Chapter twenty - six.

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Mentre aspetto che Elle torni, pulisco il tavolo e butto i fazzoletti e i contenitori del cibo nella spazzatura. Mi dirigo verso il divano e mi siedo, prendeno il telefono e sbloccandolo. Vado su whatsapp e leggo il messaggio da parte di Norman.

"Sono contento per te amico, passa una bella serata, ve lo meritate entrambi." Rispondo inviandogli un cuore e esco dall'applicazione, per aprire poi twitter e per scorrere velocemente le notifiche. Ricordo che l'anno scorso, quando io, Laura e Norman facemmo quella foto con la ragazza che ci guardava silenziosa da oltre i cancelli degli Studios, i miei fan cominciarono a creare "ship", (penso si chiamino così, sono troppo vecchio per queste cose), strane tra me e El. I nomi più popolari, oltre al solito Laura Morgan, erano Blargan e Morack. Ci difendevano a spada tratta contro tutto e tutti, ritenendoci una delle "couple goal", ovvero una delle coppie più belle esistenti sulla terra. Ridacchio ripensando a quanto le cose si siano trasformate da quel momento ad ora. Ricordo il Natale passato insieme, l'uscita al bar a Londra, la notte passata su quella spiaggia. Mi alzo, sospirando e comincio a guardarmi intorno. Osservo le varie foto presenti sulle mensole e sui mobili. Alcune ritraggono Elle in spiaggia, a Cuba, in copagnia di un numeroso gruppo di persone tra le quali riconosco anche Noah. È datata cinque luglio duemilasedici, ovvero quest'estate, qualche mese fa. Lei sembra felice e spensierata, ma riconosco quel velo di malinconia che riesco a cogliere nel suo sguardo. Non ha quel sorriso. Non ha quel sorriso che aveva nella foto con la sua amica Giorgia. La data, mi fa capire che molto probabilmente, ha ricevuto la notizia della morte di sua nonna mentre era nell'isola per visitare parte della sua famiglia. Ripenso alla notizia della scomparsa di Maria. Lessi la notizia su twitter, accompagnata da alcune foto e video che ritraevano Elle nell'aeroporto di Roma e successivamente a Ponza. La prima cosa che pensai di fare, fu quella di chiamarla, di chiederle come stesse, di dirle che per qualsiasi cosa sarei stato lì, ma non feci nulla. Me la feci sotto, di nuovo, e ripensandoci ora, mi viene solo voglia di prendermi a schiaffi.

«Io, Noah, Linet, Miguel suo figlio, David il suo compagno, mia zia Blanca, Papito suo marito, Mirtha e Guillermo i miei nonni e altri miei cugini.»

Mi giro e Elle mi viene incontro. Si è fatta la doccia e i capelli ancora umidi e ondulati che ricadono sulle sue spalle ne sono testimoni. Indossa dei leggins e una maglia nera. Mi affianca e poi indica ogni persona nella foto, dichiarandomi nome e parentela.

«Carlos cugino, Suri cugina, Aylèn e Carlos amici di famiglia.»

Sospira a fondo.

«Siete tutti bellissimi.»

Sorride e guarda ancora la foto.

«Loro sono.. quella parte pura della mia vita, quella parte che è assente di doppi fini e scopi, quella parte che così vedi e così è.»

Guarda poi un'altra foto e me la indica. Ritrae lei in compagnia di un uomo con dei grossi baffi. Entrambi indossano dei cappelli da cowboy e sono circondati da grandi colline, piccole case lontante tra loro e alcune palme. Sullo sfondo si intravedono alcune persone e alcuni cavalli.

«Lui è René, ma tutti lo chiamano Tio Sanchez.»

Mi giro verso di lei e la osservo. Questo suo accento perfetto che è spuntato dal nulla, devo dire che mi ha acceso un qualcosa dentro di non indifferente. Sorride e poi, dopo avermi lanciato un'occhiata veloce, si dirige verso la cucina.

«Lì eravamo a Los Guiros, ad Holguin, città natale di praticamente tutta la mia famiglia.»

Le vado incontro mentre lei infila la testa dentro uno sportello della cucina. Ne caccia una bottiglia di vino rosso e poi recupera due bicchieri.

«Penso possa piacerti lì. Abbiamo raggiunto quel posto sul rimorchio di un trattore, attraversando quattro fiumi e rimanendo incastrati più volte nel bel mezzo dei passaggi.»

Georgia. || With Jeffrey Dean Morgan.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora