7: grammi di nutella

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Quando scesero di nuovo la gradinata avevano le labbra più gonfie, i colli più rossi, i vestiti più stropicciati e i cuori più leggeri.
Nessuno tuttavia si rese conto dei loro cambiamenti, impegnati com'erano tutti a conversare tra di loro qua e là per l'abitazione.
La pausa di mezz'ora non si era ancora conclusa, ma gli ospiti impazienti iniziavano già a sciamare verso la sala da pranzo.
Namjoon seguiva il beta da una certa distanza non sapendo nemmeno lui il perché, dato che nessuno li stava comunque considerando.

<<Quindi tu e Jennie aiutate la servitù.>> Asserì di punto il bianco il più piccolo, affiancandosi a quel bellissimo spettacolo che era Seokjin.
<<Di tanto in tanto.>> Rispose l'altro, entrando nella sala da pranzo.
<<Vieni andiamo fuori al sole.>> Lo esortò Jin, prendendolo per mano in mezzo a tutti e guidandolo attraverso la porta-finestra.
Il minore non aveva mai visto quella terrazza, ma era certo già solo al primo colpo d'occhio che fosse stupenda. Il pavimento era lastricato in marmo grigio e la balaustra, pioli compresi, era di pietra lavorata. Conche di fiori davano un tocco di vita all'ambiente e un gazebo telonato riparava una zona dal sole pomeridiano. Non distava dal terreno nemmeno cinque metri, dato che la sala si trovava teoricamente a piano terra, tuttavia il fatto che la loro casa fosse costruita alla base di una collina implicava anche stranezze del genere.
Tutte le sedie fuori erano vuote e i due decisero di approfittarne e riposarsi un attimo al sole.
<<Hyung quanto manca alla fine della pausa?>> Domandò Namjoon.
Seokjin guardò il suo orologio da polso. <<Dieci minuti circa.>> Rispose perplesso. <<Perché? Hai fame?>> Lo interrogò curioso.
<<Un pochina mi è tornata effettivamente.>> Rifletté ad alta voce il minore. <<Volevo sapere se avevamo il tempo di andare là dietro.>> Indicò la grande conca rotonda posta al centro del terrazzo. <<Ho ancora voglia di baciarti.>> Aggiunse sussurrando con voce roca.
Jin arrossì imbarazzato per il modo più che invitante con cui gli aveva posto la questione.
<<Ora no Nam, potrebbe uscire qualcuno e vederci.>> Declinò, mentre gli toglieva un paio di suoi capelli neri dalla giacca.
<<Tu e tuo padre restate qui a dormire stanotte?>> Gli chiese, osservandolo con aria sognante.
<<Non credo, penso che dopo pranzo andremo a cercarci un albergo. Papà deve stare qui per lavoro, ma non sappiamo ancora per quanto.>> Spiegò.
<<Che lavoro fa tuo padre?>> Domandò il beta.
<<Il poliziotto: lo hanno trasferito in questo paese, ma per due settimane è in prova.>> Gli illustrò brevemente la situazione.
<<E a te piacerebbe restare qui per il tempo che vi serve a trovare un altro appartamento?>> Lo interrogò, guardandolo come incantato, mentre gli accarezzava la mano destra.
<<Magari Hyung.>> Ribatté prontamente l'alpha, con la speranza nella voce.
<<Però se lo dico a mio padre così all'improvviso, potrebbe insospettirsi... dobbiamo trovare un altro modo.>> Spiegò.
<<Non eri tu in padrone di casa qui?>> Osservò Namjoon.
<<Non finché ci sono miei genitori e a quanto mi hanno detto, rimarranno qui per un mesetto, fino al prossimo viaggio di lavoro, poi torneranno nell'altra loro casa.>> Dichiarò.
<<Comunque.>> Continuò. <<Qualcuno deve fare sapere a mio padre che ancora non avete un albergo per stanotte e ho un'idea.>>

Jennie risalì dalla cucina appena in tempo, entrò nella sala da pranzo e vide tutti gli ospiti a sedere, mentre attraverso la vetrata il fratello e Namjoon chiacchieravano amichevolmente.
<<Stanno facendo amicizia veramente quei due.>> Commentò amabilmente zia Chaeyoung rivolgendosi alla nipote. Era seduta a pochi passi da Jennie ed era girata nella sua direzione. <<Non avrei scommesso un soldo bucato sulle doti sociali di tuo fratello.>> Ridacchiò mostrando i suoi denti ingialliti dall'età e fece ridere anche la ragazza che parlò: <<Dovevi vedere come era a disagio mentre mangiavano il primo. Unnie lo hai fatto apposta di farci mettere tutti vicini? Era farli conoscere?>> Chiese genuinamente grata alla zia, sempre più incredula che una donna tanto cara come lei avesse potuto avere per figlio Minseok. Con quell'acconciatura poi sembrava più dolce che mai: gli argentati capelli lisci erano avvolti con una bacchetta apposita, tuttavia un paio di ciuffi erano stati lasciati liberi di incorniciarle il volto, segnato dagli anni, ma cui occhi erano ancora grandi e vispi.
<<Eheheh.>> Gongolò la signora. <<Anche per quello, ma soprattutto perché ti avevano messa di fianco a quello stronzo di mio figlio.>>
<<Tesoro non dire queste cattiverie.>> La incalzò il marito.
<<Oh Jongdae smettila, lo sai benissimo che l'unico lato buono di quel ragazzo è la donna che ha sposato.>> Rispose lei polemica.
Lo zio guardò Jennie con aria rassegnata e si voltò, mostrandole la zona della testa in cui avevano iniziato a cadergli i capelli.
Si avviò verso la terrazza per chiamare i due ragazzi, vedendo Minseok e la graziosa moglie Shuhua prendere di nuovo posto a tavola. Sperò che non avessero sentito nulla e uscì fuori.
<<Oppa è ora di mangiare il secondo, venite dentro per favore.>> Disse Jennie.
<<Oh sì che bello, stavo ricominciando ad avere un certo buco nello stomaco.>> Si felicitò Namjoon.
Entrambi si alzarono e seguirono la ragazza fin dentro la sala, per poi prendere i loro rispettivi posti.

<<Signore e signori, come promesso state per mangiare del vero capriolo selvatico, oppure, se preferite, del salmone. Buon appetito.>> Augurò a tutti Namjung.
Jin fece passare lo sguardo dal padre alla madre.
Sunghee distolse gli occhi dal figlio quando si accorse che era stata scoperta a fissarlo e assunse un'espressione indecifrabile.

Oppas call me NoonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora