CAP. XIV

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Quando frate Elia e Antoine arrivarono all'imbocco della stradina, le urla dei malcapitati riecheggiavano con un aberrante eco già da alcuni minuti.

La furia di Thanatos era incontrollabile. Tutto intorno a lui c'erano una trentina di uomini tatuati e muscolosi che volavano letteralmente da una parte all'altra del vicolo dove lo scontro si stava svolgendo.

Alcuni erano già riversi per terra sanguinanti e incoscienti, altri si tenevano il collo mentre dalla bocca fuoriusciva una strana schiuma biancastra. Altri ancora urlavano straziati da un dolore incontenibile ma apparentemente senza che si vedesse un motivo valido per giustificare tutto ciò. Due di questi energumeni avevano il corpo dilaniato come se il torace gli fosse esploso dall'interno. Da un balcone di un palazzo che sovrastava questo vicolo pendevano degli arti umani che erano stati strappati poco prima e scaraventati in un impeto d'ira da parte del Dio della morte.

L'azione era rapida ma non frenetica. Thanatos passava velocemente, ma con apparente tranquillità, da un uomo all'altro. Prima torceva il collo a un personaggio grande due volte lui poi, alzando una sola mano, faceva cadere in terra esanime un essere umano facendo sì che ogni traccia di vita presente in lui non potesse più trasparire dagli occhi. Dopo ancora infilando le sue dita nodose all'interno delle cavità oculari di uno di questi mercenari, ne strappava i bulbi e li scaraventava in faccia a un altro di loro per distrarlo prima di lacerargli mezza scatola cranica. Immediatamente dopo, penetrando con una mano nella gola di uno di questi gli estirpava la carotide con annessa una parte abbondante di esofago.

Antoine rimase impietrito dalla visione di quest'uomo che, in una totale calma evidente, smembrava corpi come se stesse sfogliando delle margherite. Effettivamente non si sarebbe mai aspettato uno scenario di questo tipo; dovette riconoscere a sé stesso che il prete aveva ragione e che loro avevano indubbiamente sottovalutato il pericolo al quale stavano andando incontro.

Frate Elia si fermò a una ventina di metri dal centro della mattanza ma immediatamente Thanatos si accorse della sua presenza e istintivamente si voltò verso di lui con ancora la testa decapitata di uno dei sicari di padre Martial stretta tra le mani. La visione fece gelare il sangue nelle vene del prete che a stento riuscì a rimanere fermo senza cominciare a scappare urlando a squarcia gola.

L'uomo delle farfalle smise momentaneamente di infierire su quei corpi e lentamente cominciò ad avvicinarsi verso i due nuovi arrivati, quando, a poco più di un metro di distanza, disse:

<Voi chi siete? Non percepisco odio nei vostri cuori, ma se tenete alla vostra vita allontanatevi immediatamente e non vi verrà fatto alcun male.>

<Pace fratello,> disse il prete cercando di penetrare nella mente dell'uomo delle farfalle per vedere di non sbagliare nessuna mossa in questa delicatissima partita a scacchi, <io mi chiamo Elia e sono un frate francescano, lui si chiama Antoine e mi ha accompagnato qui da te. Puoi stare tranquillo che da noi non riceverai alcuna minaccia, siamo venuti qui solo per parlarti. Siamo venuti in pace.>

Antoine era curioso di vedere se le parole del prete erano state quelle giuste o se da lì a poco si sarebbero trovati entrambi decapitati.

<Come puoi vedere, frate, non sei capitato in un buon momento e io non ti posso assicurare che avrai la pace che stai chiedendo. Di cosa mi dovresti parlare?>

<Come sai benissimo in questo momento c'è molta gente che ti sta dando la caccia, molti di essi lo fanno in una maniera molto aggressiva, come possiamo vedere qui in questo vicolo, ma non noi... noi siamo qui solo ed esclusivamente per parlarti. Lasciami solo il tempo di spiegarti cosa vorremmo da te e poi, se non vorrai più ascoltarmi non ti biasimerò e ce ne andremo.>

Le parole del prete sembrarono efficaci perché Thanatos rimase fermo e, dopo essersi pulito da alcuni schizzi di sangue che gli erano finiti sulla faccia, fece cenno a Elia di continuare.

<Innanzitutto lascia che ti chieda chi sei... le tue gesta sono ormai note a molti e ti posso dire in tutta franchezza che, in un'era dove la morte sembra essersi scordata di noi, l'unico uomo capace di donare nuovamente la pace eterna non può di certo passare inosservato.> Dopo un attimo di pausa il religioso continuò. <Mi manda il vescovo di Assisi, monsignor Angelo Colucci, il quale vorrebbe avere la possibilità di incontrarti perché ha importantissime faccende da discutere con te.>

<Dei preti... non ho molta simpatia per voi ecclesiastici.> Disse con disprezzo l'uomo delle farfalle. <Imbottite la testa dei mortali con un sacco di fesserie e tutto per avere controllo su di loro, e quindi potere! Conosco un altro che, pur non essendo uomo di chiesa, ha sempre utilizzato questa tecnica...> il pensiero di Thanatos corse subito a Zeus, lasciando però cadere la frase senza continuare. <Non ho alcuna intenzione di incontrare il tuo vescovo Colucci, puoi pure tornare da lui e dirgli che dovrà parlare con qualcun altro delle sue importantissime faccende.>

Antoine non sapendo come comportarsi, e memore della promessa fatta a Elia, rimase due passi indietro come muto spettatore di questa surreale conversazione.

<Porta pazienza fratello, ascolta ancora un attimo le mie parole... è chiaro che persone molto potenti stanno cercando di prelevarti con la forza per averti nei loro palazzi, persone sicuramente meno diplomatiche del vescovo Colucci. Noi possiamo garantirti protezione e un posto sicuro dove poterti rifugiare.>

<Non vi dovete preoccupare per me, piuttosto dovreste preoccuparvi di questi sprovveduti che cercano di catturarmi. Posso liberarmi della loro fastidiosa presenza con un solo gesto. Non ho paura di questa gente potente di cui tu parli, li affronterò ogni qual volta si dovessero parare sul mio cammino e, dopo aver fatto scempio dei loro corpi, troverò altri posti sicuri dove poter stare tranquillo.>

<Sbagli a respingere la mia offerta. Il vescovo potrebbe essere per te un ottimo alleato e un ottimo amico.>

<Non ho bisogno di alleati e non ho mai conosciuto il significato della parola amicizia. Ho combattuto e affrontato esseri ben più pericolosi di quelli che cercano di contrastarmi ora, figurati se mi servono degli alleati.>

<Stiamo vivendo un'era terribile, tutti abbiamo bisogno di alleati... almeno noi ne abbiamo un dannato bisogno e penso che insieme a un essere speciale come sei tu potremmo realmente trovare una soluzione a questa assurda maledizione che affligge l'umanità intera e a far cessare tutta questa sofferenza che dilaga inesorabile sul nostro pianeta. Dio ci ha finalmente ascoltati mandandoci te... questa è un'opportunità che non dobbiamo farci assolutamente sfuggire.> Elia cominciava a essere ansioso perché vedeva che tutti i suoi tentativi e tutte le parole che provava a utilizzare per convincere l'uomo delle farfalle, stavano inesorabilmente andando a finire nel nulla.

<Il tuo Dio non vi ha ascoltati e, fidati, non ha nessuna voce in capitolo con quello che vai cercando. Perciò lasciami stare prete, e non farmi perdere più tempo che ora devo pensare a dove andare domani senza rischiare di essere scocciato nuovamente da questi inutili mortali.>

<Almeno dimmi chi sei e perché la gente quando ti incontra muore...> chiese un'ultima volta frate Elia.

Le parole del prete però si persero nel vento, senza che Thanatos nemmeno si voltasse.

L'uomo delle farfalle si allontanò lasciando sul terreno una trentina di cadaveri e due persone deluse e confuse, ma sollevate per il solo fatto di essere ancora vive.


L'uomo delle farfalleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora