CAP. XXVII

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<A cosa devo la tua visita qui fratello?> Esclamò l'uomo delle farfalle nello stesso momento in cui i lepidotteri gli si adagiarono simultaneamente tutti addosso.

Non appena Thanatos percepì la presenza di un suo simile tutti i peli che ricoprivano la sua pelle si drizzarono facendo provare al Dio della morte un soffuso ed esteso senso di brividi. Non si trattava infatti di un suo pari qualunque, ai bordi della piazza dove stava riposando in quella notte piovosa, l'essere che si era materializzato era Hypnos, suo fratello gemello.

Hypnos era il Dio del sonno, tanto potente da far addormentare, oltre agli esseri mortali, i numi pari suoi, e capace di donare a tutti gli esseri, divini e non, i sogni e i loro contenuti.

<Buona sera fratellino, è da un po' di tempo che non ci si vede... cosa saranno, una trentina di anni, dico bene?> Esordì Hypnos.

<Trentuno per l'esattezza.>

<Giusto, trentuno. Tutti questi anni tra litigi, insulti, ripicche... e io ancora non ho capito cosa effettivamente sia successo per far accadere tutto questo. Sai che paparino è incazzato come una bestia? Ogni tanto gli vengono i suoi cinque minuti e puntualmente giura che viene lui di persona a tirarti un paio di calci nel sedere. Poi però non lo fa mai davvero... in fondo si vede che ti vuole bene.>

<Quello non è nostro padre, non chiamarlo così! Lui è un Dio esattamente come lo siamo noi, un padre si comporterebbe in maniera ben diversa. Un padre avrebbe cura dei suoi figli e si interesserebbe delle loro problematiche, lui invece ha solo una cosa che gli circola costantemente per la testa... oltre alle donne voglio dire... il suo smisurato ego!> Precisò Thanatos.

<Ma sì dai, sai cosa voglio dire. Lui comunque è il capo dei capi, lui ci ha salvato da Crono, lui ha gestito la nostra vita e quella dei mortali sin dai tempi in cui venivamo idolatrati, e poi dopo nel momento in cui diventammo "invisibili". Lo conosciamo bene il vecchio, conosciamo pregi e difetti, ma non per questo possiamo smettere di considerarlo il nostro padre spirituale.>

<Lui non è il mio padre spirituale e io sto vivendo la mia vita in armonia anche senza di lui... e in questi anni lo ho ampiamente dimostrato. Ma come potrei continuare a considerarlo il mio punto di riferimento dopo quello che mi ha fatto! E non mi capacito di come tu, mio fratello gemello, ti sia potuto schierare dalla sua parte allontanandoti da me... voltandomi le spalle.>

<Ho provato in diverse occasioni a farti ragionare per indurti a capire che le cose non stanno come tu le hai percepite. L'episodio al quale fai riferimento tu non si è svolto come tu lo ricordi. Le cose non hanno avuto quella drammatica sequenza che tu hai compreso.> Provò a spiegare Hypnos.

<Taci! Tu lo scusi solo perché hai avuto sempre una spropositata soggezione nei suoi confronti. Per te lui è sempre stato il Dio più grande di tutti, quello dal quale poter imparare e prendere come punto di riferimento. Non è mai stato così per me! Solo io so realmente quello che è successo e quello che ho dovuto passare... nessun altro.> Le parole di Thanatos si riempirono di rancore e di odio al solo pensiero di quello che successe alcuni decenni addietro. <Ma come fai a parlarmi in questa maniera... tu sai cosa è successo e sai che razza di vile farabutto possa essere Zeus! Ho passato secoli sempre in silenzio a fare il lavoro che mi era stato assegnato senza mai creare problemi. Ho sempre rispettato le gerarchie che lui aveva imposto in questa sua dittatura, in questa sorta di teocrazia diretta... tutto perché la pace e l'equilibrio tra noi divinità doveva rimanere inalterato.> Thanatos cominciò a spiegare a suo fratello il perché di tanto astio. <Sono intervenuto ogni qual volta le nostre sorelle tranciavano inesorabilmente il filo fragile della vita di un mortale. Solo in alcuni rarissimi casi mi sono permesso di tardare il mio dovere facendo trascorrere poche ore residue di vita a chi aveva già avuto tagliato il filo, permettendo una breve interruzione al mio lavoro. Ricordo una notte del 25 dicembre del 1914 quando su di un campo di battaglia due schieramenti di soldati si affrontarono in una amichevole partita di calcio anziché trucidarsi miserevolmente... fu una mia scelta quella, una scelta presa contro ogni imposizione avuta dall'alto, ma fu una delle migliori che presi in tutta la mia vita.> Sul viso dell'uomo delle farfalle comparve un timido sorriso. <E nonostante tutta la magia di quell'episodio Zeus si arrabbiò con me come se avessi fatto la peggiore delle cose. Si è sempre comportato nei miei confronti come se fossi un qualunque mortale!>

<Sai benissimo che il capo si comporta così con tutti, non è una cosa nei tuoi confronti... lui è fatto così. Pensa di poter fare quello che vuole perché lui è quello che ci ha liberati... lui si considera il salvatore di noi tutti. E in parte ha ragione.>

<Ancora a rivangare il passato, cosa diamine me ne frega di una storia vecchia e sepolta come quella di Crono! Io ora penso a lui e a quello che mi fece... di chi mi privò costringendomi con l'inganno a toglierle la vita. E tutto perché ella amava me e non lui.> Dagli occhi di Thanatos fuoriuscì una lacrima.

<Suvvia fratello, non fare il melodrammatico, in fondo lei era una mortale, dovevi sapere a quale destino prima o poi si sarebbe dovuta piegare e comunque saresti dovuto essere sempre tu a compiere il suo Fato, sarebbe dovuta essere sempre tua la mano che avrebbe dovuto porre fine alla sua esistenza. Comunque ora calmiamoci, sono venuto qui non per litigare ma per vedere come stava il mio fratellone. Ti ho anche portato un piccolo omaggio floreale.>

<Un fiore? Un tulipano, immagino... che pensiero carino, sono commosso.> Disse sarcastico Thanatos.

<Un tulipano, certo... però questa volta te lo manda nostra madre, e in questa notte puoi pure star certo che, come al solito, starà sicuramente vegliando su di te dal profondo della sua oscurità. Lei, prima di tutti, non ha mai smesso di guardarti e di chiedersi come fare per farti desistere da tutta questa follia.>

Hypnos sapeva bene che nominare la madre Nyx, Dea della notte, avrebbe sortito il giusto risultato facendo sì che Thanatos si ammorbidisse ripensando al dolce abbraccio che tutte le sere, non importava che ci fosse una splendente luna o un cielo uggioso, gli arrivava amorevole da parte dell'amata genitrice.

<Ho provato anche a convincere nostro fratello Moros a venire qui con me questa sera per parlarti, ma tu sai lui come è fatto. Lui non è di molte parole, è sempre convinto che non faccia parte del suo ruolo quello di parlare alle persone per convincerle a comportarsi in una determinata maniera. Lui, in quanto Dio del destino inevitabile, cerca sempre di rimanerne fuori da queste cose, non c'è niente da fare... si prende troppo sul serio quel ragazzo. E comunque lascia che ti precisi che anche io non mi sono mai schierato dalla parte di Zeus voltandoti le spalle, ho cercato svariate volte di parlarti ma la verità è che sei stato tu a non volerne sapere più di tutti quanti noi. Dannato tu e quel tuo caratteraccio che ti sei sempre ritrovato.> Hypnos scoppiò a ridere per cercare di sdrammatizzare la situazione.

Subito il Dio del sonno cercò di incalzare il fratello percependo una minuscola breccia nella sua impenetrabile corazza. Un dubbio forse si era insinuato nella mente di Thanatos, e Hypnos voleva fare leva su di esso per poter finalmente cercare di risolvere la questione.

<Lascia che ti aiuti a ricordare, Thanatos, lascia che ti aiuti a trovare le risposte che vai cercando ormai da troppo tempo. Lascia che ti aiuti a trovare le risposte a quelle domante che non ti fanno dormire e che ti torturano fin nel profondo.>

<Cosa vorresti da me, Hypnos, dovrei farmi addormentare da te? So benissimo che i sogni che tu sei capace di indurre possono essere anche distorti, potresti farmi vedere delle cose che non corrispondono alla realtà. Conosco bene i tuoi trucchi da illusionista... non prenderti gioco di me, fratello.>

<Sai benissimo anche, però, che non ti farei mai una cosa del genere, Thanatos. Voglio che questa faccenda finisca una volta per tutte, e nel profondo del tuo animo sai anche benissimo che se mai mi trovassi costretto a scegliere tra Zeus e mio fratello, ebbene la scelta che andrei a prendere sarebbe scontata. Lascia che ti guidi all'interno della tua psiche senza timore alcuno, ti farò vedere solo ed esclusivamente come andarono i fatti... nulla di più.>


L'uomo delle farfalleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora