9: pezzetti di banana

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<<E questo è il mio preferito: il salice piangente.>> Seokjin parlò a Ungyong che si era dimostrato un ascoltatore attento durante il loro piccolo tour del giardino e lo aveva riempito di domande, osservazioni e considerazioni curiose.
Namjoon invece era rimasto in silenzioso, ma i suoi occhi vispi e il suo olfatto acuto vagavano di fiore in fiore, di foglia in foglia alla ricerca dei dettagli meravigliosi che Seokjin stava descrivendo. Lo osservava spiegare per filo e per segno i motivi per cui aveva piantato questa o quella varietà di arbusto, mentre la brezza tiepida gli portava alle narici il suo delicato odore di rose. Non ricordava nemmeno da quanto non sentiva così bene: era rilassato e totalmente immerso in quel bucolico ambiente, senza pensieri e lontano da ogni sua più piccola paura, con il profumo della primavera a cullarlo dolcemente.
Il padre di Seokjin era lì con loro: non si stancava mai di assistere all'entusiasmo del figlio nel raccontare le sue passioni, né di ammirare i volti sorpresi dei suoi interlocutori nell'apprendere curiosità di ogni sorta riguardanti il giardinaggio.
<<Anche questo viene dal tuo negozio?>> Gli domandò Ungyong, riferendosi al grande albero di fronte a loro.
<<Lo piantò il mio bisnonno.>> Incalzò lesto Namjung, non senza un velo di nostalgia nella voce. <<Lo stesso giorno in cui concluse la costruzione di questa casa.>> Aggiunse infine con gli occhi rivolti al cielo e l'aria trasognata.
<<Oh allora ha qualche annetto di età.>> Osservò il padre di Namjoon sorpreso. <<Comunque ragazzo è ammirevole la tua dedizione a questo lavoro. Semmai avessi bisogno di qualche articolo di agraria, verrò sicuramente da te.>> Gli garantì con voce ferma.
Jin gli sorrise con gli occhi e un timido <<Grazie>> lasciò le sue bellissime labbra rosee.
<<Bravo il mio ragazzo eh?>> Gongolò Namjung.
<<Molto.>> Riconobbe Ungyong, guardandolo con aria soddisfatta.
<<Bene ragazzi, noi torniamo dentro. Jinnie rincasate fra poco, ché dobbiamo congedarci con gli ospiti.>> Gli ricordò il genitore.
Jin a quelle parole frenò il proprio crescente entusiasmo, sfoggiando una delle sue espressioni più tranquille.
<<Certo Appa, a dopo.>> Gli sorrise.
I due uomini girarono i tacchi parlottando tra loro e sparirono dietro il muro bianco.
Appena i ragazzi sentirono la porta scattare, all'unisono, si voltarono l'uno verso l'altro.
Seokjin si mosse di scatto verso l'alpha, facendo un lungo passo e avvicinando i loro volti.
<<Finalmente.>> Gli sussurrò sulle labbra e lo baciò.
Fu un contatto bisognoso, vorace a tratti, che non bastava mai e, ogni volta che sentivano le loro lingue bagnate sfiorarsi, scariche di brividi si liberavano sulla superficie della loro pelle accaldata. I loro respiri umidi si mescolavano e si cercavano ogni volta che muovevano le mandibole per far scivolare le loro labbra piene le une sulle altre, entrambi con il fiatone e il cuore a mille. I loro corpi si stringevano sempre di più in quel bacio, non riuscendo ancora ad entrare in contatto quanto bastava loro per soddisfare la loro sete l'uno dell'altro.
Le lunghe braccia di Namjoon erano saldamente avvolte dietro la schiena di Seokjin, che teneva le sue mani strette alle spalle dell'alpha, senza l'intenzione di abbandonarle. I loro petti stavano incollati insieme, così come le loro bocche.
Potevano sentire dai vestiti il battito accelerato dei rispettivi cuori, che facevano alzare e abbassare ritmicamente i loro sterni.
Jin si ritrovava ulteriormente eccitato dalla vicinanza alla ghiandola odorifera dell'alpha, che, a causa dell'eccitazione, aveva iniziato a emettere copiosa la sua buonissima fragranza di liquirizia. Sentì i pantaloni cominciare a farsi stretti e decise fosse meglio interrompere quel bacio.
Si staccò dalle bellissime labbra arrossate di Namjoon, che protestò con un breve mugolio. Appoggiò la sua fronte su quella dell'altro e per qualche momento, entrambi a occhi chiusi, ripresero fiato.
Seokjin deglutì e poi parlò piano: <<Dovremmo rientrare.>>
<<Ancora un attimo per favore.>> Rispose il minore con la voce tremante.
Quando il beta aprì i suoi occhioni, scoprì una lacrima sulla gota destra dell'altro.
Con le sue dita delicate la asciugò e poi baciò lentamente la sua guancia.
<<Che c'è?>> Domandò dolcemente a Namjoon.
<<Non lo so Hyung.>> Rispose lui confuso. <<Vai intanto dentro a salutare, se devi. Io ho bisogno di qualche minuto.>> Gli disse, poi tirò su con il naso e deglutì a sua volta.
<<Verrà qualcuno a chiamarmi.>> Affermò il beta, deciso a restare con il più piccolo il maggior tempo possibile. <<Andiamo a sederci un attimo?>> Propose poi.
Namjoon annuì aprendo gli occhi che seguirono come imbambolati la figura del corvino prenderlo per mano e trascinarlo fino alla panchina in ferro sotto il salice.
Fece una smorfia quando il suo sedere toccò quella superficie fredda e fece sorridere Seokjin, che continuava a tenergli la mano.
<<Ti senti meglio?>> Gli chiese interessato, cercando il suo sguardo che si era perduto nelle loro mani intrecciate.
<<Sì Hyung. Non so davvero che mi è preso, scusa.>> Lo tranquillizzò l'alpha. <<Mi sentivo un groppo in gola, non so spiegare.>> Concluse.
<<Va bene, non importa. L'importante è che tu ora stia meglio.>> Gli rispose dolcemente, mentre gli accarezzava una gota con le dita.
Namjoon chiuse gli occhi d'istinto, rilassato sotto quel tenero contatto, mentre Jin si avvicinò per lasciargli un bacino sulla fronte. Lo fece sospirare e la voglia di riceverne ancora e ancora lo attanagliò.
<<Ora sto bene, andiamo dentro Hyung?>> Domandò, bloccando sul nascere ogni altro pensiero.
Seokjin gli accarezzò la fronte calda con le proprie labbra e gli rispose, soffiando sulla pelle scura.
<<Andiamo.>>
Un brivido gli corse lungo la schiena.

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