..Welcome to hell..

497 8 2
                                    

- Ti avevo detto che non potevi abusare di lei senza il mio permesso. Non era ancora pronta a sopportare un azione del genere.- dice alfa mentre spinge lo squartatore via dal mio corpo indifeso e ferito.

- Killian portala nel bagno di camera mia. Dobbiamo evitare che la sua mente non reagisca più.-

Chi è Killian? Vorrei aprire gli occhi ma una forza sconosciuta me lo impedisce. Il buio comincia ad inghiottirmi un po alla volta e io non ho la forza di contrastarlo. Sento qualcuno che mi solleva e mi porta fuori da quella cella. Provo troppo dolore emotivo per stare sveglia e resistere alla presa.

-Ti prego resisti, non mi abbandonare come ho fatto io con te, Non lasciarmi qui da solo. Devi reagire. Ti prometto che prima o poi ti aiuterò a scappare- questa voce io la conosco. È la voce del ragazzo. Ora ho scoperto il suo nome, Killian. Perché dice di avermi abbandonato?

Vengo depositata in una vasca credo. Ora posso morire sapendo il suo nome. Sono pronta per andarmene, ma qualcuno non è del mio stesso parere. Sento una pioggia di acqua gelata investire il mio corpo nudo. Comincio a riemergere dal buio che mi circondava e, dopo vari tentativi riesco ad aprire gli occhi. Mi guardo intorno confusa. Prima ero nella mia cella ora sono in una vasca da bagno con un getto ghiacciato d'acqua che mi bagna da capo a piede. Sento qualcosa nella mia mano destra. Mi giro in quella direzione e vedo il ragazzo che piange mentre ripete che gli dispiace per quello che è successo. Stringo la sua mano nella mia per rassicurarlo, non voglio vederlo piangere per me. Alza lo sguardo e vedendomi sveglia si affretta a chiudere lacqua e a tirarmi fuori da quella vasca. Non mi interessa neanche che sono nuda alla sua vista. Solo le garze coprono il mio corpo in più punti. Mi hanno distrutta emotivamente. Per non cadere a pezzi completamente devo scollegare il cervello. Il mio corpo appartiene a loro, ma la mente resta la mia.

- Mi dispiace un sacco. Non sapevamo che era venuto da te. Credevamo che fosse fuori a fumare, scusa.- dice porgendomi un telo per asciugare il mio corpo. Io non rispondo lo guardo solo negli occhi lucidi per il pianto di prima senza provare una vera emozione. Mi sento apatica. Comincio ad asciugare il mio corpo con il telo e quando vedo le ferite sulla pancia slego le bende per controllare a che punto di guarigione sono. Il ragazzo, vedendo il mio gesto, si offre di aiutarmi. Annuisco soltanto lasciando cadere il telo alle mie spalle e indicandogli la benda che mi fascia il busto. La toglie con molta delicatezza senza toccare la pelle scoperta. Una volta finito noto che le ferite fatte si sono già richiuse senza lasciare neanche la cicatrice.

- Ti rigeneri sempre più in fretta e sta volta non ce neanche la cicatrice.. Non riuscirai a tenerlo nascosto ancora per molto. Ti vado a prendere dei vestiti e se vuoi stasera parliamo un po, daccordo?- annuisco accennando un sorriso debole. Mentre esce dal bagno mi riappoggio il telo sulle spalle per non restare nuda e mi siedo con la schiena contro la vasca da bagno e le ginocchia al petto. Lo scatto della maniglia del bagno mi mette sulla difensiva, anche se il mio corpo e la mia mente sono in completo disaccordo. Entra Alfa con il mano la cassetta del pronto soccorso in mano. Ora sono nei cazzi.

- Vieni qui. Fatti controllare le ferite.- dice tranquillo anche se il tono è autoritario. Nego con la testa spaventata a morte per quello che potrebbe succedermi se scoprissero il mio dono.

-ok che sei traumatizzata per quello che è successo, ma devo controllare le ferite nuove e quelle vecchie che hai. O vieni tu o ti prendo con la forza.- Mi appoggio alla vasca per mettermi in piedi, ma, non appena carico il peso sulle gambe una fitta al bassoventre mi fa tornare seduta gemendo dal dolore. Alfa si avvicina per aiutarmi ma lo blocco alzando una mano verso di lui. Prendo un paio di respiri e mi alzo stringendo i denti per le fitte dolore.

- Non chiedo di sederti poiché ci è andato giù pesante da quel che vedo. Togliti il telo che ti rifaccio il bendaggio.- Esitante tolgo il telo restando nuda davanti a lui. Dalla sua espressione deduco che ha notato la scomparsa dei graffi che mi ha fatto lo squartatore.

- Togliti la benda sulla spalla.- ordina mentre esamina il mio corpo. Comincio a slegare la fascia sulla spalla cercando di prendere tempo, anche se è tutto inutile. Tolta la benda sulla spalla, Alfa si avvicina e comincia a tastarmi la cicatrice bianca molto evidente sulla mia pelle, il ricordo della ferita di Killian. Slego tutte le bende che ricoprivano il mio corpo del tutto privo di ferite aperte.

-Girati di schiena.- ordina di nuovo in un sussurro. Credo di averlo scioccato. Eseguo il suo volere e mi giro dandogli una perfetta visione delle cicatrici delle frustate fatte dallo squartatore.

- Da quanto lo sai?- domanda leggermente arrabbiato.

- Da sempre. Lho tenuto nascosto perché so che adesso voi vi divertirete a torturarmi molto più duramente di prima e volevo evitare tutto quel dolore, ma adesso è troppo tardi per nascondervelo.- dico con lo sguardo perso nel vuoto, già anche la bastarda ha fatto la sua stessa faccia. Alfa mi poggia una mano sulle cicatrici e al contatto mi sposto in avanti di un passo. Prendo un respiro profondo e torno sotto il suo tocco. Comincia a passare i contorni delle cicatrici causate dalla frusta, poi quelle del pugnale sul fianco e sulla spalla. Non posso sopportare essere toccata così. Mi spaventa a morte. Il mio respiro aumenta e la paura mi investe. Stringo forte gli occhi e i pugni delle mani per trattenermi dal scappare lontano dal suo tocco. Percepisco le sue mani sulle mie spalle che mi fanno girare verso di lui. Tremo dalla paura ormai.

-Apri gli occhi Zoy - mi ordina Alfa con tono autoritario ma tranquillo. Prima di aprire gli occhi cerco di calmare laffanno che mi è venuto. Dopo un paio di minuti apro gli occhi tenendo lo sguardo basso e rilasso le mani.

- Guardami.- ordina ancora Alfa mettendomi due ditta sotto al mento. Alzo gli occhi puntandoli nei suoi. Non mi vergogno di essere nuda davanti a lui.

-Adesso dimmi la verità, mio figlio lo sapeva?- mi chiede con voce ferma. Intanto per i corridoi sento i passi del ragazzo che si avvicinano

- No. Suo figlio non lo sapeva che avevo questa abilità. Mi rifiutavo di essere controllata e le bende le cambiavo da sola.- rispondo mentendo, ma sicura di me. Subito dopo sento i passi del ragazzo velocizzarsi fino alla porta del bagno. Apre la porta e lascia i vestiti per me sul lavandino.

- Tu lo sapevi?- chiede alfa al figlio indicando le mie cicatrici. Il ragazzo mi guarda per cercare una risposta e io nego con la testa.

- No. Si rifiutava di essere curata da me. - risponde guardandolo negli occhi.

- Bene, finalmente ti abbiamo trovata. Il tuo inferno personale ha inizio!-

Dichiara Alfa uscendo dal bagno.

Sono ancora chiusa in questa maledettissima cella. Dopo la conversazione con alfa, il ragazzo mi ha riportato nella cella. Con mia sorpresa ora cè una brandina sollevata da terra con sopra un materasso, una lavagna di quelle bianche con il pennarello nero per scrivere e un biglietto poggiato sul letto. passerai molto più tempo qui, quindi ho deciso si farti avere almeno un letto decente e sulla lavagna puoi scrivere le settimane che passano . Comincio a segnare le due settimane che ho passato qui con il pennarello. Quindi io dovrò restare qui ancora a lungo. Non voglio essere torturata duramente ancora.

Voglio scappare da questi pazzi, voglio tornare in mezzo alle montagne e cambiare nome, casa, crearmi una famiglia tutta mia, vivere felice e libera. Prendo la lavagnetta e comincio a disegnare il panorama che riuscivo a vedere la mattina attraverso la finestra di casa mia.

Potevo vedere il sole sorgere tra due montagne innevate e un tappeto di alberi di betulla a contornarlo. Era stupendo. Il mio disegno è molto veritiero, nonostante ho solo un pennarello per fare le sfumature e le ombre.

Non appena ho finito mi accorgo delle lacrime che scendono dai miei occhi e che bagnano il mio disegno, cancellando il pennarello.

Riappendo la lavagnetta al muro e mi sdraio sul mio nuovo letto. Devo dire che è molto più comodo del materasso sudicio di prima.

Mi addormento sognando montagne e occhi azzurri intensi. Ogni tanto posso dormire anche io.

Failed experimentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora