo successivo, senza successo Lo squartatore ride mentre un altro urlo esce dalle mie labbra.

-ora ti passerà la voglia di provare a scappare via da noi.- dice Alfa mentre prende la frusta dallo squartatore. Carica il colpo e lo scaglia sul mio petto con molta forza. Comincio a piangere cercando di trattenere le urla che ormai si diffondono nella stanza.

Il ragazzo non si muove. Mi fissa dritto negli occhi, ma quando vede le mie lacrime abbassa lo sguardo e aspetta che il mio corpo venga lasciato in pace. non ha né il coraggio di intervenire né il coraggio di guardarmi.

-Vi prego basta, non scapperò più- urlo dopo una decina di colpi sul mio busto. Sono stanchissima e ho gli occhi completamente blu per il dolore delle ferite.

-D'accordo, figlio sistemagli le bende mentre noi risistemiamo le porte.- ordina Alfa che si incammina verso la porta per rimontarla.- Ah e ci dovrai spiegare come hai fatto a scardinarle piccolo gattina.- merda. Il ragazzo si avvicina a me per liberarmi da queste manette che mi stanno lacerando i polsi. Quando sento le sue mani vicino alla mia pelle mi irrigidisco subito.

-Tranquilla- mi sussurra in modo da non farsi sentire. Provo a rilassarmi ma non ci riesco del tutto. Anche se con lui mi sento più tranquilla rispetto agli altri due. Mi slaccia le manette e mi sorregge mentre cammino verso la cella. I tagli sulla pancia fanno malissimo, in più ho delle bruciature create da quella maledetta frusta.

Mi siedo su una sedia dentro la cella mentre il ragazzo cerca di togliere la benda precedente per mettere quella nuova. Dopo aver tagliato la benda con un coltello comincia a disinfettarmi i tagli sulla pancia e sul petto.

-Quanto tempo ci metti a chiuderle?- Mi chiede il ragazzo incuriosito dopo che Alfa e lo squartatore se ne sono andati.

-Più o meno una giornata.- mento. In realtà anche adesso potrei richiuderle ma meglio non fidarsi troppo.

Il ragazzo esce dopo avermi dato dei nuovi vestiti da mettere al posto di quelli sporchi e rotti di prima. Solo ora mi rendo conto di non avergli mai chiesto il nome, ma infondo non me ne dovrebbe importare, giusto?

Credo che ormai sia diventata notte. Se mi concentro posso ascoltare le civette e i gufi che cantano mentre i tre rozzi vanno a letto nelle proprie stanze.

Failed experimentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora