CAP. X

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Donostia-San Sebastián è sempre stata una città molto importante nella regione dei Paesi Baschi nel nord della Spagna. Vicina al confine con la Francia ha avuto gran importanza sin dal passato e, grazie alla sua posizione strategica, è riuscita a crescere sfruttando il suo porto e il fatto di essere sulla via per Santiago di Compostela.

Negli ultimi anni, come tutte le città ben strutturate e ben servite da una rete di strade e di ferrovie, aveva visto aumentare il numero della sua popolazione fino a raggiungere gli 8 milioni di abitanti e aveva allargato i suoi confini fino a inglobare parte del territorio francese.

Insomma, uno dei tanti posti situati nella vecchia Europa dove una persona in difficoltà si sarebbe potuto confondere con facilità alla moltitudine delle persone per cercare di far perdere le proprie tracce.

L'uomo delle farfalle era arrivato da una settimana nella città basca e aveva preso subito a girovagare per le strade del centro e della periferia alla ricerca di un posto sicuro dove ripararsi, e di una serie di mense che gli potessero garantire cibo caldo da condividere con la parte più povera dell'umanità.

Inevitabilmente prese a frequentare le chiese della città ipotizzando di essere al sicuro in mezzo agli ecclesiastici, ma la storia insegna che i religiosi sono pur sempre degli uomini e spesso gli uomini sono deviati e corrotti.

<Ongi ettori, fratello...> disse a Thanatos un prete all'ingresso della mensa della Parroquia Jesus de Nazaret, <sei nuovo? Non ti avevo mai visto qui alla nostra tavola. In realtà non ho mai visto da nessuna parte una persona che viene seguita da dozzine di farfalle... diciamo che non se ne vedono molti come te in giro.>

<Ti danno forse fastidio i miei animali fratello? Lì seduto c'è uno con il suo cane, sono convinto che a lui non hai detto nulla.> Rispose l'uomo delle farfalle senza nemmeno guardare in faccia il religioso.

<No, no assolutamente... solo la trovo una cosa particolare. Dai vai a cercare un posto nelle ultime file lì in fondo, oggi purtroppo abbiamo il pienone ma se riesci a trovare un buco sei il benvenuto. Tu comincia ad andare che io provo a vedere se ti trovo una sedia da qualche parte.>

Thanatos si insospettì subito dell'accoglienza ricevuta. In tutti questi anni di conoscenza dei mortali aveva sviluppato un buon sesto senso; succedeva sempre così, le farfalle gli si appoggiavano tutte sul corpo e rimanevano ferme per evitare di essere esposte a eventuali attacchi esterni. Una sorta di campanello di allarme che scattava nei confronti degli uomini falsi e bugiardi. Nei confronti degli uomini pericolosi.

E anche questa volta le farfalle si posarono.

Il prete infatti lasciò quasi subito la sua postazione all'ingresso del refettorio e sparì salendo le scale che erano poste dietro i bagni comuni.

<Padre Jose, mi scusi se la disturbo... abbiamo un nuovo ospite oggi, un tipo particolare.> Disse il diacono entrando nella stanza dove c'era il suo superiore.

<E cosa dovrei farci fratello? Dovrei forse venire a dargli il benvenuto? Non vede che sono impegnato?> Rispose padre Jose irritato per essere stato disturbato mentre perdeva tempo come suo solito davanti al computer.

<No, ovviamente non intendevo questo padre... solo che lei mi aveva detto che se avessi visto una certa persona l'avrei dovuta avvisare immediatamente... io penso che la persona che padre Martial di Santander sta cercando sia appena entrata nella nostra mensa. Corrisponde esattamente alla descrizione.>

<Ha le farfalle tutto intorno?> Chiese ansioso Jose senza nemmeno alzare lo sguardo dal computer.

<Proprio per questo la disturbo... l'uomo è circondato da una dozzina di farfalle colorate che non lo abbandonano nemmeno un secondo.>

L'uomo delle farfalleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora