..I don't know my parents..

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Prendo un paio si respiri profondi e mi siedo a terra con la schiena contro al muro. Faccio diventare i miei occhi normali e li chiudo riposando la testa contro al muro.

- Te l'ho detto che il mio corpo reagisce.- sussurro a jack che si siede accanto a me. Mi passo una mano sul marchio e sento la pelle cicatrizzata sotto ai miei polpastrelli. Un altro segno che si aggiunge alla mia vasta collezione.

- Sei una forza della natura. I tuoi genitori biologici saranno orgogliosi.-

Sussurra passando una mano sul mio nuovo marchio. Mi irrigidisco subito al tocco ma cerco di non spostarmi. Devo cominciare ad abituarmi a queste attenzioni.

- Se solo sapessi chi fossero. So solo che mia madre è morta per colpa di alcuni medicinali che gli sono stati iniettati. Invece mio padre non ho idea di chi sia, ma non penso possa essere orgoglioso di un mostro come me. Comunque credo che siano state le iniezioni di mia madre a farmi diventare così. Oltre a quella bastarda.- rispondo con voce stanca.

- Ce la fai a sopportare un altro marchio?- chiede lo squartatore mentre si alza. - non mi è bastato il primo per saziare il mio lato sadico.- dice a modi scusa.

- Ok. Ma fai solo il marchio. Non credo di riuscire a fermarmi una seconda volta che supero il limite nello stesso giorno.- acconsento mentre mi alzo anche io. Si avvicina all'armadio e mi fa segno di seguirlo. Gli vado dietro e guardo incuriosita i vari ferri. Ognuno ha una forma diversa.

- Scegli tu quello che preferisci, dovrai averlo inciso sulla pelle a vita. - mi concede la scelta, come se mi facesse un favore. in realtà potrei farle sparire le cicatrici ma meglio non dirlo. Mi avvicino ai ferri e li esamino ad uno ad uno. Uno a forma di picche mi incuriosisce. È grande venti centimetri, credo che farà male lo stesso.

- Questo- dico sollevando il ferro nominato.

- Ottima scelta. dove vuoi farlo?- risponde jack mentre porta il ferro a scaldare.

- Scegli tu. Sei tu che hai bisogno di saziare il tuo lato sadico.- rispondo tranquilla mentre lui si avvicina con il ferro incandescente. Sento i miei occhi cambiare leggermente in una sfumatura verdone, ma non si nota tanto.

- Non aver paura sdraiati a pancia in giù e sposta i capelli dalle spalle. - eseguo i suoi ordini e sposto i capelli. Credo che abbia visto il colore dei miei occhi. Sento il suo piede appoggiarsi sulla mia nuca per tenermi giù e appoggia il ferro al centro delle scapole. Stringo i pugni per il forte bruciore. Jack appoggia laltro piede sul ferro per spingerlo più a fondo. Urlo per il dolore mentre i miei occhi si bagnano di nuovo di lacrime.

- Qual è il tuo colore preferito, non richiuderla ancora- mi chiede mentre stacca il ferro dalla schiena. sento la pelle bruciare e ritentare di ricomporsi sotto mia protesta.

- Nero- sussurro mentre cerco di riprendere fiato. I miei occhi ormai sono completamente blu per il dolore. Si avvicina al camino e riposa il ferro allinterno. Prende una lattina di inchiostro credo e immerge il ferro per poi rimetterlo nel camino. Ripete questo passaggio per un paio di volte prima di incamminarsi nella mia direzione. Si avvicina con il ferro e lo riappoggia sulla ferita ancora aperta di prima. Ricomincia a schiacciare il ferro con il piede mentre le mie urla si diffondono per la camera. Quando, finalmente Solleva di nuovo il ferro, lo butta per terra staccandosi da me.

- ora puoi rigenerarti- mi sussurra vicino al mio viso. Comincio a richiudere la ferita causandomi altro dolore. Sono stanchissima. Non appena ho finito tiro un sospiro di sollievo e mi giro di schiena per appoggiarla sul fresco pavimento. Mi asciugo le lacrime con le mani e riapro gli occhi. Per oggi mi sono nutrita abbastanza. Faccio diventare i miei occhi bianchi per assorbile tutto il dolore che ho provato e ritorno in me stessa.

- Cosa vogliono dire gli occhi bianchi?-chiede jack che è stato a fissarmi per tutto il tempo.

- Niente di che. Dovevo solo riprendere le forze. È come una specie di ricarica- gli spiego cercando di non dirgli troppo.

- Ti devo portare io nella cella o ci arrivi da sola?-mi chiede jack.

- Ti fidi a lasciarmi andare da sola? Comunque non ricordo la porta.- dico mentre mi tiro su a sedere, successivamente mi alzo in piedi.

- Ok ti ci porto io. prima guarda la spalla.-mi dice trascinandomi verso uno specchio a figura intera. Ora posso vedere bene la sua iniziale sul collo. Mi giro di spalle e noto subito un picche nero in mezzo alle scapole. Molto carino devo dire.

Ritorno nella mia cella accompagnata e mi metto subito a dormire anche se non mi serve.

Failed experimentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora