Capitolo 22

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Passarono alcuni giorni. Baby cominciò ad abituarsi ad avere in giro sia Shadow che Ennard. Con i Funtime animatronici passava più tempo di quanto non ne passava nella Freddy Fazbear's Pizza. Molto spesso parlava con Ennard e raramente iniziò a vedere Shadow. Non sapeva il perché, ma la cosa la rasserenó abbastanza. Al contrario, Nightmare si sentiva peggio ogni giorno che proseguiva ad un altro. Non faceva che pensare a Nadia e di quello che le confessò. Si sentiva un vigliacco, perché da quella notte non andò più al parco a trovarla. Ogni volta che ci rifletteva, il suo cuore batteva a fatica e le sue lacrime bagnavano il suo volto di sangue. Quando andava a lavoro, arrivava più serio di quanto non lo fosse già di suo. Una sera, tornato nel locale, decise che era giunto il momento di confidarsi con qualcuno sul suo problema. Qualcuno che ha avuto un esperienza simile alla sua. E lui sapeva chi. Si diresse verso una stanza, non molto lontana da quella di controllo. Entrando, non restò molto sorpreso nel trovare Springtrap che passeggiava pensieroso per la stanza. Appena lui si accorse della sua presenza, si fermò di colpo, fissandolo per qualche secondo prima di parlargli < Ehy, Nightmare. Che ci fai qui ?> < H..ho bisogno di parlarti, papà> , disse quasi tremante ed imbarazzato. Springtrap se ne accorse subito che c'era qualcosa che non andava in lui. Solitamente vedeva Nightmare serio, però questa volta era come se fosse affranto. Gli suggerì di prendersi una sedia e parlarne entrambi seduti. < Allora, raccontami tutto> Nightmare ci mise un po' a prendere la parola, riflettendo su ogni minima parola che doveva dire per riferirgli l'accaduto. < Sai che molto spesso esco dal locale per andare al parco per leggere, no ?. I..io, una sera, ho i..i.incontrato....> , fece un respiro profondo <...una persona> Il rossore nelle sue guance cominciò a farsi sentire, e non sapeva se guardarlo negli occhi o da un altra parte. In ogni caso, doveva dirglielo ormai. < Davvero? E gli hai parlato ?> , gli chiese Springtrap ancor più curioso. Lui annuì, specificando che in realtà era una ragazza. Gli disse il suo nome e tante altre caratteristiche. < Un paio di sere fa, ho fatto qualcosa che non mi aspettavo mai di poter commettere.>, confessò, deglutendo < L'ho baciata. Ma come un vigliacco sono scappato da lei ed ora non so più cosa fare. Da quella notte non l'ho più rivista, perché mi rifiuto di incontrarla di nuovo.> < Perché ?> , gli chiese Springtrap, abbastanza perplesso. < Perché ho paura che, dopo averle mostrato chi sono veramente, possa avere timore di me.> , dicendo ciò, ricominció a piangere sangue. I suoi singhiozzi vennero interrotti dalla mano di Springtrap, dove l'appoggió sulla spalla di Nightmare. < Ascoltami, Nightmare.> , prese lui la parola, guardandolo dritto negli occhi lucidi dalle lacrime. < Io, per questo stesso motivo, stavo per perdere tua madre per colpa di un altro. Se provi veramente qualcosa per lei, allora corri, prima che qualcun'altro la porti via da te per sempre. Corri!>, gli disse deciso, indicando l'uscita della stanza. Nightmare esitò nell'alzarsi, facendo dei piccoli scatti con le gambe. La paura, in quel momento, era più forte. Springtrap, così, lo riggiró verso di sé, riguardandolo con più insistenza. < Dimmi, Nightmare, tu la ami ?!>, gli disse quasi urlando, per farlo svegliare e ragionare. < I..io....Sì> < "Sì" cosa ?> < Sì, io la amo, la amo!> < Allora che aspetti ?! Corri da lei, ora!>. Quasi facendo cadere la sedia per terra , sfrecció fuori dalla stanza ed uscì di corsa dal locale. Le forze non gli mancavano. Il fiatone si faceva sentire sempre di più, ma il suo cuore innamorato non gli permetteva di avere la meglio su di lui. Arrivato al parco, riprese fiato per un momento, appoggiando entrambe le mani sulle ginocchia, fissando il marciapiede. Alzando lo sguardo, si accorse con grande delusione che Nadia non era lì. Controlló l'orario nel suo orologio da taschino : era esattamente mezzanotte. Decise di stare lì per qualche minuto, aspettandola.
Più il tempo passava e più la sua pazienza si esauriva. Dava un occhiata un po' dappertutto, ma di Nadia nessuna traccia. Stava in piedi, troppo teso per potersi sedere. Riformulava a mente quello che le avrebbe detto se lei fosse arrivata. Qualsiasi cosa le avesse conferito, quella frase riguardava sicuramente tutto quello che lui provava. Faceva avanti ed indietro, con le mani dietro la schiena, sollevando ogni tanto lo sguardo verso la luna che risplendeva nel cielo.
Mezz'ora dopo Nightmare iniziò seriamente a preoccuparsi. Si chiedeva il perché non fosse ancora arrivata. Cercò di tranquillizzarsi, dicendosi che ,molto probabilmente, era solo in ritardo. Notò delle viole proprio sotto la fontana e pensò di prenderne un bel mazzo per fare più bella figura. Sentì il loro buonissimo profumo attraversargli le narici, che lo fecero calmare un po'.
Il tempo scorreva lentamente, sembrava non passare mai. Stanco di stare alzato, si sedette sulla solita panchina, rimanendo altri cinque minuti ad aspettarla. Quando si rassegnó che non sarebbe arrivata, sentì dei passi dietro di lui. Si girò per vedere chi fosse, sperando che fosse lei : ed effettivamente lo era. Nadia era lì, con un espressione di stupore. Stette ferma senza dire una parola, prima di avvicinarsi verso Nightmare. < Oh, Nadia, non sai quanto sono felice di rivederti> , le disse, sorridendole come non aveva mai fatto prima, alzandosi velocemente ed avanzando verso di lei. Nadia teneva stretto al petto un libro, intenta a leggere. Nightmare le porse i fiori davanti, continuando a sorriderle. < T..ti ho preso delle viole. Spero siano di tuo gradimento.> Per quanto le trasmettesse la sua enorme gioia, l'espressione di Nadia non cambiò; era triste, arrabbiata, non riusciva a capire che cosa avesse. < Nadia, va tutto bene ?> , gli chiese, avvicinandosi di un altro passo verso di lei. Nadia lo schivó senza rispondergli e si andò a sedere dall'altro lato della panchina, aprendo in contemporanea il libro. Nightmare fece lo stesso. Non gli concesse neanche uno sguardo. Era terribilmente seria. Nightmare provò a chiamarla, appoggiandole una mano sulla spalla scoperta, però lei subito la levó, chiudendo forte il libro è sbattendolo con forza sulla panchina. Si girò verso Nightmare e lo fissò dritto negli occhi, arrabbiatissima. < Perché sei scappato?!!> , gli urlò con gli occhi lucidi. < Perché i tuoi occhi sono cambiati? Perché non me l'hai detto prima?!! C..cosa...C..chi sei realmente ?!!> < Nadia, io ti giuro che te l'avrei anche detto tanto tempo fa, ma avevo paura che tu mi temessi>, si giustificó, cercando di migliorare la situazione: cosa che non accadde. < Nightmare, i..io non ho dormito per tante notti. Ti rendi conto? Io da quella notte ho sofferto per te. Mi sentivo uno schifo e mi sento così tutt'ora> , disse lei, iniziando a spargere lacrime in abbondanza. < Io non mi sono sentito da meno. Ogni giorno ero in pensiero per te. Ma temevo solo che tu avessi paura di me. Lo vuoi capire ?> < E tu vuoi capire che la solitudine è peggio di aver paura ?>, urlò un'altra volta lei. < Perché mi hai lasciato da sola ? Ma sopratutto, chi sei veramente, eh?!!>. Si portò le mani sugli occhi, asciugandosi le lacrime che scorrevano veloci. < È un discorso troppo lungo e complesso, Nadia. Non è il momento più adatto. > < Se è per questo, allora non voglio più parlarti, né tanto meno vederti> , affermò lei , dandogli le spalle. Nightmare non si sentiva così infuriato da chissà quanto tempo. Avrebbe voluto trattenersi, ma ormai era troppo tardi. I suoi occhi cambiarono, i denti e gli artigli affilati si fecero sentire. Le sue orecchie nere da orso apparvero. Il sangue gli scorreva a raffica nelle vene, così come sulle sue guance e dai suoi occhi. Nadia, sentendo il suo ringhio, si girò per controllarlo. In quello stesso attimo, Nightmare le saltò addosso, prendendola per il collo. Le punte delle unghie, le penetravano quasi la pelle bianca, mentre guardava con terrore sugli occhi rossi e neri di Nightmare che la fissavano aggressivi. < Contenta ? Adesso hai visto come sono realmente.> La sua voce era totalmente cambiata : era profonda, spaventosa, simile a quella di tanti mostri che aveva visto nei film horror. Nadia tremava al solo pensiero di poter morire sbranata, almeno così credeva. Guardava costantemente i suoi denti aguzzi farsi più vicini al suo volto, incapace di fare niente. Chiuse gli occhi, ripensando a quando si erano incontrati per la prima volta. Ricordava le risate, i film visti e a quella sera; quella magica sera di luna piena, entrambi soli. Ricordava perfettamente le labbra calde sulle sue, ed il contatto che aveva il corpo contro il suo. Per la prima volta si era sentita veramente felice; con lui. Riaprí le palpebre bagnate dalle lacrime. Nightmare era quasi sul punto di morderla quando Nadia scattò sulla sua bocca e lo bació, avvicinandolo ancora di più avvolgendo le braccia intorno al suo collo. Sentiva il cuore pulsargli come non aveva mai fatto prima. Per quanto fosse bello, Nightmare continuava a piangere sangue e Nadia faceva altrettanto. Era ancora trasformato, ma lentamente tornò normale. < Non dovevi farlo per forza, Nadia>, le disse sottovoce. < Sei tu che lo pensi. Io ti amo sul serio.> Sorrisero entrambi, ancora sulla stessa posizione. < Anche io t..ti amo. Non sai quanto. Non sai quante volte ho voluto rivederti.> , disse singhiozzando e appoggiando la testa sul suo petto, abbracciandola. Nadia rilassó la testa, sdraiandosi completamente e rimase a fissare il cielo stellato mentre accarezzava i capelli di Nightmare : erano così morbidi..

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