EPILOGO

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<Che splendida giornata che è stata oggi, non trovi Caronte? E poi guarda Roma, che spettacolo inenarrabile!>

Zeus se ne stava tranquillo e raggiante a mirare la capitale italiana dalla terrazza dello Zodiaco situata su Monte Mario. La vista della città eterna da quella posizione era da rimanere senza fiato anche per una divinità. Le rovine delle case in stile moderno si stagliavano a 360 gradi mischiandosi alle rovine storiche dell'Impero Romano, e il panorama della metropoli, insieme ai pennacchi di fumo degli incendi che ancora bruciavano la città, si perdeva a vista d'occhio per diversi chilometri fino all'orizzonte.

<Sarà, ma a me le città dei mortali sembrano tutte uguali, tutte sporche e caotiche! E poi non sono dell'umore giusto, Zeus... sono decisamente stanco! Sono passato da una situazione di anni di totale far nulla, a ora che non so più dove girarmi per cercare di capire dove la marea di ombre da traghettare finisca. Non starà esagerando adesso Thanatos?>

Zeus sembrò non volesse rispondergli preferendo rimanere ipnotizzato dal sole che lentamente scendeva sui profili degli edifici distrutti dalla guerra, andando a pennellare di rosso e di arancione l'orizzonte e tutti i tetti delle case che ancora erano rimasti in piedi. Ma poi si rivolse al vecchio marinaio dicendo:

<Lascialo divertire. Ora che è finalmente tornato a essere sé stesso, lasciamo che sfoghi i suoi istinti nella cosa che sa far meglio.>

<Posso anche essere d'accordo con te Zeus, ma tutta questa storia sulla 'Nuova Chiesa Spirituale' che Thanatos, insieme a quel prete, ha messo in piedi... non ti sembra che si stia montando la testa? Questa idea della nuova religione e di lui come unico Dio... voglio dire, secondo me sta decisamente esagerando.>

<Non ti preoccupare Caronte, è un momento passeggero dovuto da questi 31 anni di inattività; vedrai che, una volta che avrà dovuto sopportare per qualche tempo i mortali e le loro continue lamentele, gli passerà questa smania di potere e vorrà tornare nell'ombra, fuori dalla luce dei riflettori, per seguire in disparte come ha sempre fatto le sue solite faccende. Ti immagini, il Dio della morte che si occupa di preghiere e di richieste di intercessione da parte di tutti quei fedeli che si ritroverà a dover gestire? A Thanatos non è mai piaciuto stare in mezzo alla gente e anche questa volta si stancherà presto e farà in modo che le cose tornino a essere come sono sempre state.>

<E allora perché fargli fare tutta questa pantomima? Non si faceva prima a fargli scatenare qualche guerra, una qualsiasi calamità naturale, che so, un dittatore sanguinario che stermina qualche milione di persone... un po' di sana violenza, come piace a lui, e poi tutto come prima, con miliardi e miliardi di mortali da dover gestire alla vecchia maniera?>

<Ma vuoi mettere, Caronte, tutta quella adrenalina che ti da il potere? Quella sensazione di smisurata forza che ti viene nel vedere la gente supplicarti e venerarti, mentre vengono innalzati templi e chiese in tuo nome? Non importa se sei mortale o di natura divina, il potere ti corrode da dentro, ti piega e ti plasma a sua immagine e somiglianza. La fame che ti dà il potere è insaziabile... e noi lo sappiamo bene!

<La smania di potere non ha eguali e quando ti prende non ti lascia andare via tanto facilmente, ti stritola soffocandoti come un enorme e famelico serpente costrittore. Non c'è dubbio alcuno, Caronte, questo è uno dei vizi degli esseri viventi che più adoro; per lui si è disposti a fare di tutto, tradire i propri amici, pugnalare i propri fratelli, scatenare guerre portando sangue e violenza tra le città, massacrando donne, vecchi e bambini. Nulla ha abbastanza forza da poter contrastare un sentimento così potente!>

Le nuvole all'orizzonte avevano dei riflessi dorati, le sfumature di colori presenti nella volta celeste andavano dal rosa tenue all'indaco e Zeus, continuando ad ammirare lo spettacolo del cielo arso dal sole calante che questa sera Apollo stava regalando ai pochi uomini sopravvissuti sulla terra, fece una breve pausa per poi riprendere il discorso.

<Il potere è l'unica cosa che ci lega veramente ai mortali, sia noi che loro saremmo disposti a fare qualunque cosa pur di poter stringere nelle nostre mani le redini del comando anche solo per cinque minuti. E non credere a chi dice che non è vero, quelli che dicono così mentono sapendo di mentire, perché, come molti uomini politici di "successo" hanno affermato durante il loro periodo di attività... il potere logora chi non ce l'ha!

<Ed è per questo che sarà sempre facile controllare gli esseri viventi, perché, mortali o divini che siano, grazie a questa loro debolezza io potrò sempre prevedere e comandare sulle loro decisioni. Potrò avere Potere su di loro per l'eternità!>


L'uomo delle farfalleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora