I d*n't l*v* yo*, g**db*e

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-Deve firmare questi ultimi fogli per la totale dimissione- picchiettò con il dito sullo spazio non ancor imbrattato da quel nome a cui era stato legato appena in fasce e dal cognome che lo rendeva tale per sangue.

-Oh si certo, le carte non finiscono mai, ci vuole più a compilarle che a svolgere le effettive pratiche- sorrise.

Quelle erano le solite battute che si facevano tra adulti, più per obbligo che per pura ironia.

Il castano aveva tentato un ingresso troppo azzardato nella simpatia dei "maturi", di fatto la signora non partecipò alla battuta, ma si limitò ad annuire -Attenda un attimo, le vado a prendere i documenti-

Seokjin lo aveva appena chiamato e lo aspettava all'entrata del parcheggio, fu nell'esatto istante in cui adagiò il telefono in tasca che vide infondo al corridoio la disavventura di un notte.

Il ragazzo che aveva baciato stava sistemando un paio di rotoli garzati quando i loro sguardi entrarono in collisione, la faccia dell'altro si tramutò in una smorfia di apprensione e poi rabbia.

Tae distolse gli occhi e pregò il ritorno dell'infermiera.

Sembrava non poter peggiorare quella situazione e invece quel terribile errore prese a camminare verso di lui con le labbra che tremavano per contenere i pugni.

Un'agitazione cruda iniziò a percuoterlo, ogni passo sembrava farsi più fluido e la distanza accorciarsi.

La sua mano balzò sopra il campanellino -Scusi...ha fatto?- era a metà del corridoio -...Mi perdoni ma avrei-i f-fretta- suonò ancora.

-Deve andare da qualche parte? Mi dia un po' di tempo, non è l'unico ad aver impegni- gli mollò i fogli e il documento con la stessa flemma di qualcuno che viene rimproverato dal proprio capo.

-Davvero mi scus...-

-Ehi tu!- alzò il braccio nel momento esatto in cui Tae imboccò l'ascensore.
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L'inverno e il gelo erano stati spazzati via da una splendida primavera che si rispecchiava in tutte le vivide distese e in particolar modo nel giardino della casa di cura.

Quel posto non era mai stato così colorato in tutti i suoi anni di esistenza, non era una cosa di poco conto, tutti parevano più allegri e passava di bocca in bocca, come una grandiosa notizia, il ritorno alla vita dell'immortale pianta di glicine.

L'aria fresca e il suo aroma frizzante venivano assorbite dal secco intonaco e dalle giovani e passate crepe.

Taehyung aveva ripreso a lavorare già da un mese dopo quello che gli era capitato e tutto era trascorso liscio e senza troppi intoppi.

-Nemmeno oggi?- chiese meravigliato il corvino.

-Jungkook non ti posso portare nessun oggetto, tanto meno delle forbici...assurdo che tu me le chieda ancora queste cose- azionò la telecamera.

-Perché mi stai riprendendo? Spegni! Spegni ti ho detto- si coprì il volto.

-Kookie lo so che ti infastidisce, ma siccome quelle della stanza non vanno devo documentare la nostra seduta in questo modo- focalizzò con un pulsante il suo paziente.

-Ancora questo nomignolo e spegni quella cazzo di telecamera- ringhiò maggiormente frustrato.

-Se Yoongi ti ha dato un soprannome posso farlo anche io...per favore in questi giorni sei stato così collaborativo, perché ora metti tutto a repentaglio?- tirò fuori il taccuino.

-Te la sei cercata...tutto ha un prezzo...cominciamo pure se vuoi, allora?- abbassò i palmi e lo guardò con occhi infuriati e volto impassibile, tipico di un serial killer.

Il castano non ne era nemmeno più intimidito, l'abitudine lo aveva sedato contro ogni paura, ma non salvato del tutto.

Il colloquio terminò e il minore spense l'apparecchio, fiero di sé.

-Richiedo l'autorizzazione ad uscire- la porta si aprì al comando.

-Taehyung devo dirti un'ultima cosa...- sospirò -...e puoi risparmiarla alla telecamera- nel frattempo Kyumin si era sporto dall'uscita curiosamente.

-Dimmi, cosa mi devi dire di importante?- sorrise come a voler ascoltare un consiglio.

-Io non ti amo, ti detesto, tu e tutti quelli là fuori. Per me sei un gioco, quindi smettila di raccontare balle e fare quell'espressione insofferente, sei come un cane, più ti bastonano più ti fidi- si morse le labbra, le quali iniziarono a sciogliersi a pari del catrame fuso.

-C-cosa?- chiese balbettando con le lacrime che correvano sulle guance, si appoggiò alla porta tastandosi il cuore, lo sentiva bruciare come se un infarto stesse per sedare ogni suo male.

-Kyumin a...aiutamii, non respiro- tentò di allargare il colletto.

Cadde a terra per poi strisciare sul pavimento, non c'era nessuno.

Con le mani annaspò finché una di esse sprofondò in una pozza di poltiglia bruna, in preda allo shock cercò di pulirsi nel camice, ma bloccò qualsiasi azione non appena vide le pareti colare come cacao fondente e accumularsi sul pavimento sempre più.

Per orrore di affogare in quella trappola ingannevole indietreggiò con le poche forze rimaste, rientrando nella stanza, stranamente vuota.

Jungkook era scomparso, il lettino richiamava a sé il nulla.

Se non era lì sopra, allora era colui che gli aveva appena afferrato le spalle.

Lo voltò e la sua mandibola traballante iniziò ad urlare parole incomprensibili all'udito, ma chiarissime al cuore -Io non ti amo, io non ti amo, io non ti amo...-

La lingua ballava tra il fuori e il dentro di quella bocca disgustosa e misteriosamente maciullata, intonando solo frasi strazianti per qualcuno innamorato.

-Stai zitto, smettila- lo spinse via, ma lui continuò sempre più forte, finché la sua unica via di salvezza brillò proprio nella tasca del suo aguzzino.

Quel coltello che ora stringeva tra le mani sarebbe stato usato dal corvino se non fosse stato per lui, è così che giustificò la coltellata dritta al collo di Jungkook.

Le sue mani gli vagavano ancora per le spalle, ma lentamente crollarono con tutto il corpo.

Era morto.

O almeno così i suoi occhi gli avevano fatto credere.

Si tappò la bocca, sentendosi finito sussurrò -...Kyumin-



"Come vi sembra questo capitolo? Spero di avervi messo ansia verso la fine ahaha. Devo ammetterlo, quando rileggo i miei capitoli mi viene da cancellare tutto, per fortuna non lo faccio se no questa ff non finirebbe più.
Inoltre so esattamente tra quanto finirà, ho buttato giù tutte le idee e... lo volete sapere?"

ROOM 351 || VkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora