..I know, I'm a monster..

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Vengo riportata alla realtà dal cigolio della porta. Credo che sia mattina dato i rumori delle voci che arrivano al mio orecchio. Continuo a tenere gli occhi chiusi per capire chi è. Non credo di riuscire a sopportare una giornata come quella di ieri. La porta della mia cella viene aperta e una persona viene verso il mio letto. Sento una mano che mi sposta leggermente dal muro e comincia a slegarmi la fasciatura ormai sporca credo. Il tocco è leggerissimo. Quasi non volesse svegliarmi. Peccato che possiedo un udito super sviluppato e sento anche il rumore delle ossa che si muovono. Credo che sia il ragazzo, dato che cerca di toccarmi il meno possibile per non svegliarmi e non provocarmi un attacco di panico.

Arrivato all'ultimo strato è costretto ad appoggiarmi una mano sul fianco per non farmi male. Il mio corpo reagisce distinto tendendosi come una corda di violino.

-Shh. Continua a dormire. Non ti sto facendo niente di male, voglio solo cambiarti le bende.- sussurra il ragazzo mentre cerca di togliere l'ultimo strato di benda. Il mio respiro si velocizza mentre ingoio a vuoto per cercare di restare tranquilla. Finalmente mi slega anche quella ed io posso riprendere a respirare normalmente.

- ti devo mettere quelle nuove. Ti puoi sedere, per favore?- mi chiede mentre prende del disinfettante dalla cassetta di pronto Soccorso. Senza rispondere alzo la testa dal cuscino e mi siedo davanti al ragazzo. Ha un modo diverso di comportarsi rispetto agli altri due,lui non mi ha ancora torturato stranamente. Chissà perché è con loro. Anche se alfa è suo padre non dovrebbe seguire la sua stessa strada. Che cosa ha portato questo ragazzo a diventare un criminale? I suoi occhi mi incantano, sono più blu del mare. Io li conosco questi occhi non mi ricordo di chi siano ma li o già visti almeno una volta nella mia vita.

-ti puoi girare di spalle? Devo vedere le ferite- chiede ancora mentre si prepara per disinfettarmele. Mi giro di spalle permettendogli di disinfettare le ferite. Adesso scoprirà tutto. Le ferite ormai sono richiuse e restano solo un ricordo ben impresso nella mia mente. Purtroppo non sono riuscita a fermare il processo di guarigione.

Sento il ragazzo trattenere il fiato per lo stupore. Le sue dita cominciano a percorrere le cicatrici con un tocco leggero e delicato. Cerco di resistere alla voglia di sottrarmi per paura, ma il mio corpo ha la meglio quindi faccio uno scatto in avanti e spingo il ragazzo lontano da me.

-come è possibile?- si domanda il ragazzo, intanto io sospiro. Lo sapevo che prima o poi lo avrebbero scoperto. Non immaginavo così in fretta. Ora sono fottuta. Cerco di tenere molta distanza tra me e il ragazzo che mi fissa sempre più sorpreso. Non so se dirglielo o no. Non so perche ma sento che di quegli occhi mi posso fidare. È sbagliato.. non dovrei provare questi sentimenti per questo ragazzo che mi ha rapito insieme alla sua famiglia e mi tiene rinchiusa come un cane in gabbia.

- ora ti spiego, ma non dirlo agli altri due altrimenti sono fottuta.- il ragazzo annuisce incuriosito e spaventato da me mentre io comincio a spiegare. - io ho un DNA diverso dai vostri. Io sono geneticamente modificata per non subire danni al mio corpo. Non è una cosa che ho scelto, ma che mi hanno imposto. il mio nome è Z96-1 e sono una cavia da laboratorio. Ora cerco di vivere una vita normale anche se sono in continua fuga. In poche parole io mi rigenero molto più velocemente di una persona qualsiasi. Ora ti prego non dirlo a quei due altrimenti sono spacciata. Ho già capito che siete dei sadici, tutti e tre. Ma vorrei evitare che voi mi uccidiate per questo. Sono un mostro lo so, sono un abominio e so anche questo, ma vorrei continuare a vivere la mia vita- sussurro ormai in preda al panico senza dirgli della struttura. Non voglio dare troppi dettagli della mia vita passata e delle mie abilità.

Il ragazzo non mi dice niente, ma mi stupisce abbracciandomi stretta a lui. Io mi irrigidisco subito e non ricambio labbraccio , ma alcune lacrime cadono sulle mie guance. I miei occhi cambiano, diventando arancioni simbolo di vigilanza. Anche le sue braccia mi sembrano famigliari. Mi ricorda troppo Lui. Devo stargli il più lontano possibile.

Si stacca quasi subito imbarazzato cercando di mascherare il suo errore.

- non lo dirò a loro due tranquilla. Sai non mi aspettavo che tu ti confessassi con me. Come mai non lhai detto quando ti frustavano? Avresti potuto evitare tutto questo dolore.- mi chiede pensieroso. Davvero non ci arriva da solo?

-ora che sai la verità, se fossi in loro, che cosa faresti?- gli chiedo nervosa.

- credo che ti torturerei per vedere fino a che punto puoi resistere. Oh Ora capisco il tuo punto di vista. Ti rimetto la benda anche se non ne avresti bisogno e ti porto dei vestiti puliti.-

Tengo gli occhi bassi mentre le mani del ragazzo cercano di non toccarmi la pelle durante il bendaggio, anche se risulta difficile.

Dopo avermi fasciato, esce per andare a cercare dei vestiti.

Non so cosa fare. Vorrei scappare, ma so che mi riprenderebbero o mi cercherebbero fino a ritrovarmi. Poi, quando mi hanno portata qui, ho visto che siamo circondati da un fitto bosco, non ho una via di fuga ma devo provarci lo stesso.

Mi alzo in piedi e con un po di forza scardino la porta di vetro che mi rinchiudeva. Ladrenalina comincia a scorrere nel mio corpo come un fiume. I miei occhi restano arancioni per permettermi di concentrarmi meglio sul mio obbiettivo. Mi avvio verso la porta da cui mi hanno fatto entrare il primo giorno e scardino anche questa senza fatica. Comincio a correre in mezzo ai rami intricati del bosco per cercare di fuggire il più lontano possibile da loro.

Salto le radici, schivo i rami bassi e con agilità faccio lo slalom tra gli aceri. Il sole ormai è nel suo punto più alto quindi sono molto facile da individuare se mi nascondo. Sento dietro di me dei passi lontani e delle voci che urlano il mio nome. Credo di averli fatti incazzare. Se mi prendessero dovrei spiegare come ho fatto a scardinare la porta.

Finalmente vedo una strada e comincio a seguire quella senza smettere di correre. Come velocità sono pari ad una macchina, ma per non farmi vedere e riconoscere sto correndo come un qualsiasi umano.

Sento il rumore di un motore dauto che freccia sulla strada dietro di me. Dal suono credo che sia la loro auto. Devo scappare il più in fretta possibile.

Lauto è sempre più vicina e, se non voglio che scoprano tutto devo farmi prendere di nuovo. Questo è solo il primo tentativo. Presto riuscirò a scappare. Speriamo che non mi torturino in modo troppo violento.

Failed experimentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora