2: cucchiaini di zucchero

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Driiiiin, driiin, driiin.

<<Già le sette?>> Si chiese Seokjin, rigirandosi fra le lenzuola e spegnendo la fastidiosa sveglia.
Restò un momento a riflettere seduto sul letto. <<Devo cuocere le olive e il capriolo, sfilettare e arrostire il salmone con le patate, infornare i cannelloni e chiamare la domestica per farmi aiutare con le tartine dell'antipasto, qualcuno deve passare a prendere i dolci ordinati in pasticceria e poi i piatti, le posate...>>
Si ributtò sconsolato sotto le coperte, per tirare un sospiro a occhi chiusi e calmarsi un attimo.
<<Ce la posso fare.>> Si disse e si alzò.
Uscì dalla sua camera solo dopo aver spostato le tende e aperto la grande finestra per fare entrare aria pulita, aperto il letto come un panino e messo i cuscini sul davanzale assolato. Poi si era spogliato del suo prezioso e comodissimo pigiama, per indossare abiti eleganti, ma molto vecchi e logori: un paio di pantaloni a sigaretta neri sbiaditi e in cotone, una camicia di seta color oro, con dei fili tirati e le sue solite ciabatte da camera.
Uscito nel corridoio, si portò fin davanti la porta bianca della stanza di Jennie. Bussò leggermente, poi più energicamente, fino a sentire dei lamenti dall'altra parte e a quel punto entrò.
<<Buongiorno fanciulla.>> La salutò, mentre nella penombra cercava di capire il suo stato di coscienza.
Aprì le tende e lasciò passare la luce del sole per svegliarla definitivamente.
<<Giorno oppa.>> Sentì provenire da sotto quell'ammasso disordinato di coperte dove era nascosta la sorella.
Vide una testolina scura sbucare verso la metà del letto matrimoniale e vi si avvicinò, per sedersi sul materasso.
Jennie avvertì la vicinanza del fratello e si tirò un po' fuori dalle lenzuola, per avvicinarsi a lui e farsi un po' coccolare.
Portò la guancia sulla sua coscia e lì appoggiò la testa, mentre Seokjin le accarezzava dolcemente la lunga chioma mora, proseguendo a farle i grattini lungo tutta la schiena semi-nuda.
<<Non hai freddo a dormire solo con la camicia da notte?>> Le domandò il fratello preoccupato.
<<Mh no: ho tante coperte.>> Rispose lei ad occhi chiusi mentre si godeva le tenerezze del suo oppa.
<<Dai fanciulla, dobbiamo scendere a finire di preparare, prima che i nostri ospiti si sveglino.>> La esortò il maggiore.
<<Ci costano un occhio della testa queste festività.>> Osservò lei, che ancora dopo anni non aveva buttato giù le tradizioni della famiglia.
<<Hai ragione, ma finché ci sono mamma e papà, dovremo rassegnarci a seguire le loro volontà.>> Rifletté ad alta voce.
<<Almeno potrebbero tornare un po' prima dai loro viaggi e aiutarci: noi due prepariamo tutto da venerdì, sia la cena di ieri sera che il pranzo di oggi e loro si sono presentati solamente ieri pomeriggio.>> Osservò, mentre si sistemava a sedere di fianco al fratello. <<Mi manca la mamma, da quando non sta più con noi.>> Concluse tristemente.
Jin guardò comprensivo quel visino corrucciato e le scostò una piccola ciocca nera dalla fronte, portandogliela dietro l'orecchio.
<<Ma se litigavate sempre quando abitavamo tutti qui.>> Disse con tono maliconconico, mentre le accarezzava una guanciotta con l'indice.
<<Sì ma mi manca lo stesso.>> Tirò corto la ragazza, alzandosi per andare a rovistare nell'armadio.
<<Va bene Jennie.>> Parlò il ragazzo. <<Mettiti pure qualcosa di carino, ma comodo, tanto dopo il cenone di ieri sera quegli schifosi non si alzeranno prima delle undici.>> Le comunicò, mettendosi in piedi anche lui. <<Non so a che ora si alzeranno mamma e papà, ma tanto ieri sera è stato detto a tutti che la colazione sarà servita nella sala del pianoforte, quindi li vedremo di sicuro.>> Aggiunse.
<<Sì, poi dico io tutto il resto dei programmi a papà.>> Lo rassicurò.
<<Va bene fanciulla, io allora vado a dare da mangiare agli scoiattoli e poi scendo in cucina. Se hai bisogno di qualcosa, cercami lì.>> La informò.
<<Sì oppa, a dopo.>> Lo salutò distrattamente, mentre continuava a spulciare fra quelle stoffe.
<<A dopo.>> Si congedò.

Oppas call me NoonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora