Chapter ten. - First part.

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Laura's POV

________

*Past.*

Tom, il ragazzo del bar, ed io, ci siamo riparati nella metro newyorkese ormai deserta. Mi ha offerto un passaggio sotto il suo ombrello e mi ha accompagnato fino alla metropolitana.

Mi guarda, lo guardo.

Rido.

«Cosa?»

Storce la bocca e si passa più volte una mano fra i riccioli umidi.

«Perché hai un ombrello rosa?»

Ridacchia e guarda l'ombrello, scuotendolo per liberarlo dalle goccioline d'acqua.

«È una lunga storia, ma ti dico solo che questo è il mio portafortuna. Ogni volta che piove e lo prendo per uscire, qualcosa mi va sempre bene.»

Inclino la testa ed inarco le sopracciglia. Lui fa lo stesso.

«Davvero?»

Lui si guarda velocemente attorno e poi poggia lo sguardo su di me. Affonda ancor di più le mani nelle tasche del lungo cappotto e mi sorride.

«Sì. E direi che sta funzionando alla grande.»

Ridacchio e scuoto la testa. Sento una strana melodia jazz e subito comincio a guardarmi intorno per cercare la fonte del suono.

«Una bella e simpatica ragazza, New York di notte e..»

Tom sembra cogliere la melodia e sorride ancor di più.

«Non ci credo!»

Mi prende la mano e comincia a correre verso uno dei tanti corridoi che portano alle varie fermate. Scoppio a ridere e lui con me. Il suono del sax si fa più intenso fino a quando, sbucando da una piccola galleria, ci troviamo avanti due artisti di strada.

Il suono del sax è rilassante e quando ci fermiamo io e Tom non interrompiamo il contatto con le mani, anzi. Il primo uomo, dopo aver suonato una lunga e dolce sinfonia, lascia spazio al suo compagno, che con voce alla Frank Sinatra, comincia a cantare "New York, New York". Ho un brivido e sorrido spontaneamente.

Tom mi stringe ancor di più la mano e quando mi giro per guardarlo, ha l'espressione più bella che io abbia mai visto.

"I want to wake up, in a city that doesn't sleep

And find I'm king of the hill

Top of the heap.."

Il sax riprende a suonare e rimbomba all'interno della metropolitana. Io e l'uomo accanto a me siamo gli unici fortunati che si godono questo spettacolo.

"If I can make it there

I'm gonna make it anywhere"

Tom mi gira verso di lui e mi trascina appena più vicina. Mi guarda per qualche secondo e poi sorride ancora.

«Mi concede questo ballo?»

Annuisco silenziosa ed aspetto che lui metta un braccio dietro la mia schiena. Porto il mio viso accanto al suo e affianco la mia guancia con sua. La barba pizzica la mia pelle ma non ci faccio caso, talmente sono le belle sensazioni che provo in questo momento.

Si muove piano, a destra e sinistra. Chiudo gli occhi e mi lascio trascinare. Mi stringe dolcemente ed io poggio la testa alla sua spalla. La sua mano accarezza la mia ed io mi sento in paradiso.

Georgia. || With Jeffrey Dean Morgan.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora