Chapter sixteen.

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Jeffrey's POV.

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«I miei nonni vivono qui.»

Laura indica una piccola isola sulla mappa.

«Hanno una villa proprio a ridosso delle scogliere, vicino Cala Feola a Ponza.»

Annuisco e seguo il suo dito che si muove sulla cartina.

«Quindi noi arriviamo a Roma, facciamo tutto quello che dobbiamo fare, prendiamo le moto e guidiamo lungo la costa fino a Anzio. Li prendiamo il traghetto e.. Siamo arrivati!»

Norman mi guarda, sorride, guarda Laura e sorride ancora.

«Sembra perfetto! Ci affidiamo completamente a te, sarai la nostra guida turistica per questi quindici giorni.»

La donna accanto a me sorride appena.

«Oh, saranno i più bei quindici giorni della vostra vita. Ora, devo lavorare. Mi rinchiudo nel mio mondo.»

Norm ridacchia e si sistema meglio sul sedile dell'aereo. Mi tolgo il cappello e gli occhiali e li ripongo nella tasca del sedile davanti a me. Guardo Laura mentre prende il suo computer dal suo zainetto e lo sistema sul tavolinetto. Scioglie i nodi delle sue cuffiette bianche, mi guarda con la coda dell'occhio e sorride appena.

«Cosa?»

Si gira verso di me e mi rivolge uno sguardo genuino.

«Tieni.»

Mi porge una cuffietta ed io l'accetto senza pensarci due volte.

«Cosa sto per sentire?»

Accende il computer e clicca un paio di volte sull'icona di un'applicazione.

«Stai per vedere come la sottoscritta crea le sue basi musicali.»

Mi metto la cuffietta ed aspetto che aggiunga altro. Si inumidisce le labbra e poi parla ancora.

«Solitamente preferisco fare tutto non "virtualmente". Nel senso che preferisco avere a portata di mano una chitarra o un pianoforte ed il gioco è fatto. Ma voglio provare una cosa che mi è venuta in mente. Vorrei creare un beat lo-fi abbastanza chill.. uno stile alla Sarcastic Sound hai presente, no?»

Si gira verso di me che la guardo leggermente confuso. Annuisco indeciso. Ride appena.

«Giusto, scusa, con il termine "lo fi", si indica un tipo di produzione musicale povera rispetto agli standard usuali. È realizzata utilizzando una strumentazione non particolarmente eccelsa ed elaborata nella fase di registrazione, sia per carenza di mezzi e di risorse adeguate, ma anche per scelta consapevole e volontaria.»

Alzo le sopracciglia ed annuisco.

«Okay, ora ho capito.»

Tamburella le dita sul tavolinetto e poi si gira verso di me.

«Voglio creare una sorta di viaggio immaginario. Sopra questa base, racconterò una storia e voglio che la persona che la sta sentendo, nella sua mente riesca a ricreare gli scenari che vengono descritti.»

Gesticola veloce e parla decisa.

Guarda ancora davanti a se per alcuni secondi, annuisce un paio di volte e poi si gira verso di me. Ci guardiamo e lei arrossisce appena sotto il mio sguardo.

«Poi.. questa è solo un'idea.. tu che ne pensi?»

La guardo a lungo e mi schiarisco la gola.

«È una bellissima idea e sono sicuro che riuscirai a fare qualcosa di magnifico.»

Apre la sua bocca in un sorriso.

Georgia. || With Jeffrey Dean Morgan.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora