CAP. XV

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Due enormi schieramenti di macchine e di uomini armati fino all'inverosimile, si contrapponevano pochi minuti prima dell'alba in una zona imprecisata del deserto tra il Ciad e il Sudan.

I satelliti erano tutti puntati su quella regione apparentemente desolata per cercare di spiare qualsiasi movimento reputato anomalo. Il divieto assoluto di sorvolare l'area da parte di qualsiasi mezzo volante era perentorio ma la prudenza non era mai troppa. Gli unici ad avere il permesso di avvicinarsi dall'alto erano i due elicotteri che portavano i protagonisti di questo summit super segreto e super blindato.

Una tenda berbera di gigantesche dimensioni era stata montata in modo tale da poter contenere i diplomatici coinvolti e i loro entourage con annesse guardie del corpo.

La tensostruttura aveva due entrate uno per ogni gruppo presente. All'ingresso vi erano degli armadi blindati e protetti da serrature elettroniche a tempo, in modo tale da assicurare ai presenti che per tutta la durata dell'incontro nessuno avrebbe avuto la possibilità di accedere al contenuto. All'interno di questi armadi ogni donna e uomo presente nella tenda aveva dovuto lasciare le proprie armi.

Tutto il perimetro del tendone, inoltre, era stato schermato per scongiurare la possibilità che tramite dispositivi altamente sofisticati piazzati a notevole distanza o con uno dei numerosi satelliti spia orbitanti ai confini dell'esosfera terrestre, si potesse ascoltare cosa le persone si stessero dicendo.

All'interno, due leader politici si stavano affrontando con falso garbo istituzionale e inamovibile determinazione. La tensione era palpabile.

<Yasmina ancora non capisco il senso logico del suo invito a questo incontro. Cosa avremo mai da doverci dire, senza rischiare di scatenare una guerra planetaria, noi che siamo obbiettivamente schierati su posizioni contrastanti da ogni punto di vista. Sinceramente ho acconsentito a incontrarla solo a causa della curiosità che mi ha suscitato ricevere il suo invito da parte del suo emissario. Le dico con tutta franchezza che se avessi dovuto dar retta alla parte razionale del mio cervello le avrei sicuramente fatto sapere che non ero interessato a questo summit rispedendole il suo uomo legato e trascinato dalla macchina con la quale era arrivato.> Esordì il Generale Gutierrez.

La Principessa d'Oriente sorrise alla provocazione di Gutierrez prima di rispondere serafica.

<Generale lei sa benissimo che le cose non stanno così. Noi abbiamo molti punti di vista divergenti, questo è fuori discussione, ma abbiamo anche un nodo fondamentale che ci accomuna. Un nodo estremamente soffocante, ovviamente. Le assicuro Gutierrez, dopo questa nostra prima chiacchierata anche lei concorderà con me che forse sarebbe meglio mettere da parte molte delle questioni che in passato ci hanno allontanato, per focalizzare i nostri sforzi verso il nemico che abbiamo in comune.>

La Principessa Yasmina era sempre stata una abilissima oratrice e sapeva bene con quali parole portare i suoi interlocutori ad ascoltarla con interesse in modo tale da indirizzarli verso il punto dove lei voleva arrivare.

<Devo ammettere Principessa che la voglia di sapere che mi ha spinto fin qui, adesso è diventata ancor più grande. Sono proprio curioso di vedere dove vuole andare a parare... mi illumini.>

Ora che aveva la piena attenzione del Generale doveva riuscire a incantarlo dicendogli semplicemente le cose che lui voleva sentirsi dire, per poi portarlo dolcemente e suadentemente all'interno della trappola che lei aveva architettato con tanta perizia.

La Principessa Yasmina fissava Gutierrez con i suoi profondi occhi color nocciola senza mai distogliere lo sguardo. La lunga treccia di capelli neri come il petrolio, ma profumati come i gelsomini, fuoriusciva leggera dal chador giallo limone che aveva messo in occasione di questo incontro. La delicata sagoma di questa donna veniva impreziosita dal suo gentile sorriso di denti bianchissimi come la pura neve delle sacre montagne nepaliane. Tutto questo faceva parte dell'accurata messa in scena di una donna che guardava al dettaglio come suo credo assoluto, punto fondamentale per raggiungere ogni suo obbiettivo.

L'uomo delle farfalleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora