-La settimana successiva la ritrovarono impiccata al lampadario della cantina, con uno dei suoi amati teli colorati stretto intorno al collo. Anche in quel caso mio padre non pianse a differenza di Seojun. Dal quel giorno iniziai ad odiare davvero mia madre, non perché aveva tentato in tutti i modi possibili di uccidermi, ma perché si era privata della vita a causa mia. Lo aveva ripetuto più volte che se non fosse stata in grado di liberare la sua famiglia dal male si sarebbe sacrificata perché generatrice di quel demonio che ero e sono tutt'ora- spostò l'anello delle catene massaggiandosi il violaceo polso.
-Tua madre credeva fossi indemoniato? Ma come è possibile? Aveva qualche disturbo? Lei...era...stata ricoverata?- domandò sorpreso da quanto dolore il Creato fosse in grado di riservare ad un uomo, quanto quella sanità mentale era stata messa alla prova, fin dalla tenera età.
-No, è inesatto Taehyung, io non ero indemoniato, io ero il demonio e per il ricovero non c'erano abbastanza soldi, non era così allarmante avere in casa una squilibrata in grado di sacrificare i propri figli per chissà quale fottuto volere divino. Oggi tutti si preoccupano di tutto, ma quando ero piccolo a nessuno interessava degli altri, bastava non intromettersi nelle vite altrui e ogni cosa procedeva a suo modo, era forse meglio così...-
Per qualche fremito involontario o per la stanchezza o quella rivelazione assai più amara delle altre, il taccuino cadde sulle sue scarpe scivolando fino ai piedi del corvino, quel pavimento era maledettamente liscio.
Gli occhi non poterono far altro che tuffarsi in quei fogli che sembravano voler rappresentare ogni suo momento passato, ogni sua azione.
-Non mi ricordavo che gli appunti si prendessero in questo modo, preferisci disegnare?- storse il capo studiando il cuore spezzato tra le braccia di una donna -Non so se definirti patetico o geniale, in ogni caso vedi di annotare bene questa storia nei tuoi fascicoli perché non ho intenzione di raccontartela ancora- schiacciò la spirale di plastica nera e lo indirizzò verso il proprietario, il quale stava torturando le dita e con esse la sua immagine.
-Oh ma falla finita e raccogli quei pezzi di carta, sembri un'adolescente che sta annegando tra le sue stupide paranoie- sbuffò fissandogli il collo.
Il castano lo raccolse e non disse nulla.
-Sei in imbarazzo? Perché fai disegnini invece di prendere appunti come fanno i veri psicologi? Sai una cosa? Molti mi disprezzavano perché agivo a modo mio, perché non nascondevo bene i cadaveri, uccidevo senza il minimo accorgimento, avevano sempre qualcosa per cui criticare, ma a me non è mai interessato, loro erano solo invidiosi perché le mie strategie erano migliori e soprattutto non erano scontate. Non vergognarti di come procedi, questo mondo non è insipido grazie a persone come noi, quelli che non seguono gli schemi, ma reinventano sempre nuove strade-
-Jungkook...tu mi stai dicendo di credere in me stesso e quello che faccio? M-mi stai incoraggiando?- masticò le parole con la mano davanti alla bocca.
-Yah, non sono mica diventato uno sfigato di prim'ordine, che cazzo ti stai inventando? Sto giustificando i miei mezzi nell'uccidere le vittime...- sbraitò ferito da quella domanda sul suo mutamento di stato.
Knock knok -Signore il tempo è terminato- gli rimembrò Kyumin picchiettando sul rivestimento in ferro del portone.
-Arrivo subito...bene Jungkook, anche oggi è andata, stiamo per finire la terapia e a quanto pare queste tue preoccupazioni sono frutto di un duro lavoro, ti sto forse cambiando?- strisciò la sedia fino all'angolo.
-Pff, ti ripropongo la domanda: ti sto forse cambiando Taehyung?- alzò un sopracciglio appoggiando il mento sul ginocchio.
-Forse- sorrise, non per ripicca o tremenda felicità, ma per istinto, per puro e semplice istinto.
-Taehyung...- lo richiamò una volta che l'altro raggiunse la maniglia.
-Mh?-
-Prima, quello che ho detto prima...- deglutì -...non cambiare, tu sei diverso e anche per me...- schiarì la voce che rimase sempre bassa -...è un forse-
Sorrise a quell'orgoglio da pazzo omicida che si stava sgretolando ed uscì.
-Come è andata?-
-A meraviglia- lo abbracciò e scappò contento.
-Ma che gli prende? Questo posto non dovrebbe darti euforia- lo attanagliò la perplessità.
La mattina risultava ancora terribilmente impegnativa ed infinita, ma la gioia dell'incontro riverberava nel suo corpo, dando alla luce, ogni secondo che passava, migliaia di endorfine analgesiche ed elettrizzanti.
Il computer non rispondeva ai suoi comandi, la sedia cigolava, la schiena lo assillava per la scorretta postura e l'allarme della stampante invocava il suo aiuto per essere rifocillata di toner, ma lui continuava a sorridere dopo tutto.
Era dimostrato, un singolo evento in grado di farti gioire annullava l'angoscia e la frustrazione scaturite dalla quotidianità, per quale strano ed incredibile sortilegio era possibile tutta quella leggerezza? Una risposta: risultati, per i quali aveva mandato la sua vita a puttane ed ora, eccoli ottenuti con tanto bramo.
-Vuol dire che aspetterò che i file vengano riavviati- sgranchì le braccia verso il soffitto.
-Scusi? È permesso?- chiese una ragazza dallo spiraglio della porta socchiusa.
-Ssi no si, certo che si- ritrasse gli arti e assunse la posizione da scrivania -Avanti-
-Min Yoongi ha ordinato questi in caffetteria...- alzò un cartoncino con due bevande d'asporto -...li hanno lasciati al secondo piano e visto che avevo l'autorizzazione glieli ho portati. Posso lasciarli qui?- si guardò intorno.
"Cosa le dico? Io non ho la minima idea di dove si trovi. Se li lascia a me dovrei sicuramente incontrarlo e lui, lui non vuole, ma le sue cose sono qui, quindi a fine giornata dovrebbe tornare...mi sposto in un'altra stanza...così non sarò costretto a vederlo"
-Scusa, posso lasciarteli allora?-
-Certo, dai pure a me- allungò le mani e la congedò con un accenno di ringraziamento.
Quando li rigirò per pura curiosità ed abitudine notò il suo nome e quello del corvino sui cartoncini.
Certo le sue lettere erano sfumate e sbavate per via del calore, ma quello sembrava proprio un goloso gesto di pace.
Yoongi si era pentito del suo comportamento e non c'era altra spiegazione che potesse giustificare quell'offerta, in effetti la gola si era fatta improvvisamente arsa.
Staccò la cannuccia dal bordo ed iniziò a bere a grandi sorsi.
Le papille fremevano dalla dolcezza e la gola per la freschezza, ma quella stessa prese a bruciare finché il respiro iniziò a mancare.
-Grazie Yoon...- venne troncato appena perse i sensi.
"Mi dispiace un sacco aggiornare settimanalmente, ma di più non riesco... e poi questo periodo è particolarmente burrascoso per me, credo di essere agli apici della sopportazione, ma non stiamo a parlare di questo (sto cercando di giustificare il fatto che sono così poco attiva su Wattpad in questo momento). Cosa pensate sia successo a Tae? È stato tutto un inconveniente o qualcosa di meditato?
Alla prossimaaaa cuties 💕🍬"
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ROOM 351 || Vkook
Fanfiction~My 3rd BTS story~ Dove Jungkook è un malato mentale e riesce a controllare Taehyung attraverso l'amore e la paura. ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• -Ok lo ammetto, il dolore mi affascina, mi sorprende per quello che...