Chapter fifteen. - Second Part.

184 12 0
                                    

Laura's POV.

____________

Present.

Entriamo all'interno dello stabile e mentre cerco nel mio zainetto l'I-Pad, Jeffrey mi si affianca.

«Quindi è veramente così che componi?»

Lo guardo e lui si toglie gli occhiali da sole.

«Beh, sì, più o meno. Non so mai quando possa venirmi qualcosa in mente, succede e basta.»

Lo guardo e mi sorride raggiante.

«Veramente? Non hai una sorta di rituale.. o magari delle cose che ispirano la tua creatività?»

Scuoto la testa.

«No.. sono dell'idea che tutti ciò che ci circonda è arte. Tutto mi ispira. Un bambino che piange, un ragazzo ad una fermata della metro, un uomo che beve un bicchiere di birra e..»

Abbasso lo sguardo e penso a chi mi ha ispirato per quello che ho appena scritto. Lo guardo ancora e poi riporto lo sguardo alla sala dell'Olympia.

«Insomma, senza che io ti faccia la lista. Penso tu abbia capito il concetto.»

Prendo la strada per dirigermi verso il mio stand e Jeffrey mi segue, facendomi capire che il discorso non è ancora chiuso.

«Quando sentirò questa canzone? Ti ho creduto quando hai detto che sarei potuto essere la tua cavia da laboratorio.» mi dice mentre si mette le mani in tasca e cammina al mio fianco. Ridacchio e lo guardo con la coda dell'occhio. Ci penso su per qualche secondo e poi parlo.

«Sai che ti dico? Questa città in due giorni mi ha dato molto. I nostri fans ci hanno dato molto e voglio ringraziarli.»

Mi guarda dall'alto e nel frattempo arriviamo al mio stand.

«La canterò oggi pomeriggio proprio qui. Improvviserò qualche accordo con la chitarra. Vedrò cosa riuscirò a montare su con la chitarra in questa mezz'ora e poi canterò l'inedito davanti a tutti.»

Faccio il giro del tavolo e sistemo le mie cose su una sedia. Jeffrey mi guarda e rimane nella stessa posizione per qualche secondo.

«Sarò in prima fila allora.»

Mi accenna un saluto e se ne va sorridente. Si arresta poi sui suoi passi e si volta.

«Ehy El?»

Lo guardo curiosa.

«Mh?»

I suoi occhi sembrano entrarmi dentro ed io mi metto le mani nelle tasche posteriori dei jeans, serrando le labbra e stirando un sorriso accennato. Le gambe mi tremano appena e mi si forma un senso di vuoto nella bocca dello stomaco. Passano alcuni secondi e poi fa un passo all'indietro.

«Ho passato davvero una bella serata ieri.» dice prima di girarsi nuovamente e di dirigersi verso il suo panel. Lo guardo mentre se ne va e sorrido fra me e me.

«Sì, anch'io.»

***

Le persone all'interno dell'Olympia London sembrano essere triplicate e mentre si avvicina la prossima persona per l'autografo, noto che la mia fila è immensa. Le persone che passano vicino il mio stand, se ne fregano del cartello ''NO PHOTOS'' posto proprio accanto a me e si scordano sempre di togliere il flash per non farsi notare.

«Laura!! Laura!!»

Alzo lo sguardo e lo porto al piano di sopra, alla balconata dove sono appoggiati dei ragazzi e delle ragazze. Li saluto e vedo che impazziscono appena mando loro un bacio volante.

Georgia. || With Jeffrey Dean Morgan.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora