CAP. VIII

19 5 9
                                    




Alla canonica dove abitava il vescovo Colucci ricevettero una telefonata molto importante da parte di un alto funzionario di un paese lontano, allora il suo segretario non esitò un attimo ad andare a svegliarlo nonostante fosse ancora mattina presto.

Il vescovo accettò immediatamente di ricevere la telefonata e prese l'auricolare che il segretario aveva portato con sé per poter parlare con questo importante emissario. Si trattava di quel tipo di emissario dal quale solitamente non ci si poteva aspettare di ricevere una telefonata, neanche se ti chiamavi Angelo Colucci.

<Sua eccellenza buongiorno, mi scusi se la disturbo così presto, ma la Principessa Yasmina mi ha pregato di contattarla il prima possibile.>

<Non si preoccupi gran ciambellano... la Principessa Yasmina e i suoi stretti collaboratori non hanno bisogno di rispettare alcun protocollo. Mi dica a cosa devo questa sua telefonata?>

<Come sua eccellenza sa, stiamo vivendo un periodo storico estremamente difficile e complicato... anche i rapporti politici tra le poche potenze mondiali rimaste sono faticosi da gestire. Dopo che la situazione mondiale ha intrapreso un declino morale e ideologico presumibilmente irreversibile, infatti, non abbiamo più certezze né tantomeno punti di riferimento stabili sui quali fare affidamento.>

<Sappiamo tutti benissimo di quale pericolo corra il mondo in questi anni, ma è la soluzione che è un'incognita per tutti quanti noi... solo nostro Signore può dire come faremo a uscire da questa situazione. Gli interessi personali di molte persone, purtroppo, rischiano di offuscare l'obiettivo comune causando così un danno a tutta la popolazione terrestre.> Precisò il vescovo Colucci.

<Ed è proprio per questo che la Principessa vorrebbe discutere personalmente con lei alcune problematiche di importanza fondamentale per gli sviluppi politici e spirituali del prossimo futuro.>

<Sono favorevolmente colpito, gran ciambellano, dal fatto che la Principessa sia seriamente interessata al futuro spirituale delle anime di tutti quanti noi.> Tra le righe di questo scambio di frasi era facile leggere l'approssimarsi di una crisi politica a livello mondiale e una presumibile richiesta di alleanza politica che coinvolgesse il vescovo in un possibile scontro con l'attuale Papa.

<Siamo tutti molto attenti a queste problematiche e ci preme in particolare la salvezza delle nostre anime in questo periodo di grande confusione... non vorremmo che si vadano a smarrire le vere priorità a discapito di false ideologie che invece rischiano di minare la strada dei giusti. Ed è per questo che la Principessa gradirebbe vederla nei prossimi giorni, possibilmente in un luogo amico e lontano da sguardi indiscreti.>

<Diciamo che sono sicuramente disponibile a incontrare la Principessa Yasmina, ci mancherebbe, a una donna di così alta caratura morale non negherai mai i miei consigli... ma a due condizioni.> Fiutato l'affare, il vescovo Colucci, che era sì uomo di chiesa votato alla salvezza delle anime delle sue pecorelle ma che comunque in questi anni si era rivelato essere anche un abilissimo uomo politico, decise di prendere subito la palla al balzo.

<La Principessa è così preoccupata per la sorte delle nostre anime che mi ha concesso una certa elasticità. La ascolto.>

<L'incontro dovrà svolgersi qui ad Assisi nella basilica di San Francesco, possiamo sicuramente garantirle la massima riservatezza alla Principessa e che nessuno venga a sapere di questo vertice.>

<La cosa si può fare... cos'altro?>

<C'è una persona che stiamo cercando, una persona molto particolare che potrebbe tornare utile a tutti quanti noi affinché possa esserci un periodo di pace e di prosperità nel nostro futuro più prossimo, solo che la nostra rete di informatori sparsa per il territorio non è assolutamente paragonabile alla vostra. La Principessa dovrà mettere a nostra disposizione tutte le risorse in suo possesso affinché questa persona venga trovata e portata in assoluta sicurezza qui ad Assisi.> Il vescovo decise di scoprire le carte anche se avrebbe preferito tenere quelle informazioni esclusivamente per la sua congrega del Conclave dei Dissidenti, ma sapeva benissimo che la possibilità di avere a disposizione gli uomini della Principessa per la ricerca di quell'uomo così sfuggevole era un'occasione unica da non farsi scappare.

<Di chi stiamo parlando? È forse un uomo del Generale? Perché se così fosse le cose potrebbero complicarsi.> Specificò il gran ciambellano.

<No, non è assolutamente un uomo del Generale. È una persona al di fuori di ogni schieramento politico o legato a qualsiasi gruppo istituzionale. È una persona libera, così tanto libera che per riuscire a trovare delle sue tracce ci sono voluti diversi anni. Gli ulteriori dettagli vorrei discuterli personalmente con la Principessa Yasmina.>

<Penso che si possa fare. Allora se per sua eccellenza può andare bene la Principessa verrà a trovarla in basilica domani mattina alle 6. Arriveremo con un solo mezzo in modo da attirare meno l'attenzione di chi guarda con assiduità i vostri territori.> Il ciambellano sottolineò una situazione già nota al vescovo Colucci, ovvero che ci fossero informatori del Papa che tenevano sotto controllo la basilica. <Siate così cortesi da dare tutte le indicazioni del caso al nostro pilota per poter effettuare un atterraggio sicuro e indiscreto.>

<Il vostro pilota riceverà tutte le indicazioni del caso. La ringrazio per la telefonata gran ciambellano. Dominus tecum.> Concluse il vescovo.

Non appena il vescovo chiuse la conversazione con il gran ciambellano della Principessa Yasmina, il suo segretario personale prese il ricevitore e lo ripose al suo posto. Frate Elia era l'unica persona autorizzata ad ascoltare le telefonate del vescovo e in questo momento aveva un'espressione sul viso che era un misto tra preoccupazione e speranza.

La stanza di Colucci era ancora illuminata solo da una piccola abatjour posta sulla scrivania sul lato sinistro del letto dal quale il vescovo si era alzato appena pochi minuti prima e, nonostante questo, l'attività all'interno era già frenetica.

Frate Elia non sapeva se poteva già azzardare un commento alla telefonata appena intercorsa con il ciambellano o se il vescovo avrebbe preferito meditare da solo in merito a quanto successo mentre faceva colazione, prima di confrontarsi come d'abitudine con lui.

<Abbiamo un incontro importante domani mattina...> ruppe gli indugi il vescovo.

<Così pare. Cosa ne pensa sua eccellenza? La Principessa Yasmina che si scomoda e addirittura viene qui da noi. Non saprei, avere a che fare con certi personaggi è sempre pericoloso.>

<Sono d'accordo Elia, però anche questo fa parte del mio lavoro. Non mi devo solo occupare delle anime delle persone, devo far sì anche che i nostri fratelli possano vivere nel miglior modo possibile, e per fare questo devo per forza sporcarmi le mani in qualche maniera. E poi se la Principessa si è presa la briga di contattarci e di venirci a fare una visita di persona vuol dire che bolle qualcosa di importante in pentola.>

<Posso però chiedere a sua eccellenza come mai ha voluto rendere pubblica la notizia del nostro uomo con l'emissario della Principessa?> Chiese il frate.

<Lo so, può sembrare un azzardo, ma i mezzi che potremmo avere a disposizione grazie all'intervento di Yasmina ci potrebbero consentire di risparmiare un sacco di tempo nella ricerca. Tempo che ora non abbiamo e che diventa sempre più fondamentale per trovare un equilibrio politico e per cercare la salvezza della razza umana.>

L'uomo delle farfalleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora