CAP. IV

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Il vescovo di Assisi uscì dall'incontro con il Santo Padre sconvolto e amareggiato come al solito. Ogni volta che doveva incontrare il Papa per ragioni politiche, e ultimamente stava capitando molto spesso, i motivi di scontro erano sempre abbondanti.

Per qualche strano motivo, però, Giulio IV continuava a concedere udienza ad Angelo Colucci probabilmente, anzi sicuramente, perché lo trovava molto carismatico ed estremamente stimolante dal punto di vista intellettivo.

Raramente il Papa trovava i suoi interlocutori piacevoli dal punto di vista della dialettica e dei ragionamenti, ed era per questo che non lo aveva ancora allontanato dalle sue responsabilità pubbliche lasciandogli una diocesi così importante e storica come quella umbra. Se non fosse stato così avrebbe già da tempo bruciato la carriera politica del vescovo a causa dei numerosissimi punti di disaccordo sulla gestione della Chiesa e dei rapporti con gli altri capi di stato, per non parlare poi del modo di approcciarsi di Giulio IV nei confronti della gente comune.

Nonostante ciò, i loro incontri erano sempre carichi di tensione e finivano costantemente con un nulla di fatto e con l'obbligo di doversi incontrare nuovamente nel breve periodo.

<Eccellenza come è andata questa volta il suo incontro con il Santo Padre?> Chiese l'autista del vescovo Angelo Colucci.

<Lascia perdere Franco, accendi la macchina e portami più velocemente possibile via da questo posto! Giulio IV non ha nulla di Santo, è una persona malvagia ed è sicuramente l'uomo meno adatto per guidare la nostra Madre Chiesa.> Sbuffò il vescovo.

<Accidenti, male anche questa volta. Sono rammaricato sua eccellenza. Arriveremo mai ad avere una guida all'altezza? In questi momenti così difficili poi. Prego sempre nostro Signore affinché ci illumini tutti e ci faccia uscire da questi tempi bui.> Come spesso accadeva alle personalità del calibro del vescovo Colucci, l'autista fungeva quasi da confessore e terapeuta durante i lunghi spostamenti tra gli innumerevoli impegni.

<Non so proprio cosa dirti Franco, tu continua a pregare che non si sa mai che il buon Dio ti ascolti e faccia accadere qualcosa di veramente miracoloso. Ora per favore lasciami riposare e portami più velocemente possibile ad Assisi che devo immediatamente incontrare un piccolo gruppo di amici per aggiornarli sugli ultimi sviluppi.> Detto questo Angelo Colucci reclinò lo schienale dell'auto e chiuse gli occhi per riflettere meglio e per riposarsi prima dell'incontro in basilica.

Non appena arrivarono alla basilica di San Francesco, il vescovo trovò subito i suoi più stretti collaboratori insieme ad alcuni tra i più alti prelati del nord Europa ad aspettarlo. Tutti insieme formavano quello che in maniera del tutto segreta veniva chiamato il "Conclave dei Dissidenti", perché si prefiggevano di destabilizzare l'attuale Papa per poter eleggere un nuovo vicario di Cristo nel più breve tempo possibile.

<Quali novità da Roma sua eccellenza?> Lo accolse subito frate Elia, il segretario personale nonché amico fidatissimo del vescovo Colucci.

<Nessuna novità di rilevanza mio caro amico, anzi... il Papa rimane arroccato sulle sue posizioni e non si muove di un millimetro. Ora entriamo e andiamo subito dietro la tomba, che devo informare voi dodici su quanto si è detto in Vaticano.>

Gli incontri dei dissidenti venivano sempre svolti nella cripta della basilica di San Francesco perché alle spalle della tomba del santo, proprio di fianco alle scale che servono per accedervi, si apriva uno strettissimo corridoio che portava a dei sotterranei poco noti, perfetti per garantire la giusta riservatezza che queste occasioni richiedevano.

I dissidenti erano un gruppo formato da dodici persone, tra alti prelati e piccoli ministri di Dio, che non si riconoscevano nella guida del nuovo Papa e che da un paio di anni si stavano organizzando per poter dare un nuovo futuro alla Chiesa di Roma. Un futuro più strettamente connesso con il passato e con gli insegnamenti di Cristo e di San Francesco.

Le priorità dei dissidenti erano principalmente due, dare un nuovo Papa che potesse guidare i cristiani verso una nuova era di pace e cercare di trovare una soluzione che portasse nuovamente gli uomini a morire e tornare quindi a godere della luce di Dio.

<Dominus vobiscus cari fratelli, torno adesso dall'incontro in Vaticano con Papa Giulio IV. Purtroppo, come era ipotizzabile, non ho buone novità da darvi.> Il vescovo Colucci iniziò subito la riunione senza usare troppi preamboli ma preferì andare subito al nocciolo della questione. Queste riunioni dovevano essere, per ovvi motivi, brevi e le decisioni da prendere dovevano arrivare nel minor tempo possibile.

<Ho sottoposto immediatamente al Papa la questione che ci preme, ma lui, arrampicandosi sugli specchi e usando le solite scuse che non sto qui a ripetervi ora, ha chiaramente e categoricamente espresso il suo disinteresse nel cercare una soluzione valida e concreta alla maledizione che ci opprime da decenni. Non ha voluto nemmeno che gli accennassi le novità che sono giunte da alcuni nostri parroci. È ormai fin troppo chiaro che per lui la situazione va bene così. Finché esisterà un'emergenza di questo tipo lui avrà tutto il potere nelle sue mani e potrà continuare a spaventare la gente comune proseguendo a parlare di ira divina e di possibili future ulteriori piaghe. Finché la situazione rimarrà questa, insomma, nessuno lo potrà toccare.> Ebbe appena il tempo di informare gli astanti sul colloquio avuto con il Papa prima di essere interrotto da uno dei presenti.

<Angelo perdonami se ti interrompo... avevo già espresso in passato e davanti a tutti quanti noi le mie perplessità sul fatto di poter coinvolgere Giulio IV nella ricerca della persona che, in base alle nostre fonti, potrebbe liberarci da questa maledizione. Mi duole sottolinearlo, sai benissimo che ti seguirei ciecamente in ogni tua decisione, soprattutto se presa dalla maggioranza del nostro conclave, ma questo tuo tentativo è stato tempo perso. Non si può tirare fuori del buono da chi non conosce nemmeno il significato di questa parola.> Disse l'arcivescovo di Dublino seguito da un soffuso mormorio dell'assemblea.

<Fratelli non facciamoci prendere dallo sconforto dell'insuccesso. Come ho già detto era ampiamente ipotizzabile il fallimento di questo incontro ma eravamo quasi tutti d'accordo sul fatto che non si potesse non informare il capo della Santa Chiesa di una scoperta così importante. Ora, se vogliamo, ci possiamo sentire moralmente più liberi di agire in autonomia provando a rintracciare questo personaggio senza il suo aiuto. A questo punto vi chiedo se ci sono stati nuovi avvistamenti o novità in merito.> Angelo Colucci portò subito l'attenzione del conclave sulle voci che da qualche mese erano giunte alle loro orecchie e che in qualche modo avevano riacceso, seppur flebilmente, la fiamma della speranza

<Sì sua eccellenza, proprio ieri ho avuto notizie dal presbitero di una piccola chiesa della città di Santander, in Cantabria, Spagna. Conosco bene da anni questo sacerdote, abbiamo fatto il seminario insieme... ebbene mi ha anche raccontato meglio dell'episodio accaduto un paio di settimane fa vicino alla sua città, il fatto lo conosciamo tutti...> intervenne un giovane prete con forte accento spagnolo.

<Ovviamente fratello Alonso, stai parlando dell'uomo trovato morto all'interno del suo appartamento, giusto?> Specificò il vescovo Colucci.

<Esattamente, lo abbiamo sentito in tutti i telegiornali e Giulio IV ne ha celebrato il funerale... ma non voglio informarvi di questo fatto. Fratello Martial mi ha raccontato di un episodio accaduto alla mensa dei poveri della sua parrocchia.>

Tutti quanti all'interno dei sotterranei fecero silenzio e iniziarono ad ascoltare l'incredibile racconto di questo giovane prete spagnolo.

Il cerchio sembrava si stesse chiudendo in una determinata zona geografica. Le voci che da mesi i prelati e i preti di mezza Europa andavano raccogliendo stavano finalmente portando a una traccia concreta, focalizzando l'attenzione su di un uomo che viveva la sua vita ai margini della società frequentando gli ambienti più poveri.

Un uomo speciale, insomma, sembrava si stesse aggirando nel vecchio continente pronto a dar sfoggio dei suoi poteri soprannaturali.

Capace addirittura di liberare gli uomini dall'antica maledizione per donare nuovamente la morte in questa epoca buia.

L'uomo delle farfalleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora