CAP. III

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Seminascosto in un vicolo poco illuminato di una periferia di una piccola città dell'Europa meridionale, stava un uomo trasandato intento a mangiare dei rimasugli di cibo che qualcuno aveva lasciato caritatevolmente per lui avvolti in un vecchio panno di stoffa.

Aveva fame e freddo ma la cosa non sembrava destabilizzare troppo questo individuo che, serafico e pacifico, cercava conforto in un piccolo fascio di luce che, in questa fresca mattina di tardo autunno, a fatica lo raggiungeva passando tra i balconi malconci dei palazzi.

Cosa assolutamente fuori dal comune per questa stagione che volgeva inesorabilmente al freddo, era che attorno a questa persona rimanevano costantemente dozzine di farfalle a fargli compagnia.

Questa persona era schiva e solitaria, decisamente non gli piaceva la compagnia dei suoi simili e preferiva passare le giornate da solo a meditare sul passato.

Solo quando era costretto dal Fato si intratteneva con gli esseri della sua specie, ma quando questo accadeva solitamente la situazione volgeva al peggio e vi era sempre qualcuno che si faceva male o addirittura, in barba alla maledizione che affliggeva la razza umana in questi ultimi decenni, qualcuno che rischiava seriamente di rimetterci la vita.

Ironia della sorte, quando succedeva che delle persone sbagliate avevano la malasorte di incrociare la sua strada e contemporaneamente trovare la fine del loro viaggio terreno, il mondo intero gioiva per il loro destino e li glorificava perché erano riusciti a sconfiggere la maledizione e a riappropriarsi della capacità di morire.

Addirittura, Papa Giulio IV in persona andava a officiare le esequie avendo difronte un parterre del tutto eccezionale con in prima fila il Generale Gutierrez da una parte e la principessa Yasmina dall'altra, in una sorte di tregua olimpica in questi che venivano subito denominati "funerali santi".

Ironia della sorte anche perché tutte quelle volte che queste persone sbagliate passavano la soglia della vita terrena, e il mondo festeggiava al solo pensiero che avrebbero finalmente potuto godere della luce divina con San Pietro pronto ad accoglierle, in verità, una volta passato quel confine, dall'altra parte avrebbero trovato Ade con al guinzaglio Cerbero pronto ad azzannarle.

<Ehi scarto della società,> una voce roca e aggressiva urlò in direzione di un gruppo di vagabondi che erano in fila davanti alla mensa dei poveri di Santander, proprio vicini all'uomo delle farfalle, <non ti avevo detto di non farti più vedere da queste parti? Lo sai che non sopporto la vista di voi merdosi vagabondi. In particolare non sopporto la vista di un vecchio merdoso vagabondo come sei tu! Purtroppo per colpa di questa dannata maledizione non possiamo più liberarci della feccia come te! Rovinate il quartiere e rovinate la nostra bella città!>

Nell'istante esatto in cui la macchina di grossa cilindrata si fermò nei pressi della chiesa del Sagrado Corazón de Jesùs e ne scesero due energumeni con fare bellicoso imbracciando due bastoni, il gruppo di mendicanti si disperse, tutti tranne due, il più vecchio e l'uomo delle farfalle che stava in disparte in fondo al vicolo.

Erano due uomini muscolosi e rabbiosi, uno non troppo altro e l'altro decisamente brutto. Facevano parte di uno di quei tanti gruppi di criminalità organizzata che in questi anni si erano formati nei dintorni dei centri abitati e che si spartivano il potere grazie a episodi di violenza proprio come questi.

Stavano facendo una ronda per tenere sotto controllo il loro territorio e, visto che non succedeva nulla di particolare, presi dalla noia, avevano deciso di andare a malmenare qualche disperato.

<Vecchio mi hai sentito? Come ti sei permesso di tornare nella nostra zona? Adesso te la facciamo passare noi la voglia... adesso vengo lì e ti strappo quei quattro denti che ti rimangono in bocca così non riuscirai più a mangiare qui alla mensa dei poveri!> Ringhiò il più brutto dei due.

<Ma io che c'entro? Non volevo darvi fastidio... volevo solo qualcosa da mettere in pancia. Fa freddo e ho molta fame...> fece appena in tempo a dire il vecchio prima di trovarsi i due delinquenti proprio davanti alla sua faccia.

<Non me ne frega un cazzo se hai fame e hai freddo! Io non ti voglio più qui nel mio quartiere...> urlò in faccia al vagabondo quello più basso dei due.

<Lasciatelo stare!> Disse l'uomo delle farfalle mentre se ne stava ancora in disparte lì in fondo al vicolo.

<E tu chi cazzo sei? E come osi rivolgerti a noi senza essere stato interpellato!> Disse quello basso mentre, dopo aver lasciato il bavero del vecchio, si diresse verso di lui.

<Fatti un favore, amico, lascia stare il vecchio e allontanati immediatamente da qui.> Bisbigliò l'uomo delle farfalle mentre in tutta calma posò il suo involucro di panno e si alzò lentamente verso il suo aggressore.

<Mi devo fare un favore? Ma adesso vengo e ti strappo la gola!>

L'uomo di bassa statura non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò in ginocchio con un bruciore terrificante alle giunture dei gomiti e con le lacrime che sgorgavano copiose dagli occhi diventati di color porpora.

Dalla sua gola fuoriuscì un suono gutturale che faceva intuire un profondo stato di dolore.

<Ma cosa diamine gli stai facendo?> Urlò quello brutto, <lascialo stare altrimenti t'ammazzo!> Minaccia inutile visto che questa era una cosa che nessuno poteva concretizzare da almeno 31 anni.

Quasi nessuno.

L'uomo delle farfalle proseguì verso l'altro avversario lasciando inginocchiato quello basso che continuava a emettere versi raccapriccianti che nessun uomo aveva mai sentito prima. Allungò un braccio in direzione della fronte del suo nuovo assalitore e lo costrinse al silenzio senza nemmeno toccarlo.

Il brutto si accasciò pesantemente al suolo, le braccia e le gambe cominciarono a prendere forme strane dimenandosi e sbattendo contro l'asfalto rovinato del vicolo. Dalle orecchie cominciò a colare fuori un fluido denso e scuro mentre dalle narici fu copioso il sangue che schizzò fuori sporcando lui e il muro che gli stava di fianco.

Quello basso intanto urlava continuando a sbattere la testa contro il pavimento.

Una furiosa agonia aveva preso in una morsa strettissima i due uomini stritolandoli fino quasi a spezzarli in due.

<Adesso tu e il tuo amico chiedete scusa al vecchio, dopodiché andate subito dentro alla mensa e dite al prete che da oggi volete essere voi a servire i più bisognosi.> Disse con voce bassa ma ferma l'uomo delle farfalle.

Mentre diceva questo gli aggressori continuavano a contorcersi stesi per terra in spaventosi spasmi di dolore. Rumori terrorizzanti venivano emessi dai due che continuavano a tenersi la testa come se il cervello gli stesse andando in fiamme.

Nel momento in cui tutto questo accadeva qualcuno si affacciò dalle finestre della chiesa visto il clamore che si sentiva.

Il vecchio, intanto, rimase immobile e terrorizzato fermo a guardare quella scena terribile e raccapricciante chiedendosi cosa stesse succedendo e chi fosse quell'uomo che era intervenuto per difenderlo.

L'uomo delle farfalleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora