Quella era effettivamente la sua prima mattina come stagista, il suo lavoro era cominciato esattamente dopo lo squillo della sveglia, sullo schermo illuminato del telefono lampeggiavano le ore 4.
Fece tacere il suo amico elettronico e dopo una veloce rinfrescata in bagno si preparò.
Appena aprì la porta silenziosamente, convinto che il maggiore stesse ancora dormendo, si impaurì nel vedere la luce pacata della cucina accesa.
-Jin?- si diresse verso la fonte luminosa con le ciabatte ancora ai piedi.
-Buongiorno Taetae- comparve magicamente il volto dell'altro da dietro il ripiano in legno.
-Oh cielo, ma cosa cazzo ti costa avvisare prima?- farfugliò il più piccolo sconvolto dal silenzio tramutatosi in baccano.
-Mi dispiace, non ti ho svegliato, non sono abituato ad averti qui con me- disse dopo aver fatto slittare un piatto di pancake sul tavolo fino alle mani di Taehyung.
-Ma hyung da quanto sei sveglio? Sembri molto pimpante-
-Penso dalle 3 e 20-
-Cosa? Quindi hai dormito...- le dita corsero in suo aiuto -...solo quattro ore?-
Seokjin annuì -Io mi sveglio sempre a quell'ora, devo farmi la doccia, sistemare la camera e preparare tutto il necessario per la giornata lavorativa che mi aspetta ed inoltre, novità, devo prepararti la colazione- sorrise.
-Posso fare benissimo da solo, davvero, non c'è bisogno che ti preoccupi per me, so badare a me stesso- precisò e nel frattempo addentò un pancake.
-Non dubito di questo, ma mi hai detto la stessa identica cosa ieri e guarda cosa è successo...-
-Io non scelgo se svenire, come potevo saperlo?-
-Certo che non lo potevi sapere, volevo solo dire che dovresti riguardarti e andare a lavoro oggi non sarebbe l'ideale- prese il piatto e con la spugna eliminò le ultime colate di acero.
-Sciocchezze- fece per tornare in camera - Vado anche io a preparare tutti i miei moduli come un bravo cartiere- mimò con le dita ridendo.
-Ah Taehyung- deglutì Jin -Ecco, mi sono permesso di lavarti la borsa, era davvero rovinata e sporca, credo si sia sbiadita un po'- confessò attendendo una reazione da parte del ragazzo.
Il suo sorriso si spense, morì tanto velocemente da spaventare il maggiore.
-Hyung tu hai fatto cosa?- urlò con gli occhi che quasi schizzarono fuori dalle orbite per poi precipitarsi in camera.
Sbatte violentemente la porta e cercò dolorosamente quel ricordo, il quale ritrovò sulla cassettiera più esanime che mai.
Con le lacrime che velavano la vista passò i pollici sul cuore di stoffa cucito vicino alla cerniera, non c'erano più, aveva perso per sempre quelle parole.
-No no no-
-Tae stai bene cosa è successo?- comparve Jin timoroso di quello che era accaduto.
-È successo...- il minore si voltò con furia stritolando la borsa tra le mani -...che tu hai ficcato il naso dove non dovevi-
-Tae è solo una borsa, te ne comprerò un'altra- indietreggiò fino al muro.
-No, questa non era una borsa come un'altra, sopra questo fottuto cuore era rimasta mia madre, il suo ricordo, quello che aveva donato a me e tu solo perché hai visto chissà quale cazzo di macchia l'hai lavata, chiedermelo no, mh?-
-Mi dispiace non lo sapevo, i-io pensavo di farti una sorpresa- giustificò con tremendo rammarico.
-Jin tu... che diamine hai in quella testa?- prese il colletto del suo hyung con prepotenza stringendolo e strattonandolo, allontanandosi subito dopo essersi reso conto di aver esagerato.
-Io so quanto tu abbia sofferto, ma questo non giustifica il fatto di essere così aggressivo- risistemò la camicia -Sei sempre stato capace di controllare i mostri del tuo passato, io non voglio questo Taehyung, voglio quel ragazzo solare che ho cresciuto- disse serio per poi uscire dalla stanza.
Il cuore faceva male e le gambe ancor più, così decisero di abbandonarlo.
Si accasciò con l'oggetto, padre di tanta rabbia, tra le mani e le lacrime cominciarono a fuggire.
Un tonfo ancor più pesante lo percepì quando sentì la porta all'entrata chiudersi, era rimasto solo, o meglio lui e il suo rimorso.
Uno stropiccio plastico lo rinvenne, aprì la cerniera e vi trovò tra le membra setose della sacca un pacchettino trasparente che ricopriva una cravatta illesa e nuova.
Su di essa un post-it: "Scusami per la borsa, per farmi perdonare ti ho preso questa, vedrai che figurone farai oggi".
Ora l'amaro che risiedeva in gola si era trasformato in acido.
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Jin e la macchina non c'erano, perciò l'unica strada era camminare nel mare di nebbia tentando di schiarirsi le idee e non peggiorare quella mattinata.
Da quando i suoi genitori erano morti i suoi attacchi di ira erano sempre in agguato dietro l'angolo, pronti ad aggredirlo e ad offuscargli la mente, anche per i motivi più futili.
Da quel giorno di cinque anni fa, però, non ne aveva più avuti e si era ripromesso di non averne mai più al fine di proteggere le persone che amava.
Quei pochi istanti che macchiarono la sua anima, ma con i giusti collegamenti furono insabbiati al sapere degli altri.
Occupato dai pensieri non si rese nemmeno conto di essere arrivato.
Fu per la sua incredibile vista o per il fatto che il suo superiore splendesse nel banco di nebbia, ma lo avvistò appena scese dall'autovettura.
-Yoongi- si sbracciò correndogli incontro.
-Giuro che ti cucio la bocca se urli ancora così- sbatté la portiera -Buongiorno- girò le chiavi e bloccò la chiusura.
-Oh scusami, non volevo, sono solo emozionato- il tono si riempì di felicità.
Yoongi sfilò da sotto il braccio una piccola cartella blu e gliela porse.
-Cosa è?-
-Il tuo primo paziente- si avvicinò all'orecchio del castano -Vedrai sarà divertente-
Il contrasto tra il respiro caldo e l'aria invernale di quella giovane mattina inebriò Taehyung di un piacere insolito.
"Ciaooo come va? Grazie per essere arrivati fin qui cari lettori, spero che questa storia non cominci a deludervi, sto facendo il possibile per renderla interessante e con qualche segretuccio nascosto che si rivelerà più in là. Cosa pensate sia successo al Tae di 5 anni fa? Come si sentirà Jin? Chi potrebbe essere il nuovo paziente?
Alla prossima ❤️"
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ROOM 351 || Vkook
Fanfiction~My 3rd BTS story~ Dove Jungkook è un malato mentale e riesce a controllare Taehyung attraverso l'amore e la paura. ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• -Ok lo ammetto, il dolore mi affascina, mi sorprende per quello che...