..Are you ready to die?..

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Davanti alla mia villa si è formata una folla di persone che, a quanto pare mi vogliono accompagnare in Arena. Il tempo è volato.

Comincio a seguirli fino a trovarmi davanti ad uno stadio vero e proprio. Sugli spalti le persone cominciano ad urlarmi contro cose poco carine. Cosa gli ho fatto di male? probabilmente la troietta è la loro dittatrice, sempre sotto al volere di Emily.

- Sei pronta a morire?- mi chiede con voce di scherno la puttanella accanto a me.

- Ciao anche a te 101... oggi non sarò io a morire, mi spiace.- le sussurro ad un orecchio prima di allontanarmi di scatto. non ho intenzione di far diventare la mia pelle bluastra vincerei subito. devo darle almeno una remota possibilità di battermi. tanto in ogni caso vincerei io, dato che non posso morire.

- Siamo qui riuniti per assistere allo scontro tra 101 e la ragazza appena arrivata. allora non ci sono regole. potete usare ogni singola vostra abilità, inoltre vi verranno date delle armi che potrete scegliere se usare o no. bene che il combattimento all'ultimo sangue abbia inizio. l'incontro finirà quando una delle due sarà priva di conoscenza o morta. COMBATTETE!!- urla Doc da una cabina rialzata sugli spalti. a quanto pare ha deciso di tenere la mia falsa identità. magari le faccio una sorpresa.

mi giro verso la nera e mi metto in posizione di difesa. dovrà attaccarmi lei per iniziare. cominciamo a girarci intorno mentre ci studiamo a vicenda. i miei occhi tendono a diventare rossi sangue per la rabbia, ma ancora cerco di trattenermi. non devo mostrare emozioni. la ragazza davanti a me cambia il colore degli occhi in un rosso intenso. a quanto pare ha molti problemi a gestire la rabbia.

all'improvviso parte in avanti cercando di tirarmi un pugno sul viso. lo schivo con facilità e gli assesto una gomitata sulla schiena per farla cadere. la folla è muta. un silenzio mortale riecheggia tra queste mura. a quanto pare sono la prima che riesce a colpirla, che sfigata. Anche la ragazza Africana mi fissa sbalordita.

- Sei molto lenta tesoro - le dico deridendola. A quanto pare non è ancora riuscita a replicare gli esperimenti che ha fatto a me. Lancio un occhiata con tanto di sopracciglio alzato a doc che mi risponde alzando le spalle.

Si scaglia contro di me e mi butta a terra. Si siede sopra di me e comincia tempestarmi la faccia di pugni. Proprio quello che mi ci voleva. Faccio diventare i miei occhi bianchi e comincio ad assorbire tutto il nutrimento possibile. Con una spinta di bacino capovolgo la situazione e, al posto di sfruttare questa posizione mi alzo e aspetto che anche lei lo faccia lo so, sono troppo corretta con sta puttanella.

la ragazza prova a riattaccarmi ma fallisce miseramente, visto che con un salto mi proietto alle sue spalle e le tiro un calcio sulla schiena. 101 cade a terra un po destabilizzata, ci credo, gli ho incrinato un paio di costole.

- Sei solamente fortunata, io sono la prima ragazza ad essere sopravvissuta e tu sei solo una delle tante, non puoi competere contro di me, - dopo questa frase i suoi occhi diventano neri e comincia ad attaccarmi alla cieca con una katana molto affilata che si trovava lì vicino. Con la lama mi trapassa il cuore da parte a parte. La folla è muta mentre gli occhi della cagnetta ritornano grigi. Alzo lo sguardo verso Doc che mi fissa senza emettere un verso. Quando vede che non cado si allontana spaventata. Lentamente mi sfilo la lama e cicatrizzo la ferita in meno di cinque secondi.

- Non puoi uccidere una persona che è già morta dentro- è il momento di farla finita. fermo la ragazza per le spalle e con una mossa di judo la scaravento contro la parete. ora sono incazzata.

- Devi smetterla di crederti la più figa solo perché sei stata la prima. siamo tutti uguali. siamo tutti esperimenti, non siamo più umani, abbiamo perso la nostra umanità quando abbiamo subito quei test, e se proprio ci tieni a saperlo sono io la prima ragazza ad essere sopravvissuta, io sono l'unica sopravvissuta della prima generazione. Non vantarti di questo..- le sussurro ad un orecchio mentre la prendo per i capelli e la lancio contro l'altro muro.

- Prova a dirlo ad anima viva e ti spezzo tutte le ossa. È chiaro- gli ordinò sempre senza farmi sentire dagli altri. Riprendo la katana dalle mani e spezzo la lama senza fatica.

La ragazza sviene a terra dopo aver sussurrato un si.

Bene, La gallinella è sistemata. Adesso posso stare tranquilla. Hanno capito che con me non si scherza. Mi rialzo in piedi mentre tutta la folla mi guardano stupiti. Ora sanno con chi hanno a che fare.

- Ora per vivere in pace con me vi chiedo solo una cosa... Non sfidatemi mai! Posso diventare un vero e proprio mostro. - urlo con voce dura ma apatica.

Sono riuscita a tenere a bada il mio cuore che provava a battere.

Potrò riprendere a battere solo quando Killian mi avrà accettato per quella che sono. Anche se so che non succederà mai.

Io sono morta il giorno in cui Killian ha spezzato il mio cuore e nessuno riuscirà a ricucirlo. Esco da quell'area di combattimento e mi dirigo al parco di stamattina. Devo riposarmi e cercare un po' di pace. Voglio liberarmi Dell'adrenalina che ho in corpo. Per le strade tutti mi evitano e fanno bene, sono un mostro anche rispetto a loro.

Nel parco le poche coppie che c'erano cominciano a scappare non appena mi vedono arrivare. Sono sola in mezzo alla natura. Mi siedo sopra un ramo di ciliegio a quattro metri di altezza e attendo la chiamata di Doc. Ormai non ha senso chiamarla Bastarda o stronza se sono stata io a venire da lei a testa china. Spero solo che non provi a corrompermi o ad ingannarmi per diventarmi amica, non lo sopporterei. Mentre sono persa nei miei pensieri dei passi leggeri e timorosi rimbombano nelle mie orecchie.

- Chiunque tu sia vattene- urlo dalla mia postazione senza muovere un muscolo. A quei passi se ne aggiungono altri diventando una vera e propria folla. Spazientita di non sentire risposta salto giù dal ramo atterrando elegantemente di fronte alla folla che mi fissa meravigliata. Davanti a me si piazza la ragazza Africana a capo di quella massa di persone.

- Volevamo chiederti se ti andava di aiutarci a scappare da questo posto.- mi chiede timorosa abbassando lo sguardo. Prima di dare una risposta mi concentro per sentire se ci sono telecamere o microfoni. Sfortunatamente ce ne sono un paio messi sugli alberi. Guarda cosa mi tocca fare. Mi siedo a terra e mi concentro sulle menti di tutte le persone davanti a me. Dopo poco riesco a creare un canale di comunicazione attraverso loro.

Se mi sentite fate un cenno con la testa sussurro nelle loro menti per non spaventarli. Vedo che molti mi confermano stupiti altri si tengono la testa

"Ci sono microfoni quindi evitate di parlare. Vi aiuterò a patto che voi aiuterete me. Spiego sempre con la voce bassa per non aumentare il mal di testa di quei poveracci.

Ora reggetemi il gioco ordino

- Non si può scappare da questo posto.- dico a voce alta in modo che I microfoni registrino bene.

- Se ci uniamo riusciremo.- mi risponde una ragazzina supplicante, credo abbia quindici anni, non di più.

- Anche se ci riusciste, fuori non cè spazio per quelli come noi. Ora andatevene e lasciatemi sola.-

Presto riparleremo, ma ora andate. Se sentite una fitta alla testa sono io che vi contatto.

Bene vedo la folla che comincia a diradarsi mentre io mi appoggio di schiena ad un tronco per calmare il mal di testa allucinante che mi sono procurata. Non credevo di riuscirci con così tante persone. Forse potrei provare con Killian, ma per dirgli cosa? Semplicemente niente.

Failed experimentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora