CAP. XXIII

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L'omelia domenicale di Papa Giulio IV era un evento sempre molto atteso dai cattolici di tutto il mondo, e in particolare dai credenti presenti a Roma che affollavano le strade della città santa e del Vaticano, riempendo la piazza in attesa che Sua Santità venisse fuori dal balcone situato sopra l'ingresso della basilica di San Pietro per affacciarsi e benedire tutti i presenti.

Dopo l'ascesa al soglio pontificio di Giulio IV, infatti, il nuovo Papa decise di spostare il fulcro dell'attenzione dei credenti presenti in piazza dalla finestra situata nella sua abitazione, reputata troppo scarna e poco rilevante, al più imponente balcone che si apre in mezzo alle colonne della basilica. Lo stesso balcone che veniva utilizzato solo in situazioni solenni quali la presentazione del nuovo vicario di Cristo dopo il conclave, e le benedizioni urbi et orbi.

Ogni domenica lo spettacolo che si presentava ai credenti era un vero e proprio evento mediatico, praticamente uno show televisivo, con fuochi d'artificio, musiche ecclesiastiche ad altissimo volume, voli di colombe, giochi di luci e fontane di fuoco. Il Santo Padre, prima di apparire sul balcone con una tiara incredibilmente sontuosa e ricca, e con una talare bianca diversa ogni domenica, veniva presentato da una delle più importanti e avvenenti giornaliste del panorama televisivo.

Ogni cosa era curata nel minimo dettaglio e nulla veniva lasciato al caso, compresi i diritti televisivi, la vendita dei biglietti per poter essere presenti in piazza e i distributori di gadget e bibite sparsi lungo tutto il tragitto che andava da Castel Sant'Angelo fino all'obelisco al centro di piazza San Pietro.

Il Papa si stava preparando fisicamente nelle sue camere, un filo di trucco, il vestito impeccabile e, con l'aiuto del camerlengo, ripeteva il discorso che avrebbe dovuto tenere davanti agli astanti dopo pochi minuti. Padre Edmund Dalbor dava dei consigli utilissimi affinché il Santo Padre potesse fare la solita ottima figura davanti alle telecamere che lo avrebbero ripreso e ritrasmesso in ogni casa del mondo.

<Cinque minuti e inizia la presentazione, Santo Padre.> Disse l'assistente della giornalista.

<Edmund con cosa pensa sia meglio cominciare il nostro discorso? Attacchiamo subito parlando della punizione divina o è meglio parlare dei periodi difficili che ci aspettano dal punto di vista politico?>

<Secondo me, Sua Santità, dovreste iniziare parlando della situazione politica per poi chiudere, come al solito, preannunciando nuove piaghe divine.> Disse il camerlengo.

<Sì, lo pensiamo anche noi... siamo d'accordo, allora prima annunceremo la difficoltà nel gestire due personaggi dotati di un enorme ego quali il Generale e la Principessa, e poi parleremo di un imminente intervento divino se le cose non dovessero cambiare.>

<Sua Santità se ci vuole seguire i fuochi d'artificio sono già iniziati.> Entrò la scorta papale per portare Giulio IV fino al balcone.

Dagli altoparlanti posizionati in ogni angolo della piazza si sentiva la giornalista presentare il Papa con la solita enfasi. <E ora, cari fratelli, ecco a voi il figlio prediletto di Dio, colui che ha riportato pace e serenità nella nostra amata Madre Chiesa.>

Dalla piazza si alzò un frastuono delirante. Le centinaia di migliaia di persone che affollavano piazza San Pietro venivano ogni volta prese da attacchi di isterismo collettivo e di sovente le forze dell'ordine pontificie dovevano intervenire con gli idranti per disperdere i più facinorosi.

Giulio IV si affacciò al balcone salutando con le mani i presenti e facendo ampi segni della croce in modo che tutti potessero ricevere la sua benedizione.

<Pax Vobiscum fratelli adorati, è sempre una gioia immensa vedere le vostre manifestazioni di amore nei nostri confronti. Manifestazioni che, vi assicuro, riempiono il cuore del Papa di felicità. Il Papa vi vuole bene, non dimenticatelo. Ma il Santo Padre, come vostro amorevole pastore, vi deve mettere in guardia da tutte le difficoltà e da tutti i rischi che minano la pace nella nostra società attuale. Sono anni difficili questi, tutti lo sappiamo, ma la vanità e l'egoismo umano continuano a mettere in serio pericolo la salvezza di tutti quanti noi.>

La folla si zittì, alcune persone in prima fila cominciarono a piangere, altre nelle file più arretrate riuscirono a inginocchiarsi per pregare. Un diffuso senso di pentimento pervase i presenti. Le parole e il carisma del Papa avevano il potere di trascinare la gente e di creare il giusto pathos per ogni situazione, e in questo momento le emozioni suscitate dall'inizio del discorso di Giulio IV furono di paura e contrizione. Tutti temevano previsioni catastrofiche da parte del vicario di Cristo.

<C'è chi mette dinnanzi all'amore per nostro Signore i propri meschini interessi, cercando di prevaricare sul prossimo e facendo patti col maligno pur di ottenere i propri obiettivi. Questa è una cosa che noi non possiamo più tollerare in alcuna maniera. La parola di Cristo è chiara, le antiche scritture non lasciano adito a nessun tipo di interpretazione... l'unico verbo da seguire è quello di Dio e l'unica fonte di luce che ci può guidare in queste torbide e fangose acque è la luce della Santa Romana Chiesa. Nessuno, ripeto nessuno, può intromettersi fra la volontà di nostro Signore e la Madre Chiesa, chi dovesse avere l'ardire di osare una blasfemia di tale portata dovrà pagarne le conseguenze qui sulla terra come nel regno dei cieli quando questo tornerà ad essere possibile.>

In sottofondo a questo passaggio del Papa la regia dell'evento stava trasmettendo la "Sinfonia numero 5" di Ludwig Van Beethoven e ologrammi di fiamme alte decine di metri sullo sfondo della basilica stavano a simboleggiare le potenziali fiamme dell'inferno pronte ad avvolgere i miscredenti che non sarebbero stati disposti a sottomettersi alla volontà di Giulio IV.

<Chi vi governa senza tenere in considerazione i dettami precisi di Roma, non potrà aspettarsi misericordia da parte nostra. È colpa di certi individui se nostro Signore è adirato con il suo amato popolo. È colpa di questi governanti se la maledizione si è abbattuta su tutti quanti noi. È colpa loro se il mondo soffre e patisce queste dolorose pene. Ma noi vi promettiamo che fino a quando questa sciagura non verrà cancellata dalla faccia della terra, il vostro amato Papa rimarrà attento a vegliare sulle sue pecorelle. Infatti, come ben sapete cari fratelli, la scorsa settimana siamo stati nella regione spagnola per celebrare alcuni funerali santi, per essere precisi è la seconda volta che in meno di un mese ci rechiamo in quelle terre per lo stesso motivo. Questo è a nostro avviso un segno netto e chiaro che Dio ci ascolta e che continua a volerci bene... lui ci sta mettendo alla prova, ma posso dire con assoluta certezza che ci sono buone speranze affinché la sua ira cessi e possa tornare la possibilità di godere della sua luce.>

Urla di giubilo si alzarono dalla folla speranzosa. La scenografia cambiò per un attimo mostrando ologrammi di luce e tramonti sereni, prima di tornare a essere cupa con nuvole nere cariche di pioggia che andavano a coprire un placido e rasserenante sole. La regia mise ad altissimo volume la "Cavalcata della Valchirie" di Richard Wagner.

<Ma se solo voi permetterete alle persone sbagliate di guidarvi e di condurvi alla dannazione eterna, prima che tutto questo accada, altre piaghe si abbatteranno su di noi e l'ira divina ci verrà mostrata in tutta la sua maestosità! Gloria a Dio nell'alto dei cieli!>

Canti di misericordia si alzarono spontaneamente dalla folla e alcuni gruppi di preghiera si formarono al centro della piazza con persone che in preda a deliri mistici si colpivano il petto ininterrottamente. Urla angosciate, riguardanti l'approssimarsi della fine del mondo, si ergevano dalla folla e raggiungevano il balcone papale mentre Sua Santità Giulio IV rientrava nei suoi appartamenti.


L'uomo delle farfalleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora