CAP. XXXVII

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In mezzo alle rovine che ingombravano piazza San Pietro la folla era infreddolita ad aspettare di conoscere il nuovo vicario di Cristo. Non era lo stesso tipo di folla che a cavallo del ventesimo secolo rimaneva festante, cantando e pregando, sotto al balcone della basilica in trepidante attesa di conoscere il volto del nuovo capo della Chiesa Cattolica. Non era nemmeno quella immensa platea che si perdeva a vista d'occhio durante gli eventi domenicali di Papa Giulio IV, quello che in questa notte fredda e umida di fine secolo stava nei pressi di San Pietro era più che altro un manipolo di ferventi credenti scampati agli scontri che da qualche settimana stavano devastando la città di Roma.

La fumata bianca era ormai già avvenuta da quasi un paio di ore e il nuovo Papa, dopo essere stato fatto cardinale alla fine del conclave, ora si stava preparando per presentarsi ai fedeli di tutto il mondo. Il religioso, in questo momento, era in quella che veniva denominata la "stanza delle lacrime", ovvero nella sacrestia della Cappella Sistina, per essere vestito con la talare bianca e per chiudersi in preghiera dopo la sua elezione al soglio pontificio.

Espletate le ultime incombenze, tutto era pronto per la presentazione ufficiale ai cattolici dell'intero pianeta del nuovo emissario di Dio.

Il cardinale protodiacono si affacciò per primo dalla loggia centrale della basilica e immediatamente la folla trasalì.

"Annuntio vobis gaudium magnum... Habemus Papam! Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum, Dominum Angelum, Sanctæ Romanæ Ecclesiæ Cardinalem Colucci, qui sibi nomen imposuit Francisci secundi!"

Il vescovo di Roma Angelo Colucci, Papa Francesco II, apparve ai fedeli facendo ampi gesti di benedizione.


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