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Alfa esce quasi subito mentre gli altri due mi fissano in modo strano.

- Che cosa c'è? Voi due non dovreste parlare di quello che è successo senza rompere le palle a me?-chiedo mentre quei due cominciano a ridere.

-Primo, meglio se ne parliamo insieme di questo argomento - dichiara jack - secondo, tu non hai bisogno di dormire e l'unico che non lo ha capito è quel cretino di mio fratello. Terzo, hai gli occhi di due colori diversi. Uno è viola e blu, mentre l'altro è verde e rosso scuro. Che cosa hai?-chiede jack curioso di questa nuova tonalità.

Merda! Quella stronza è ancora in circolazione ed è sulle mie tracce. Credevo di averlo disattivato, ma se ho gli occhi così vuol dire che quella stronza ha riattivato il micro-cip. Come cazzo a fatto. Devo andarmene da qui. Li metterei tutti in pericolo.

- Che cosa succede?- chiede Killian preoccupato osservando il mio volto..

- La bastarda mi ha trovato. Arriverà presto- .

- Chi sta arrivando?-domanda una quarta voce che rompe il silenzio che si era creato. Alfa entra nella cella abbastanza incazzato. Credo che abbia sentito tutto il discorso. Io, jack e Killian ci fissiamo senza rispondere. Doppia merda!!

-Zoy vieni con me, subito- ordina Alfa con il suo tono autoritario. Non mi alzo. Non voglio dovergli spiegare tutto.

-Zoy ti devo prendere con la forza?-chiede spazientito.

Mi alzo dal letto e lo seguo fuori dalla cella in religioso silenzio. continuiamo a camminare lungo il corridoio verso la porta rosso scuro con la A di Alfa credo incisa sopra. La apre con una piccola chiave e mi spinge dentro mentre accende la luce. Mi ritrovo al centro di una stanza con le pareti rosso sangue, sulla parete centrale ci sono appese molte manette che pendono dal muro. Su quella di destra ci sono fruste di varie misure e bacchette in vario materiale e dimensione. Sulla sinistra cè posizionata una struttura a croce con delle manette, dei coltelli e degli strumenti strani. Al centro accanto a me cè un palo di ferro. Non ho neanche il tempo di chiedergli che cosa sta succedendo che mi colpisce al fianco con un teaser molto potente, ma non abbastanza da mettermi K.O.

- Per un po io e te ci divertiremo, così la smetti di fare comunella con i miei famigliari.- sussurra prima di darmi un'altra scossa abbastanza forte da farmi svenire.

Mi risvegli bendata con le mani legate da qualcosa sopra la mia testa. I miei piedi non toccano terra. Ora mi ricordo, Alfa mi ha portato qui e mi ha fatto svenire. Che cosa vuole farmi ora? Aguzzo ludito per cercare di sentire qualsiasi rumore mi aiuti a capire se Alfa è presente. Un rumore di catene improvviso mi fa trasalire.

- Finalmente ti sei svegliata. Ci hai messo dieci minuti buoni. Ora comincio a divertirmi- detto questo sento i suoi passi venire verso di me.

Mi sgancia dalle manette e mi lascia cadere al suolo. Mi prende per un braccio e mi trascina non so dove. Percepisco solo le catene che strisciano accanto a me. Mi rimette in piedi e mi appoggia a quella struttura fatta a croce. Mi attacca con le manette sia i polsi che le caviglie. Solo ora capisco che sono solo con lintimo addosso.

-Cosa vuoi farmi?-chiedo con una nota di preoccupazione nella voce.

- Voglio farti pentire di avermi nascosto delle cose. Tu sei qui per soddisfare i nostri bisogni ed ora te lo dimostro- mi risponde con una voce cupa. Sento la lama di un coltello accarezzarmi la pancia. Sobbalzo quando la lama preme di più sulla pelle fino a cominciare a tagliarmi sempre più a fondo. Delle lacrime escono dai miei occhi ma non gli voglio dargli la soddisfazione di urlare. Sento che si allontana dal mio corpo senza togliere il coltello. Risento i suoi passi avvicinarsi e riprendere in mano il coltello. Comincia a muoverlo e a girarlo nella ferita. Dei gemiti lasciano la mia bocca mentre lui scava sempre più a fondo. Quando è soddisfatto del suo lavoro mi sfila il pugnale. Sento aprire un barattolo di non so cosa. Subito dopo un bruciore infernale mi investe facendomi urlare per il dolore. Credo che sia sale.

Fa la stessa cosa con tutte le ferite che mi causa con il pugnale. Così non posso rigenerarmi. Mi pugnala ancora alla coscia e comincia a a scavare mentre ci versa dentro del sale. Ho superato il limite. Ma il mio corpo ha deciso di non risponde ai miei comandi. Percepisco la mia pelle che prova a cicatrizzarsi ma il sale glielo impedisce. Sono stanchissima, vorrei solo chiudere gli occhi e dormire fino a quando i problemi non sono risolti.

Vorrei che Killian e jack fossero qui a salvarmi. Sono quasi priva di conoscenza. Mi toglie la benda che mi copriva gli occhi e ci metto un po ad abituarli alla luce.

- beh non hai più voglia di parlare?- chiede Alfa mentre si allontana per andare a prendere una frusta. Ormai i miei occhi sono neri pece e non posso fare niente se non subire i silenzio mentre le lacrime cadono sulle mie guance. Il mio cuore sta battendo una, due volte al minuto. Sono più morta che viva. Sento la frusta che si scaglia sul mio corpo con molta forza.

Urlo come una dannata. Fa ancora più male con il sale sparso sul corpo. Vorrei morire, mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, a quando quella bastarda faceva esperimenti su di me. Quella si divertiva a farmi soffrire in vari modi. Una volta mi ha gettato dell' acido sul corpo per vedere quanto resistevo. Un altro colpo di frusta si scaglia sul mio corpo facendomi urlare ancora. Se non toglie il sale rischia di farmi finire in coma. Devo estraniarmi dai colpi. È lunica soluzione fattibile. Comincio a concentrarmi sul mio cuore fino a farlo fermare completamente. I miei occhi restano neri ma diventano vitrei. Senza vita. Il respiro si blocca e i miei organi smettono di fare le loro funzioni. Perfino il sangue smettere di scendere dalle ferite. Sono morta. Chiudo gli occhi e ascolto la frusta che lacera il mio corpo. Non ho neanche la forza di rigenerarmi. Ho sofferto troppo per riuscire a reagire. Sento dei colpi contro la porta, ma Alfa è troppo impegnato a frustarmi per sentirli.

Non vale la pena vivere se è questo il modo in cui lo devo fare. Se non sarà lui sarà la dottoressa Hermes a farlo. Ho deciso. Resterò in questo stato zombie , almeno non provo dolore.

La pota viene buttata giù da Jack che subito si avventa su Alfa per fermarlo.

Killian viene verso di me di corsa e mi spacca le catene che mi tenevano bloccata. Non ho la forza di restare in piedi e lui sembra capirlo. Ho gli occhi socchiusa per la stanchezza.

- Stai tranquilla ci siamo noi- prendo un po' di energia e mi sposto dalle sue braccia, non voglio essere toccata da nessuno. Mi appoggio al muro con le lacrime agli occhi. Non dovrei provare sentimenti, ma queste non sono lacrime di tristezza ma di stanchezza. Chiudo gli occhi e mi lascio cadere contro al pavimento della stanza.

-Perché non si richiudono?- Chiede jack Dopo aver stordito Alfa con il suo stesso teaser.

- I-il s-sale- riesco a sussurrare indicando le ferite.

- Merda. hai bisogno di una doccia per toglierlo- dichiara Jack. Si avvicina a me per sollevarmi, ma mi sposto di scatto chiudendo gli occhi. Non riesco a fidarmi di loro.

- Ehi tranquilla, non ti succederà niente. Fidati di noi- mi sussurra jack mentre si avvicina di nuovo a me per sollevarmi.

Mi lascio prendere anche se sono rigida. mi portano in un bagno e mi appoggia dentro la vasca da bagno. Apre l'acqua tiepida e lascia che il mio corpo si ripulisce dal sale e si rigeneri. Comincio a richiedere le ferite più superficiali causate dalla frusta, poi passo a quello causate dal coltello.

Sono completamente guarita ma non voglio uscire da questo stato zombie. Voglio restare protetta nella mia bolla di apatia.

Killian mi risolleva facendomi irrigidisce ancora e mi porta nella mia cella per farmi vestire.

Jack è già lì che mi attende, sembra preoccupato per me. Ho gli occhi ancora tendenti al nero, credo. Sento solo dolore in questo momento. Alla fine mi sono spezzata.

Killian mi posa sul letto e mi lascia i vestiti accanto in modo da poterli prendere. Comincio a rivestirmi con calma, mentre i due mi fissano senza sapere cosa fare. Non possono fare niente al momento. Devo riuscire ad uscire dal mio stato di apatia.

Non appena sono pronta mi siedo sul letto con la schiena contro al muro e cerco di far ribattere il mio cuore. Mi concentro sul mio corpo e dopo vari tentativi riesco a far ribattere il cuore lentamente, in modo da non scatenare tutto il dolore adesso.

Failed experimentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora