5: x10 grammi di farina

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Quando entrò in casa gli ospiti erano ancora tutti al loro posto e così poté salire in bagno indisturbato.
Si chiuse la porta alle spalle e si tolse immediatamente la giacca, appoggiandola sul bordo della vasca.
Cercò macchie sulla camicia, ma tutto quello che vide furono i forellini delle unghiette dei suoi topolini, sia su una manica che sull'altra.
Si aprì il gilet e cominciò a sbottonarsi la camicia.
Cominciava ad avvertire un po' di bruciore in quella zona e cercò di velocizzare la sua operazione per evitare il più possibile di macchiare il fine tessuto bianco.
Si sbottonò i polsi e, finalmente rimasto in canottiera, potette farsi un'idea chiara della situazione.
I graffi sul braccio sinistro erano superficiali e stava uscendo pochissimo sangue, mentre quelli sul destro erano più corti e profondi.
Prese il cotone e il disinfettante dall'armadietto dei medicinali e lì usò per medicare le escoriazioni, mentre con della garza arrotolata al braccio evitava che il poco sangue andasse a macchiare i suoi preziosi indumenti.
Si stava riabbottonando i polsini della camicia quando sentì dei colpetti alla porta.

Toc, toc.

<<Oppa tutto bene?>> La sorellina parlò preoccupata fuori dalla porta.
Seokjin sbloccò la serratura e le spalancò l'entrata, mentre le rispondeva.
<<Sì, sì. Per fortuna non ho sporcato nulla.>> Disse, finendo di chiudere anche la manica destra e alzando lo sguardo.
La sorella stava proprio di fronte a lui con gli occhi rivolti ai suoi avambracci e ad un metro dietro di lei c'era Namjoon con le braccia incrociate e lo sguardo incantato sul parquet, mentre probabilmente stava riflettendo su qualcosa. Era bellissimo con quel completo leggero grigio scuro e persino il suo papillon rosso piacque al beta, che di solito preferiva le cravatte.
Seokjin trasalì interiormente, quando l'altro si destò dai suoi pensieri e lo scoprì a fissarlo. Si sorrisero brevemente, poi Jin si rivolse a Jennie che stava iniziando ad abbottonargli la camicia: <<Quanto manca al pranzo?>> Le chiese piano.
<<Una decina di minuti circa.>> Disse lei tutta concentrata.
La trovava dolcissima quando si preoccupava così per lui.
<<Lascia fanciulla, faccio io.>> La esortò. <<Vai pure a dire a mamma e papà che sto arrivando.>> Le sfiorò delicatamente la guancia con l'indice.
<<Va bene.>> Chiuse gli occhioni a quel contatto e si voltò dirigendosi di sotto.
Namjoon e Seokjin si guardarono e si salutarono con un piccolissimo inchino solo con la testa.

<<Che cazzo mi succede?>> Si domandò il beta, una volta richiusosi nella stanza.
<<Da quando un alpha con un bel faccino ti fa questo effetto Jinnie?>>
Si lavò il viso con acqua fredda e si ricontrollò i capelli per assicurarsi non fossero fuori posto.
Fece un lungo sospiro provando a ricomporsi, poi si rivestì anche del gilet e della giacca azzurra e si avviò di sotto.

<<Jinnie ma perché voi giovani non vi sedete tutti accanto?>> Propose la dolce zia Chaeyoung, vedendo che i posti loro assegnati erano effettivamente abbastanza distanti l'uno dall'altro.
<<Ha ragione ragazzo, cambia un po' questi segna-nome, ché non ho voglia di stare ancora vicino a mia moglie.>> Ridacchiò sguaiatamente il signor Lee, mentre la sua sposa alzava gli occhi al cielo.
Jennie si illuminò a quella proposta, dato che le era toccato il posto vicino al cugino Minseok, che lei non aveva mai sopportato per la sua spocchia.
Namjoon sembrava trovarsi a suo agio accanto al padre, quello che non lo entusiasmava era tuttavia il signor Lee al suo lato destro, così si alzò in piedi e andò a sistemarsi con gli altri due in fondo a quella tavolata.
Jennie si posizionò a capotavola, trovandosi di fronte al padre, mentre gli altri due si trovarono uno di fronte all'altro.
Dopo qualche minuto Hyuna, che era rimasta a vedere gli ospiti sedersi, passò lungo la tavolata e si mise di fianco al padre di Seokjin, che si alzò in piedi e parlò:
<<Vi confesso che è stato un immenso piacere avere tutti voi come miei ospiti in questi due giorni di festa e spero che per voi sia stato lo stesso.
Adesso devo tuttavia confessarvi un piccolo particolare che ho omesso a tutti voi.>> Fece un attimo di pausa, lasciando la confusione e la curiosità prendere possesso di quel gruppetto di persone. <<Non ci sarà l'agnello oggi: il mio macellaio di fiducia mi ha proposto un capriolo che non ho potuto rifiutare.>> Concluse.
<<Qualcuno lapidi quest'uomo.>> Urlò scherzosamente il signor Lee, facendo ridere tutti i presenti, incluso Namjung, il padre di Jin, che diede finalmente il via a Hyuna per cominciare a portare gli antipasti.

<<Ma quell'uomo è ubriaco?>> Chiese sottovoce Namjoon a Seokjin.
Lui sorrise comprensivo e poi gli rispose sussurrando:
<<Magari! Mio padre dice che sempre stato così su di giri. Addirittura so che da giovane era pure peggio.>> Ridacchiò.
<<Ah sì? E ti ha raccontato cosa combinava?>> Lo interrogò Namjoon curioso.
<<A me no.>> Si girò verso la sorella. <<Jennie a te ha raccontato qualche episodio di preciso?>> Le domandò.
La ragazza ci pensò su un momento, mentre finiva di masticare la sua tartina al caviale.
<<Non mi sembra proprio Oppa.>>
<<Peccato.>> Commentò rattristato l'altro.

Parlottarono così durante l'antipasto, drizzando ogni tanto le orecchie ai discorsi che provenivano dall'altra parte del tavolo.
Mangiata l'ultima tartina con acciuga e cipolla Jin si pulì le mani al tovagliolo, mentre si risistemava sulla sedia.
<<Ahia Jinnie.>> Si lamentò la sorella. <<Mi hai dato un calcio con codeste gambacce lunghe.>> Disse, mentre si massaggiava uno stinco.
<<Oh scusami tanto, non volevo davvero.>> Gli rispose preoccupato.
Jennie tirò entrambi i piedi sotto la sedia.
<<Ora non mi prendi più.>> Lo sfidò ridacchiando.
Namjoon sorrise a sua volta e portò le sue gambe più avanti, con l'intenzione di mettere in pratica ciò su cui stava riflettendo dal momento in cui si era seduto davanti a quel beta.
I piatti degli antipasti vennero ritirati uno a uno e arrivò il momento dei cannelloni.
Mentre Jin stava tagliando la sua porzione, sentì qualcosa puntare sul suo piede destro. Guardò la sorella che stava mangiando indisturbata, poi si voltò verso Namjoon, che invece lo fissò brevemente con occhi languidi, per poi tornare sul suo piatto.
Il cuore cominciò a pulsare più forte nel suo petto e le sue guance si colorarono di rosa.
Avvertì il piede dell'altro iniziare a muoversi e accarezzare il suo attraverso la scarpa.
L'imbarazzo era visibile nei suoi occhi da cerbiatto che lo fissarono chiedendogli un <<Perché?>> silenzioso, al quale conosceva perfettamente la risposta, mentre Namjoon ricambiava quello sguardo con il suo affilato e sempre più affamato.
Lo stava provocando deliberatamente, perché quel ragazzo non gli era indifferente: sentiva il suo odore vanigliato di beta più forte e più buono di tutti gli odori di tutte le omega con le quali era stato e una voglia incredibile di possedere quelle labbra carnose lo attanagliava da quella mattina nel giardino.
<<Ora o mai più.>> Era stato il pensiero dell'alpha, dato che lui e il padre sarebbero rimasti in città per un tempo ancora indefinito.
A Seokjin andò di traverso un pezzo di cannellone quando sentì il piede di Namjoon salire a sfiorare la sua caviglia.
Tossì con nonchalance e proseguì il suo pasto dissimulando l'eccitazione che quella situazione gli stava mettendo in corpo.
L'alpha ritirò il piede quando lo vide tossire, ma tornò subito all'attacco notando il rossore crescere sulle sue guance e il suo sguardo lucido fisso nel proprio.
<<Tutto bene Oppa?>> Domandò la sorella preoccupata per lo strano atteggiamento del ragazzo.
<<Certo certo, fa solo un po' caldo in questa stanza.>> Si giustificò Jin.
Se all'inizio si trovava fortemente a disagio, adesso un piacevole brivido aveva cominciato a salirgli dalla caviglia fino all' inguine e aumentava sempre più man mano che il piede di Namjoon risaliva il suo polpaccio.
Arrivati i tortelli con burro e salvia, i due erano giunti a lanciarsi le prime occhiate piene di desiderio, mentre il piede di Namjoon si era spinto appena sopra al ginocchio dell'ambito padrone di casa.
Seokjin non aspettava altro che la pausa tra i primi e i secondi per chiudersi con quell'alpha voglioso nella prima stanza disponibile che avesse trovato.

Oppas call me NoonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora