CAP. I

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<State riposando, Sua Santità?> Chiese timidamente l'aiutante di camera di Papa Giulio IV.

La camera del Santo Padre era immersa nel buio nonostante fosse tarda mattina e il sole fosse già alto nel cielo di una fresca giornata di tardo autunno.

Nessuna risposta.

<Scusatemi Santo Padre se insisto... il camerlengo dice che è una questione importante.> Con la voce incerta per la situazione, il segretario insistette.

<Cosa vuole? Possibile che non si possa stare tranquilli neanche 5 minuti?> Rispose seccato il Papa dalla sua poltrona in fondo alla stanza.

Giulio IV era solito rimanere 20 minuti in solitudine al buio comodamente seduto nella sua stanza per poter pensare alle incombenze del pomeriggio dopo aver passato l'intera mattinata a parlare con gente comune, funzionari di stato e cardinali. D'altronde la sua giornata lavorativa cominciava sempre alle 4,30.

<Il camerlengo vi ricorda che l'appuntamento con il Generale Gutierrez era previsto per le 12, Sua Santità.>

<Ebbene? Il camerlengo pensa che Sua Santità si stia rimbambendo? Ovvio che lo ricordiamo!> Sempre più seccato il Papa si rivolse con tono duro al suo assistente di camera personale.

<Ma assolutamente no Santo Padre, solo che sono già le 12 e 10... e il camerlengo voleva sapere se doveva posticipare l'appuntamento con il Generale.> Temendo una reazione violenta di Giulio IV, l'assistente finì la frase in calando.

<Fatelo aspettare a quel bifolco in uniforme... dannazione! Noi siamo gli emissari di Cristo, possibile che si faccia fretta a Nostro Signore?> Giulio IV urlò con veemenza tutta la sua rabbia.

<Dite al camerlengo che saremo pronti tra 20 minuti. Non prima. Nel frattempo che impegni quello zotico in qualche attività... che lo porti a vedere la Cappella Sistina o qualche altra roba che abbiamo a disposizione qui in Vaticano.> Disse infine il Papa riprendendo un tono della voce più pacato.

Il nuovo Papa stava riuscendo in quell'impresa che fino a poco tempo fa sembrava impossibile. La popolarità che il Vaticano stava recuperando in questi ultimi anni, grazie al nuovo ordinamento del "Paenitentia" emanato dall'enciclica papale del 2089, era un qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato.

Prima della sua elezione al soglio pontificio, infatti, le chiese erano ormai tutte abbandonate e in totale decadimento, i parroci delle piccole comunità erano spariti del tutto e non vi erano più persone pronte a professare la parola del vangelo, tanto è vero che era oramai chiaro a tutti che la religione legata alla figura di Cristo, come già era successo in precedenza per tutte le altre principali religioni monoteiste, fosse giunta al termine.

In questo periodo storico, difatti, la moralità e il senso civico avevano raggiunto livelli così bassi che non si vedevano dalla caduta dell'Impero Romano d'occidente, tanto da far guadagnare a questa era l'appellativo di "nuovo medioevo".

Tuttora l'unica forma di giustizia era dettata dalla violenza e dalla legge del più forte.

La sola figura carismatica che sembrò infatti riuscire a influenzare maggiormente le masse con i propri discorsi e proclami incentrati sull'arrivo di una imminente apocalisse e su una serie di piaghe divine, fu quella del cardinale Paul Casimir Miller che, dopo una carriera estremamente spregiudicata fatta di accordi segreti e guerre interne alla chiesa e nei conclavi, riuscì a diventare Papa con il nome di Giulio IV appena 11 anni prima dell'arrivo del nuovo secolo.

Persona priva di scrupoli o remore di ordine etico, cinica e disonesta fino alla sfacciataggine, il nuovo Papa però ebbe il merito di essere riuscito in poco meno di un decennio a ridare una sorta di minima speranza alle popolazioni più in difficoltà e a dare una sorta di giustificazione teologica al problema che affliggeva la popolazione terrestre da 31 anni.

Altri meriti non se ne trovavano per una persona che, grazie a menzogne e intrighi di potere, prima eliminò bruciando politicamente i suoi oppositori all'interno del Vaticano e poi allontanò tutti i detrattori pubblici e privati che osarono fronteggiarlo apertamente emarginandoli e cacciandoli nei più insignificanti ambiti sociali.

