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Aprì l'anta polverosa, passando dall'umida penombra del seminterrato grigio, ai raggi dorati del sole che filtravano delicatamente tra le fronde verdi del grande salice piangente.
Era pomeriggio inoltrato e la temperatura primaverile sembrava perfetta per stare all'aperto.
Una volta spalancata l'uscita il profumo incredibilmente buono di liquirizia lo investì come un treno in corsa.
Le sue pupille si dilatarono, la sua salivazione aumentò, sentì lo stomaco chiudersi e il suo battito accelerare. Rimase intontito per qualche istante, immobilizzato sulla porta tentando di darsi un contegno e dopo un minutino riuscì a muovere un paio di passi.
Uscì finalmente sull'umido trifoglio verde scuro e percepì ancora più chiaramente quella fragranza che tanto gli era mancata in quella mattinata. Non si era nemmeno reso conto di quanto realmente avesse bisogno di tornare da Namjoon, finché il suo stesso fisico non gli sbatté in faccia la verità.
Lo cercò con lo sguardo, ma i suoi occhi non lo colsero né sulla panchina, né intorno al grande fusto marrone opaco.
<<Vieni qui scricciolo.>> Sentì provenire da dietro il tronco, allora lo vide in tutta la sua eterea bellezza. Aveva lo sguardo rivolto verso gli alti rami e la mano tesa verso qualcosa di invisibile per Seokjin.
Il beta lo osservò da quella stessa posizione: suoi occhietti scurissimi erano ancora più profondi di quanto li ricordasse, il suo naso dritto era arricciato e la sua bocca carnosa era aperta in un bianchissimo sorriso, lo stesso che adesso Jin aveva stampato in faccia alla vista del suo alpha.
Si avvicinò ancora a lui, deglutì e prese un po' di coraggio per parlare.
<<Cosa stai cercando?>> Domandò timidamente.
Namjoon posò gli occhi nei suoi e cambiò immediatamente espressione. Seokjin giurò di aver visto i suoi occhi farsi lucidi, ma non ebbe tempo di accertarsene dato che l'alpha gli si gettò addosso avvolgendolo con le sue forti braccia. Lo stringeva a sé come un bimbo stringe il braccio della mamma quando impara a camminare, nel frattempo teneva il viso affondato nel suo collo e respirava in modo quasi violento sulla sua ghiandola odorifera.
Seokjin si ricoprì di brividi a quel contatto repentino e chiuse gli occhi mentre ricambiava l'abbraccio, deciso a godersi quel ricongiungimento.
<<Dov'eri?>> Sussurrò l'alpha.
<<Affari... fiori per un funerale. Scusa.>> Rispose sommesso Seokjin.
<<Va bene... mi sei mancato hyung.>> La voce gli tremava.
<<Anche tu... tanto.>> Mormorò.
Quell'abbraccio inizialmente bisognoso li calmò entrambi dopo qualche minuto e, quando non ebbero più necessità di stare così vicini, si separarono.
Seokjin fissò per un paio secondi i suoi occhioni scuri brillanti in quelli poco più opachi di Namjoon, poi si avvicinò e gli lasciò un veloce bacio sulle labbra quasi con timidezza.
L'alpha glielo restituì qualche istante più tardi, indugiando però maggiormente su quelle grandi labbra al sapore di zucchero filato.

<<Quindi se non sono fratelli, perché non li fai accoppiare?>>
Namjoon se ne uscì con questa domanda dal nulla, dopo che Seokjin gli aveva appunto confermato che i suoi due scoiattolini, che adesso gli giocavano in grembo, non erano imparentati.
I due ragazzi sedevano sulla panchina del giardino godendosi la leggera brezza primaverile che si era levata nel tardo pomeriggio e che portava alle loro narici sensibili gli odori più disparati provenienti dal resto del giardino e dalla collina verde che saliva selvaggia oltre quella casa.
La schiena di Seokjin era mollemente poggiata al fianco destro del minore e la sua testa inclinata sulla sua spalla, mentre il braccio di Namjoon era aperto a cingere il ventre dell'altro.
Quella posizione permetteva all'alpha di bearsi del delicato profumo di rose del beta e allo stesso tempo di osservarlo giocare con quei due deliziosi roditori che tanto sembravano essere affezionati a lui.
<<Ma sono due maschi.>> Rispose Jin quasi deluso, come se in fondo in fondo non gli fosse dispiaciuto avere dei cucciolini.
<<Ah già, non ci avevo pensato che gli altri animali non possono.>> Ammise candidamente il minore.
<<In realtà pure per noi esseri umani è un po' difficile.>> Commentò Seokjin a voce bassa.
<<Bisogna solo trovarsi nella condizione giusta.>> Aggiunse Namjoon, lasciando un tenero bacetto sui capelli morbidi e profumati del più grande, abbracciandolo più forte e affondando il viso nel suo collo.
Seokjin sentì una sensazione opprimente
alla bocca dello stomaco: un'ansia che da un po' di tempo oramai non avvertiva si era ripresentata più asfissiante che mai.
Si voltò verso l'altro con gli occhi lucidi e lo sguardo basso, lo abbracciò delicatamente nella sua tristezza muta e cercò disperatamente nelle sue calde braccia una ragione per la quale potersi far andare bene la propria impossibilità a concepire figli.
Si sentiva avvilito per la sua condizione che gli aveva tolto ogni possibilità di avere l'unica gioia che avesse mai veramente desiderato.
Si sentiva tremendamente impotente perché la sua condizione di sterilità non dipendeva dalla sua volontà.
Si sentiva in colpa nonostante fosse consapevole di questo.
Si sentiva arrabbiato con il mondo che sembrava andare tranquillamente avanti, ignorando la sua situazione di perenne stallo.
In ultimo si sentiva invidioso nei confronti delle coppie con figli e avrebbe volentieri fatto a cambio con una qualsiasi omega che sputava sulla sua fertilità, rifiutandosi di avere bambini, abbandonandoli in un orfanotrofio o abortendo.
Sentiva il fastidio di essere osservato mentre piangeva, tuttavia non avrebbe desiderato altri che Namjoon insieme a lui in quel momento.
<<Ehi.>> Lo chiamò piano l'alpha con tono dolce. <<Che succede Hyung?>> Domandò, mentre gli accarezzava teneramente la schiena da sopra la sua camicia leggera.
Seokjin si sentì come riportato alla superficie dalla voce profonda e calma dell'altro. Come il delfino in apnea è costretto a risalire dalle profondità per riprendere fiato, così il beta fu trascinato fuori dai suoi torvi pensieri dalla necessità dell'amore.
Prese un profondo respiro, ancora abbracciato al suo alpha e inalò il suo odore che in quel momento sapeva di casa e di tranquillità. Tirò su con il naso e si staccò al minore per asciugarsi gli occhi.
Namjoon potette giurare di sentire dentro la pancia tutto quello che in più grande stava provando quando lo guardò finalmente in quei bellissimi occhi neri.
Gli appoggiò delicatamente le mani sulle gote e con il pollice sinistro gli asciugò una lacrima che gli era sfuggita pochi momenti prima, poi si avvicinò al suo volto e lo baciò.
Quando si staccarono, entrambi avevano le guance più rosa e gli occhi più felici.

Oppas call me NoonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora