Laura's pov
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*Past.*
L'estate passa, le temperature si abbassano, le foglie cominciano a cadere dagli alberi. Mentre guardo fuori la finestra dal divano in salotto, continuo a ripetermi che tutto andrà bene, che una volta che la tempesta passerà, il sole splenderà più di prima.
«El.»
Non mi giro verso la voce che mi chiama, non potrei, non ne sarei in grado.
«El, per favore, guardami.»
Mi asciugo velocemente una lacrima che scende lungo la mia guancia e tiro su con il naso. Tom fa il giro del divano e si inginocchia davanti a me. Mi prende il tè dalle mani, lo poggia sul tavolinetto e poi prende le mie mani fra le sue.
«Non fare così, non voglio vederti piangere.»
Scuoto la testa e sorrido amaramente.
«E dimmi Thomas, cosa dovrei fare? Organizzare una festa? Stai andando ad ammazzarti in guerra in Iraq, non stai andando in villeggiatura!»
Mi alzo e lo scanso quando prova ad afferrarmi il braccio.
Esco di casa, sbattendo la porta dietro di me.
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*Present.*
I mesi sembrano volare ed improvvisamente mi ritrovo catapultata ai primi di marzo, poco prima della partenza per le convention in Europa. La prima tappa sarà il Regno Unito, poi Germania e poi si passerà alle altre tappe in America. Inoltre, tra la convention di Londra e Berlino, io, Norman e Jeffrey andremo una settimana in Italia per registrare l'episodio di Ride With Norman Reedus. Io sono piena di lavoro fino al collo e come se non bastasse, da poco sono arrivati i pacchi dei miei ''effetti personali'' dall'Italia. E non si parla di un paio di pacchi, no, magari, si parla di quasi un furgone pieno. Tutto ciò che posso fare, è ammucchiarli in un angolo nel mio rustico e sistemarli al mio ritorno a fine marzo. In compenso, con le riprese, stiamo andando molto spediti. Penso che quest'anno finiremo anche prima rispetto al normale.
***
«Okay ragazzi, raccogliete i vostri bagagli e muovetevi. L'aereo sta per arrivare.»
Nicotero è la nostra sorta di ''guida turistica'' all'interno dell'aeroporto, anche se ormai questo posto per noi è diventato una seconda casa. Viaggiamo talmente tanto che siamo esperti in questione. La novità di quest'anno, è che viaggeremo tutti insieme su un fantastico jet privato. Non mi era mai capitato, e diciamo che sono più euforica io, che mio figlio che mi cammina accanto con il suo bagaglio.
Saliamo al di sopra dell'aereo e ci mettiamo ai nostri posti. Inutile descrivervi il luogo, è esattamente tutto uguale ai film. Mi dirigo verso i posti più lontani e posiziono il mio zainetto sul sedile. Noah sceglie il posto che gli piace di più e si sistema.
«Laura.»
Norman mi viene incontro saltellando come un bambino e mi porge il telefono.
«Sì bimbo Normy?»
Si ricompone e ridacchia.
«Sai parlare il tedesco, no?»
Alzo le sopracciglia e lo seguo dove si sono riuniti anche gli altri.
«Più o meno.. Diciamo che per arrivare al sei dovevo fare salti mortali.»
Mi siedo su un divanetto ed accanto a me si accomoda Jeffrey. Ci guardiamo per qualche secondo e poi riporto l'attenzione a Norman, che è rimasto a fissarci con una strana espressione. Dopo la giornata di Natale passata insieme, su tutti i giornali di gossip c'era la foto di me e Jeff, con il suo braccio intorno alle mie spalle e il nostro sguardo l'uno sull'altro. Come sempre, i giornalisti assetati di soldi, hanno scritto mille articoli sulla nostra "storia d'amore". Io e l'uomo accanto a me abbiamo dovuto smentire e spiegare la situazione. I giornalisti sono diventati insistenti, hanno cominciato ad appostarsi fuori casa ed a fare commenti che a me non andavano bene. Un giorno, dopo aver sentito le ennesime battutine, sono scoppiata e ho azzittito una volta per tutte le voci. Io e Jeffrey ci siamo inevitabilmente allontanati e praticamente non abbiamo avuto l'opportunità di passare nemmeno un minuto soli. Non che avessimo paura di quello che dicevano le persone, ma per via del suo divorzio, lui si è allontanato da me, per non avere ancor di più problemi.
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Georgia. || With Jeffrey Dean Morgan.
FanfictionEstratto: «Dimmi un po', l'hai trovato quindi il tuo posto nel mondo?» Rimaniamo a guardarci per qualche secondo. Il suo viso è nella penombra e non riesco a capire dove finisca la sua pupilla e dove inizi l'iride. Abbasso gli occhi e guardo le sue...