Ormai più nessuno cercava di ostacolare questo uomo che, essendo riuscito ad ottenere un potere terreno simile a quello dei peggiori inquisitori o dei più sanguinari dittatori del passato, si permetteva di ordinare arresti e di far mettere in atto le più atroci torture a chiunque osasse solo mettere in discussione la sua visione del potere.

In questo scenario di società in pieno decadimento, solo due altre figure politiche rimanevano a lato del pontefice cercando di spartirsi quel che rimaneva del mondo e della sua sciatta popolazione. Stando comunque sempre attenti a non pestare i piedi del vicario di Cristo, ma anzi cercando in ogni modo di tirare i lembi della sua tiara papale, i due politici si sfidavano e si scontravano costantemente.

Il globo, infatti, dal punto di vista geopolitico era diviso in due grandi schieramenti, quello a Ovest governato dal Generale Rafael Palmeiro Gutierrez, e quello a Est che veniva gestito dalla Principessa d'Oriente Yasmina 'Imād ad-Dîn al-Quahayrî.

Erano entrambi due dittatori che, grazie all'appoggio dei loro eserciti, riuscivano a tenere in pugno la delicata situazione sociale reprimendo con durezza ogni accenno di rivolta, mantenendo così un potere che garantisse ad ambedue immani ricchezze e assoluto benessere.

<Sua Santità è pronta? Il Generale Gutierrez vi sta aspettando nello studio, posso digli che state arrivando?> Esordì il camerlengo dopo che furono passati 20 minuti.

<Certo, dite a Gutierrez che stiamo arrivando. Tutta questa fretta nell'organizzare quest'incontro quando dovrà dirmi come sempre le stesse idiozie. Probabilmente è venuto a leccarmi il culo come al solito. Proprio non lo sopporto! Non sopporto lui, il suo modo di fare e il suo alito cattivo.> Sentenzio Giulio IV.

<Non saprei vostra Eminenza... in effetti è probabile che, visti gli ultimi dissidi con la Principessa d'Oriente avvenuti la settimana scorsa nella regione balcanica, sia venuto a cercare una Vostra parola di conforto.>

<La regione balcanica come al solito... è incredibile come da secoli ci siano delle aree nel mondo che creino sempre problemi. E l'essere umano sembra incapace di voler risolvere queste dispute infinite. Ma d'altronde chi se ne frega, ai giorni nostri abbiamo ben altro di più grave a cui pensare. Chissà che fine faremo.> Concluse il Papa con amarezza.

<Avete assolutamente ragione come sempre Santo Padre. Ora se volete cortesemente seguirmi vi accompagno dal Generale.>

Si stava vivendo il periodo più cupo degli ultimi secoli e la cosa più allarmante era che sembrava non esserci alcuna possibilità di venire fuori da questa situazione. Sembrava veramente che Dio volesse punire in maniera definitiva questa sua errata creatura.

La circostanza era stagnante, il mal contento si era ormai esteso in tutti i luoghi e a tutti i livelli. Gli strati sociali si erano ormai appiattiti in fasce molto basse, e piccoli gruppi di delinquenti continuavano a farla da padrona nelle periferie esercitando vili atti di prevaricazione per cercare di raschiare il fondo di questo barile ormai troppo secco e arrugginito.

Era da decenni infatti che la vita si limita a una sfiancante lotta per la sopravvivenza. La gente comune, sempre più stanca e provata, cercava di sbarcare il lunario in questo mondo ingrigito e privo di ogni prospettiva.

Esattamente dal 2067, ovvero da quando la popolazione terrestre raggiunse il devastante numero di 17 miliardi di persone, in accordo tra tutti gli stati che ancora riuscivano a governare in una precaria democrazia, fu fatto severo divieto di procreare. Da allora i reggenti furono costretti a introdurre gradualmente la castrazione chimica come metodo di dissuasione per tutti i maschi che raggiungevano l'età dello sviluppo.

Fu l'unico modo per cercare di risolvere una situazione che apparentemente rimaneva senza spiegazioni.

Fu l'unico modo di fermare il numero degli abitanti terrestri che esponenzialmente continuava ad aumentare rischiando di portare il mondo e l'intera popolazione a un collasso inevitabile, visto che ormai nessun essere umano era più in grado di morire.

Solo alcuni rarissimi casi di morte si registravano in tutto il pianeta e gli scienziati non riuscivano a trovare un'interpretazione che potesse spiegare questa assurda anomalia.

La morte era vista ormai come un premio concesso solo a pochi e meritevoli individui.


L'uomo delle farfalleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora