Chapter ten. - Second Part.

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Laura's POV

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*Present.*

In sala ormai sono rimaste poche persone e l'uomo davanti a me, mi conduce fino ad un tavolo adiacente ad una delle grandi finestre in vetro, subito dopo esserci serviti. Io ho preso un po' di insalata mista mentre Jeffrey ha preso per se un abbondante piatto di pasta al sugo. Jeff prende un boccone in silenzio, si pulisce e poi alza lo sguardo verso di me, che ho gli occhi fissi sulla mia insalata.

«Siamo sempre occupati e le uniche volte che ci vediamo parliamo solo della serie tv e del mio personaggio. Non so nulla di te, raccontami qualcosa.»

Mi guarda con la forchetta nella sua mano in attesa di una risposta.

«Beh, anche io non so nulla di te.»

Inclina la testa da un lato e sorride.

«Vero.»

Prendo una forchettata di insalata, un sorso d'acqua e poi lo guardo.

Il suo sguardo può essere paragonato a quello di un bimbo curioso.

«Okay dai, chiedi.»

Sembra pensarci su per qualche secondo e l'attesa sembra infinita. So che non mi chiederà cose scomode, tipo perché mio padre mi ha urlato addosso quelle cose. Guardo la sua espressione concentrata e traccio con lo sguardo i lineamenti del suo viso.

«Come hai cominciato con la musica? Come ci sei arrivata qui dall'Italia?»

Faccio un sospiro di sollievo e mi inumidisco le labbra. Lui ha lo sguardo fisso su di me e sembra fremere.

Sei veramente curioso eh Jeff?

«Devo dire che la mia passione per la musica è nata dal nulla. Quando andavo alle medie, la mia professoressa di musica durante le ore di pratica ci faceva suonare la pianola ed io facevo di tutto per saltare quelle ore.»

Lo guardo e lui alza le sopracciglia.

«Si, ero davvero una bambina difficile. Negli incontri scuola famiglia tutti ripetevano che mi applicavo molto di più quando davano compiti per casa senza una consegna specifica, che era come se io decidevo di rimboccarmi le maniche solo quando non avevo costrizioni e limiti.»

Jeffrey ridacchia ed io lo seguo. Abbassa poi lo sguardo sul suo piatto e prende un boccone.

«Poi, crescendo, mi accorsi che non potevo più far a meno di quella piccola pianola rovinata. Ogni volta che suonavo, principalmente nei periodi più difficili e ti dirò che ne ho avuti abbastanza, tutto intorno a me scompariva, i miei incubi si convertivano in sogni.»

Parlo e Jeff non mi interrompe, mentre mangia lentamente la sua pasta.

«Prima di tutto ciò, vedevo in bianco e nero.. poi ho cominciato a vedere finalmente a colori. Ogni giorno andavo alla chiesa del mio paese per suonare il pianoforte, all'età più o meno di quattordici anni. Da lì, imparai tutto ciò che c'era da sapere, ed imparai a suonare anche la chitarra.»

Lo guardo ed i suoi occhi mi interrompono momentaneamente. Ha lo sguardo concentrato ed io gli sorrido.

«In quello stesso periodo conobbi le più famose band rock del mondo. Penso che i Pink Floyd siano stati la mia ispirazione fin da subito. Per non parlare dei Queen. Quando per la prima volta sentii la voce di Freddie Mercury la mia testa fece semplicemente..» mi porto le mani vicino alla testa e mimo un'esplosione con tanto di effetti sonori.

Jeffrey scoppia a ridere ed io non posso fare a meno di seguirlo.

Quando si ferma ha gli occhi lucidi ed una fantastica espressione.

Georgia. || With Jeffrey Dean Morgan.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora