L'angoscia di tutte quelle volte che aveva sfiorato la morte non era nulla in confronto ad averlo a pochi passi dal proprio petto, libero di ogni ostacolo e capace di qualsiasi cosa.
Il castano retrocedette, eppure non scappò.
Quel fievole desiderio che si era materializzato lo ancorava alla stanza, era una piacevole attrazione spaventosa.
Esattamente come le falene estasiate dalle luci della fine di una lucerna, sostanza di tanta bellezza le elimina all'istante, con la stessa velocità con la quale esse sono cadute in tentazione.
-Tu, tu non sai quanto io stia bene...ah...si- i polsi iniziarono a roteare e il corpo ad attorcigliarsi secondo i movimenti più bizzarri e strani.
Le corde vocali si erano annodate tra loro per preservare le urla che sarebbero nate da un'improvvisa aggressione.
Lo stato di immobilità e torpore in cui era piombato gli ricordava un evento passato che lo aveva segnato nel profondo, ovviamente inciso nella tenerezza di un bambino.
Non si ricordava bene l'età, in quel periodo tutto era confuso, ma i vagoni rossi che lo intrappolarono con le loro sbarre fredde non li dimenticò mai.
Doveva essere un momento felice, quando ancora la sua era una famiglia.
Un giorno alle giostre tanto atteso e un gioco di ultima invenzione, proprio in merito a questo il padre lo aveva avvertito, non che fosse debole, ma quei vagoni viaggiavano ad alta velocità.
Il piccolo Tae, come ogni cucciolo d'uomo, gridava di non temere nulla e così, arresi alle lamentele, acquistarono dei biglietti.
La salita ad ogni metro arricchiva di adrenalina quel corpicino, ma raggiunta la cima l'orrore del vuoto dilagò, fece in tempo a seminare qualche lacrima che il mezzo si gettò verso il basso dei binari.
Lì tra le urla di gioia e compressione dello stomaco per trattenere le vertigini, perse la sensibilità di qualsiasi arto, solo il respiro gli faceva compagnia.
Si rese conto di non essere invincibile e che tutto quello lo spaventava su larga scala.
Non si riprese nemmeno dopo la fine del viaggio, tanto che fu portato d'urgenza all'ospedale a causa della sua totale paralisi.
Un altro paragrafo delle sue sfortune che tornava a tormentarlo in momenti di pericolo.
Il corvino terminò ogni mossa e si fermò ad osservare Kyumin, oramai privo di ogni rossore -È da tanto che non vedevo un cadavere, fa un effetto bizzarro, ma lo adoro- portò le mani sui fianchi.
-Tae ci sei?...- sventolò una mano -...perché non ti muovi? Lo so, non è un bel vedere per voi sani di mente, però è andato...- si accovacciò e gli afferrò il polso svenato e lo agitò in segno di saluto -...era simpatico il tuo amico, sei contento ora? Ti ha pure salutato...- il suo sguardo si spense e gli rigettò il braccio sul petto -...beato lui, ora è in un posto che non puzza di degrado come questo- diede un calcio al lettino -Perché cazzo mi sono fatto catturare- sbraitò.
Il silenzio da parte del castano perdurava e fu proprio questo a far scattare Jungkook d'ira -Tae non ignorarmi, apri quella fottuta bocca o giuro che in questa stanza troveranno due corpi invece di uno-
L'interpellato respirò pesantemente un paio di volte ed emise solo i suoni strozzati di un cane.
Il corvino si avvicinò e veloce lo afferrò da sotto le spalle, alzandolo e attaccandolo al muro, sbatté i palmi con violenza più volte per fargli alzare il capo.
-Ora parli o ti strappo a morsi la lingua, l'ho già fatto una volta e non mi dispiacerebbe rifarlo con te- sorrise mostrando gli incisivi.
-Ti ti pr...ti pre...- deglutì chiudendo gli occhi e abbassando la testa tremante.
-Ora mi hai stufato- azionò indice e pollice a pinza, lo bloccò con le gambe e l'avambraccio iniziò a premere sulla trachea -Apri la bocca stronzo- inserì la mano dilatandogli le labbra che si spaccarono.
-Noouuo..no fermuoo- gli morse le dita, la cui conseguenza fu uno schiaffo.
-Allora parli se ti spaventa il pericolo- si mise in bocca la ferita leccandola davanti al castano -Guarda cosa mi hai fatto, lo sai che brucia?-
-Ti pr-prego, non mi ucccidere-
-Guarda che il piano che abbiamo concordato prima non è andato a puttane...- mollò leggermente la presa delle gambe -...e comunque mi meravigli, invece di accogliere la mia libertà con felicità arrivi piagnucolando e pregando che non ti uccida. Credevo fossi diverso, forse ho sbagliato a fidarmi di te, sentivo qualcosa tra noi due- il tono scese d'intensità.
-No, Jungkook io non ti ho mai mentito, non ho mai finto nulla, ti puoi ancora fidare di me-
-Davvero? Io non credo, tra poco sarò incriminato per questo omicidio e tu farai l'indifferente. Hai pensato solo al fatto che io potessi metterti le mani addosso e a nient'altro. Dimostrami che saresti pronto a darmi tutto te stesso se lo chiedessi- lo lasciò libero da ogni presa e attese qualcosa.
Tae era invaso dal rimorso, ma ancor più dalla paura di un futuro senza lui, perciò fece quello che il cuore gli dettava, come era sempre stato, e lo baciò.
Si assaporarono afferrando uno i capelli dell'altro, mordendo e succhiando la morbidezza, girarono invertendo le posizioni, finché il castano lo spinse verso la parete ed afferrò la pistola.
-Cosa stai facendo?- realizzò il corvino riprendendosi.
-Ti sto dimostrando la mia fedeltà- rispose umido di sale liquido -Questa volta non permetterò a nessuno di prendersi le mie responsabilità-
Infondo la corridoio la porta venne azionata ed aperta, erano vicinissimi.
-Mettila giù, prenderanno te così, cosa vuoi fare?- strillò.
-Ti voglio salvare- sorrise.
-Laggiù, c'è qualcuno, veloci- abbaiarono delle voci nel buio e il castano abbassò la guardia, tanto poco da permettere all'altro di sottrargli la pistola.
-Cosa n...- fece in tempo a dire mentre Jungkook si era avvicinato al suo orecchio.
-Ora so di chi fidarmi, grazie-
Un forte colpo al collo e più nulla, ancora.
"Questo capitolo mi piace in particolare per quello che mi hai trasmesso mentre scrivevo, di questi tempi la fiducia è qualcosa di molto delicato e se vera è rara, voi che ne pensate?"
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ROOM 351 || Vkook
Fanfiction~My 3rd BTS story~ Dove Jungkook è un malato mentale e riesce a controllare Taehyung attraverso l'amore e la paura. ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• -Ok lo ammetto, il dolore mi affascina, mi sorprende per quello che...